Homepage - Accesskey: alt+h invio
Editore: Bottega editoriale Srl
Società di prodotti editoriali, comunicazione e giornalismo.
Iscrizione al Roc n. 21969.
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza
n. 817 del 22/11/2007.
Issn 2035-7370.

Privacy Policy

Direttore responsabile: Fulvio Mazza
Direttore editoriale: Mario Saccomanno
A. XVIII, n. 200, maggio 2024
Sei in: Articolo




Editoria varia (a cura di Elisabetta Zicchinella)

Zoom immagine Politica, calcio, musica,
fumetti: fama, gloria, vizi
segreti di gente “cattiva”
e protagonista assoluta

di Giuseppe Pulvirenti
Da Bevivino editore quattro volumi che raccontano frammenti di vite
inusuali della Thatcher, di Maradona, del Vasco italiano e di Zanardi


Perché i cattivi sono più affascinanti degli eroi? Possiamo rispondere a questa semplice domanda in modo complesso. Oppure possiamo solo dire che i cattivi piacciono di più proprio perché sono “cattivi”. Sono parte del successo di un’opera, anzi, spesso sono loro i protagonisti assoluti.

In qualsiasi mezzo d’intrattenimento, dalla letteratura ai fumetti, dai film ai cartoni animati, i cattivi colpiscono l’immaginario collettivo proprio per le loro azioni e motivazioni, riuscendo a rubare la scena all’eroe di turno.

Impossibile immaginare determinate opere senza personaggi come don Rodrigo, Dracula, Grimilde, Hannibal Lecter o Joker. Il cattivo è un elemento fondamentale della “storia” che si rivela indispensabile anche più dell’eroe stesso: essendo agli antipodi, inevitabilmente non possono vivere l’uno senza l’altro. Sono due facce della stessa medaglia. Molto spesso il cattivo ha requisiti stereotipati: veste di nero, ha caratteristiche fisiche deformi e ha assurdi piani sinistri. A tal proposito la casa editrice Bevivino si propone, attraverso la collana I Cattivi, di tracciare i profili di noti personaggi, reali e non, aventi in comune la cattiveria o qualcosa di molto simile a essa che li ha fatti passare alla storia e che, comunque, hanno sfruttato per sopravvivere alla vita stessa.

 

Il “dark reign” secondo Margaret Thatcher

Tra i libri più importanti di questa collana ricordiamo vari titoli, iniziando da Margaret Thatcher. There is no alternative di Marco Denti. «Non c’è alternativa», perché tutto doveva andare secondo i suoi piani, secondo la sua personalissima visione della vita e del mondo. Denti delinea la figura della famigerata “Lady di ferro”, toccando i punti più salienti del suo ruolo di Primo ministro britannico, carica ricoperta dal 1979 al 1990. Una serie di esempi storici fa capire quanto fosse determinata – o, come l’ebbe a chiamare l’allora Presidente degli Usa Ronald Reagan, «il miglior uomo del Regno Unito» – capace, da sola, di reggere le sorti di una nazione, di modificarla quasi a sua immagine e somiglianza. Il libro di Denti ha inoltre il merito di tracciare perfettamente la figura di Margaret Thatcher riportando semplici frasi, che aiutano il lettore a capire immediatamente il personaggio: «a volte bisogna combattere una battaglia più di una volta per vincerla»; «i sovietici mi hanno definito una Lady di ferro. Ebbene sì lo sono»; «se è ancora una volta uno contro quarantotto, allora mi spiace molto per i quarantotto». E così via dicendo. È chiaro che Margaret Thatcher non godeva di molta simpatia e, soprattutto nel campo intellettuale e culturale, il libro presenta un limite: Denti cita, come principali oppositori, musicisti come Elvis Costello, i Sex Pistols, i Simple Minds e altri, tralasciando completamente i nomi di eventuali artisti o scrittori che inevitabilmente avevano avuto idee molto lontane dalla “Lady di ferro” e che le furono contro. Peccato. Ma l’obiettivo del libro, quello cioè di far conoscere una figura controversa come quella di Margaret Thatcher a chi magari non ha vissuto quegli anni, è stato comunque raggiunto.

 

La mano di Maradona

Cipriano Algore ha invece il compito di argomentare su una figura alquanto controversa del mondo del calcio, in Diego Armando Maradona. Fango, oro e polvere, alludendo rispettivamente al fango dei primi campi di calcio e della sua terra, all’oro dei mondiali e alla polvere della cocaina. Il protagonista assoluto qui è lui, Maradona, probabilmente il calciatore più famoso, più discusso e, secondo alcuni, più il più bravo del gioco più bello del mondo. I meriti del libro sono quelli di offrirci una vasta panoramica sulla vita del calciatore, dalle prime semplici e innocue partite in Argentina, al successo in Italia con la maglia del Napoli e come campione del mondo con la nazionale Argentina, all’inevitabile discesa sia come fuoriclasse che come uomo. Il tutto, però, è infarcito dai particolari più bui della sua esistenza, quali il rapporto con la cocaina, gli eccessi, i capricci di un uomo che è andato “oltre”. Il testo, infatti, viaggia su due binari paralleli: da una parte il calciatore più famoso e talentuoso del mondo, dall’altra l’uomo schiacciato da tanta fama e tanto potere, che riesce però, in un modo o nell’altro, a rialzarsi e a mettersi sempre in discussione.

 

Vite spericolate ... ma cosa vuoi che sia una canzone!

Ma anche in Italia non mancano gli antieroi. Vasco Rossi ne è infatti l’emblema. Freddie del Curatolo, nel libro Vasco Rossi, il provoca(u)tore, ci parla a tutto tondo dell’unica e sola rockstar italiana, rockstar non solo per la bravura (dato molto opinabile), ma soprattutto per lo stile di vita, il pensiero, il successo. Il libro, oltre a percorrere gli eventi più importanti della sua carriera, è infarcito di stralci del “Vasco-pensiero”, pillole che il cantante ha offerto in numerose interviste nel corso degli anni e che servono non solo a ribadire l’ovvio, alludendo così alla sua vita fatta di eccessi, dalla droga alle donne, dalla depressione alla ribellione, ma che servono anche a capire i pensieri sparsi di una mente vagante. Pensieri che, nel bene e nel male, sono davvero rivolti al disagio giovanile e capaci di denunciare, attraverso le canzoni, l’ignoranza, i soprusi della società e l’intolleranza. Vasco, quindi, risveglia con la sua voce coscienze da tempo addormentate. A partire dalla sua.

 

Oltre la pagina con Zanardi

Con Massimo Zanardi. Che non mi si chiami fido, quindi, Tomaso Pessina compie un autentico miracolo, come solo può capitare attraverso le parole scritte di un libro: fa rivivere Zanardi, uno dei personaggi cult dei fumetti di Andrea Pazienza, e lo fa immaginandosi il personaggio come un quarantenne nel nuovo millennio, per scoprire come in realtà “Zanna” non sia cambiato per niente. Si parte dalla copertina di Duilio Cusani, che omaggia una celebre pin-up di un profilo di Zanardi realizzata anni fa da Pazienza, con il volto giustamente cambiato: capelli alla moda, occhiali alla moda, pizzetto alla moda … insomma, già dalla copertina e dal relativo balloon: «40 anni … Bah!», si capisce come anche questo Zanardi sia vuoto di contenuti come lo era la versione diciottenne. Nato sulle pagine di Frigidaire, Zanardi rappresenta l’evoluzione negativa di Pentothal, altro celebre personaggio di Pazienza; è il portavoce di una generazione che ha perso speranza e ideali, cinica e violenta. La storia Giallo Scolastico svela al mondo uno dei personaggi più malvagi e disturbanti, figlio dei tempi e di una società malati. Tutto è assolutamente in linea con le caratteristiche del personaggio, con quel vuoto morale che lo porta a comportarsi quasi per inerzia: la sua caratteristica principale è il vuoto, ed è un personaggio che, nonostante la giovane età, ha già visto tutto, e di conseguenza agisce per rabbia. Ma la sua non è una rabbia motivata, tutt’altro: è una rabbia che nasce dal nulla e che non porta nulla. È il disagio di vivere, forse. Le storie di Zanardi, una quindicina circa, sono state pubblicate inizialmente su Frigidaire ed in seguito su altre importanti riviste italiane e riproposte più volte in volume. Nel libro di Pessina, Zanardi è un tassista che, con i suoi “amici” di sempre, Petrilli e Colasanti, rivive il passato attraverso i ricordi comuni: si tratta chiaramente di malefatte, non di buone azioni, sia ben chiaro. L’autore, proiettando il personaggio nel “nostro” presente, ne approfitta per ricollegarsi al passato, facendo spesso riferimenti a celebri storie di Zanardi, come Verde Matematico e Pacco, che incarnano le ansie di una generazione maledetta e nichilista, rappresentata al “massimo” da Massimo Zanardi. Sicuramente, tra i capitoli più interessanti, troviamo, Io sono un lupo, una specie di manifesto psicologico dove a parlare è lo stesso Zanardi, che si racconta per la prima volta. Le sue parole non fanno altro che ribadire quello che già si sapeva sfogliando i fumetti di Pazienza: si tratta di un personaggio che, arrivato alla soglia dei quarant’anni, non sa ancora cosa vuole, che vive la vita solo per sopravvivere. Altro capitolo fondamentale è il terzo, Perché la pazienza ha un limite, Pazienza no, dove Zanardi vive un’avventura metaletteraria: un passeggero del taxi lo riconosce subito come il disegnatore di Andrea Pazienza. Pessina gioca con i personaggi, e inverte i ruoli di Zanardi e Pazienza facendo diventare il primo reale e il secondo un fumetto. È un’abile escamotage che permette all’autore di parlare del fumettista. È impossibile infatti parlare di Zanardi, o di qualsiasi altro fumetto di Pazienza, senza parlare dell’autore stesso. Il disegno per Pazienza era un atto spontaneo, innato, un’azione naturale. Come se il fumetto fosse stato creato per permettergli di esaltare le sue doti, non solo quelle di eccelso disegnatore, ma anche quelle di un autore capace di creare linguaggi nuovi, offrendo sempre al lettore un variopinto bagaglio di stili diversi che non si piegavano mai di fronte all’impostazione classica della pagina, ma che trasmettevano le sue emozioni in tutte le sfaccettature. Muore nel 1988 all’età di 32 anni per un’overdose di eroina. Impensabile cosa avrebbe detto, fatto, scritto e disegnato sull’Italia di oggi, così diversa dalla sua Bologna del Dams di fine anni ’70. L’unico difetto del libro? Il non essere impreziosito dai disegni di Pazienza.

Pazienza! Non possiamo farne una colpa all’autore.

Giuseppe Pulvirenti

(www.bottegascriptamanent.it, anno IV, n. 29, gennaio 2010)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT