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Home Page (a cura di Anna Guglielmi) . Anno III, n.25, Settembre 2009

Zoom immagine La voce di chi
non fugge via
dalla sua terra

di Rosina Madotta
Un saggio di Neftasia editore
fa chiarezza sui collegamenti
controllati dalla ’ndrangheta


«Tutte le relazioni sulla mafia ci presentano la Calabria pervasa dalla ’ndrangheta, divenuta l’organizzazione mafiosa più potente e più pericolosa, e in grado di praticare violenze ai massimi livelli, tanto da far rimbalzare le sue azioni criminali su tutta la stampa internazionale. Le inchieste giudiziarie evidenziano, altresì, una Calabria dove affarismo, malaffare e corruzione sono assunti a sistema intangibile. È da questa Calabria, un tempo terra di emigranti in cerca di lavoro, che anche oggi molta gente onesta è costretta a fuggire».

Sarebbero sufficienti da sole queste parole di Angela Napoli – membro della Commissione parlamentare antimafia e curatrice, insieme al filosofo Gianni Vattimo, della Prefazione al libro La società sparente (Neftasia editore, pp. 302, € 15,00) – a riassumere i temi trattati in questo saggio di denuncia, duro, forte e coraggioso, scritto a quattro mani da Emiliano Morrone e Francesco Saverio Alessio, l’uno regista, autore teatrale e giornalista, l’altro artista. I giovani autori, entrambi di San Giovanni in Fiore, con determinazione hanno documentato la particolare e oscura realtà calabrese odierna, intessuta di fitte reti di rapporti clientelari e irregolari tra la ’ndrangheta, la politica e l’imprenditoria.

 

L’emigrazione e la fuga dei giovani

Il lavoro di Morrone e Alessio, inserito nella collana Autori vittime della penna, riprende un titolo di Vattimo, La società trasparente, e nasce dall’esigenza di documentare e dare un’interpretazione alla fuga, dal Meridione e dalla Calabria, considerata come una tragica nuova emigrazione di molte menti, compresi gli autori. Infatti, come sottolinea lo stesso Vattimo nelle pagine iniziali del suo libro «la Calabria, nonostante il progresso economico e i soldi ricevuti dall’Unione Europea, si sta spopolando paurosamente. Oggi, come ieri, l’emigrazione produce il vuoto politico. Dunque, l’auspicio è che, anche grazie al dibattito e ai collegamenti su internet, sia proprio un rientro generale, dopo la “fuga”, a produrre un’azione, effettiva ed efficace, contro la Ndrangheta».

La questione dell’emigrazione è interpretata, nelle pagine del saggio, come legata anche alla psicopatologia, con riferimento all’esperienza dello psichiatra Salvatore Inglese che nel testo L’inquieta alleanza tra psicopatologia e antropologia documenta alcune sue ricerche, in particolare quelle riguardanti lo stato di salute psichica dei familiari di emigrati. Come sottolinea Morrone, egli «esaminò partitamente gli effetti destabilizzanti provocati dalla rottura, anche irrimediabile, dei rapporti affettivi nelle famiglie: da un lato i residenti, dall’altro i morti all’estero, spesso perduti. Ciò in un contesto storico di scarsa possibilità di comunicare, in primo luogo per la diffusa ignoranza».

 

Le denunce e il boicottaggio del libro

Morrone e Alessio, nei diciotto capitoli del loro tandem narrativo, documentano puntualmente gli illegali giochi di potere e di corruzione verificatisi a San Giovanni in Fiore e in tutta la Calabria negli ultimi anni, perpetrati da leader di partito, sindaci, assessori, imprenditori, che hanno portato al decadimento dei valori etici e morali della società calabrese, cancellato di fatto diritti fondamentali quali la libertà – soprattutto di parola e opinione – e la sicurezza, e negato ai cittadini servizi primari, come quelli sanitari.

L’inchiesta “Why not”, la strage di Duisburg, varie vicende avvenute a San Giovanni in Fiore e in Calabria, legate alla ’ndrangheta, alla malavita organizzata, alle aziende ospedaliere, allo smaltimento illecito di rifiuti tossici in Sila, occupano molte pagine del saggio offrendo al lettore interpretazioni, spunti di riflessione e nuovi punti di vista.

E proprio il racconto di avvenimenti oscuri con responsabili precisi, insabbiati dalla volontà di qualcuno in altre sedi, è costato a La società sparente, nel dicembre 2007, una richiesta di sequestro per presunta diffamazione ai danni di un imprenditore sangiovannese. Dopo la sentenza in tribunale, che ha visto assolti i due autori, è stata pubblicata una seconda edizione aggiornata del libro, lasciando le pagine 164 e 165 volutamente in bianco come forma di autocensura. Inoltre il saggio, dopo aver venduto oltre mille copie in pochi giorni solo nel comune di San Giovanni in Fiore, ha subito una progressiva ma inesorabile opera di boicottaggio, al punto che al momento è introvabile nelle librerie o presso l’editore; è però scaricabile dal sito www.lavocedifiore.org in formato pdf.

 

Un saggio nel saggio

Per un’ermeneutica del web. Un’escatologia florense contemporanea è lo scritto di Francesco Saverio Alessio che, inserito nelle pagine centrali del libro, può a tutti gli effetti considerarsi un “saggio nel saggio” per l’autonomia e la compiutezza nell’argomentare la sua particolare esperienza nel World Wide Web, come luogo e modo per rifugiarsi mentalmente e spiritualmente ed evitare così la fuga fisica da San Giovanni in Fiore.

Le «migrazioni dalla realtà», secondo l’esperienza di Alessio, e la conseguente creazione di una vita parallela in rete sono rese necessarie dall’estromissione – subita e non voluta – dalla realtà florense e dalla mancata possibilità di poter esprimere liberamente opinioni, e poter vivere secondo i propri convincimenti e la personalità individuale. Le parole di Alessio risuonano come un richiamo all’emergenza che vive quotidianamente la società odierna: «Di diversità e di estraneità rispetto al contesto sociale florense sono un navigato esperto. Ho condotto percorsi, dovuti alla mia lunga, ricca e rinviata giovinezza, a volte stupidamente autolesionisti (ma solo apparentemente inutili o esclusivamente dannosi), comunque tesi alla ricerca disperata di una identità che potesse colmare il vuoto umano, in senso affettivo, protettivo, progettuale e poetico, trasmessomi dalla società. Questo vuoto assume forma in modo emblematico nell’urbanistica florense che ancora oggi inesorabilmente ci circonda conformando in modo tettonico il nostro tetro mondo, prodotto da una emigrazione di massa inarrestabile che ci contraddistingue come popolazione».

 

La società sparente: un progetto per il futuro

A conclusione del loro lavoro, Morrone e Alessio, nonostante le amare considerazioni espresse, lasciano aperta una porta attraverso la quale si scorge la speranza che La società sparente possa dare vita a un progetto per una Calabria nuova e migliore di quella attuale. «Senza vanagloria, La società sparente potrebbe diventare un progetto, fuori delle sue pagine, teso a una sfida culturale importante. In ogni comunità locale italiana, ognuno potrebbe scrivere il suo La società sparente, denunciando irregolarità e timori e stimolando dibattiti e fiducia. Magari un giorno potremo dire che la società italiana non è andata e che, col contributo di tutti, sono “sparenti” la rassegnazione e la gestione privata della cosa pubblica».

 

Rosina Madotta

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno III, n. 25, settembre 2009)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
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