Homepage - Accesskey: alt+h invio
Editore: Bottega editoriale Srl
Società di prodotti editoriali, comunicazione e giornalismo.
Iscrizione al Roc n. 21969.
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza
n. 817 del 22/11/2007.
Issn 2035-7370.

Privacy Policy

Direttore responsabile: Fulvio Mazza
Direttore editoriale: Mario Saccomanno
A. XVIII, n. 200, maggio 2024
Sei in: Articolo




Dibattiti ed eventi (a cura di Natalia Bloise)

La bottiglia di un vino
può rappresentare
il biglietto da visita:
oltre al gusto, la vista

di Francesca Rinaldi
L’importanza dell’immediata riconoscibilità di alcuni attributi di qualità:
il marketing è anche questo quando si parla di diffusione e di reputazione


A Crotone, l’estate scorsa si è svolto il “Gran galà del vino e dei gioielli – Gioie di vite” nell’ambito della manifestazione regionale “Vincalabria” (Cfr . www.bottegascriptamanent.it/?modulo=Articolo&id=315).

Nel pomeriggio del 6 giugno, si è tenuto il workshop dal titolo “La qualità e la promozione dei vini locali” molto partecipato e con un interessante dibattito che vedeva la presenza di importanti esperti del settore (Giovanni Agosteo, docente di Patologia vegetale all’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, Giampaolo Gravina, vice curatore della Guida dei Vini d’Italia de L’espresso, Roberto Laudato, funzionario della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Carmine Maio, funzionario del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, Saveria Sesto, consigliere nazionale dell’Organizzazione nazionale assaggiatori vini e Guido Stecchi, giornalista specializzato in agroalimentare ed enogastronomia) e dei titolari delle più importanti aziende vinicole del distretto crotonese (“Caparra e Siciliani”, “Dattilo”, “Librandi”, ecc).

 

I vini crotonesi tra qualità e marketing

Il dibattito, moderato dal giornalista Fulvio Mazza (che, peraltro, è anche il direttore responsabile di questa rivista), si è quindi incentrato sulla peculiarità dei vini del crotonese e in particolare del vitigno “Gaglioppo”. Ne è emersa la qualità esistente ma anche la ricerca per una “qualità globale” delle aziende del distretto e purtroppo anche la deprimente consapevolezza che il sistema di diffusione e di pubblicizzazione è decisamente scarso sicché le etichette del crotonese, sebbene di alta qualità, difficilmente riescono a varcare i confini regionali (Cfr. sempre www.bottegascriptamanent.it/?modulo=Articolo&id=315).

La difficoltà di fare conoscere al di fuori della Calabria l’eccellenza del vino delle nostre aziende è stata concordemente riconosciuta, o meglio imputata, a strategie di marketing sbagliate.

 

Le bottiglie “Caparra e Siciliani”

Proprio legandosi a questo, Mazza ha ricordato di aver visto più di una volta in vendita tra gli scaffali dei supermercati una tipologia di bottiglie dell’azienda “Caparra e Siciliani” che offre un’immagine pessima del Cirò Doc (e dell’ azienda stessa che, peraltro, produce soprattutto vini di ottima qualità).

Tale tipologia di produzione è commercializzata dall’azienda non con il consueto tappo ma con chiusure metalliche “a corona” o “a vite”; non con le tradizionali bottiglie da 0,75 litri ma con bottiglie da 1 litro.

L’immagine che ciascuno di noi ha di un vino di qualità è legata anche alla riconoscibilità immediata di alcuni elementi, tra cui il tappo e il formato della bottiglia. Ci domandiamo, anche stavolta, se un turista, o un qualunque avventore, nel vedere le bottiglie pensi alla qualità, al marchio Doc faticosamente conquistato dai vini del nostro distretto, alla difficoltà delle nostre piccole aziende di entrare in un mondo dove ogni dettaglio è importante (si pensi agli studi commissionati alle agenzie pubblicitarie per la creazione delle etichette, o ai concorsi per i creativi per la ricerca dei nomi dei vini). Ma queste sono considerazioni che dovrebbe fare il settore marketing dell’azienda stessa, se vuole davvero che venga riconosciuta la qualità del suo prodotto proprio da chi in un supermercato in pochi secondi deve scegliere la sua bottiglia anziché un’altra.

Ne è seguito un vivace scambio tra il moderatore e un rappresentante dell’azienda vinicola in questione che negava fortemente che la sua azienda commercializzasse bottiglie di vino con tappi diversi dal consueto. Il discorso è poi rimasto in sospeso lasciando i presenti nel dubbio.

Ebbene, Mazza ci ha fornito la prova fotografica. Nella foto vediamo il “tappo a vite” e il formato da 1 litro, e, a nostro avviso è proprio quest’ultimo a dare una pessima immagine dell’intera produzione.

Non che si tratti di alcuna violazione di legge, sia ben chiaro. Ma che si tratti di un autogol in termini di marketing non v’è dubbio alcuno.

 

 

Francesca Rinaldi

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno III, n. 21, maggio 2009)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT