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A. XVII, n.193, ottobre 2023
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Home Page (a cura di La Redazione) . A. XVII, n.193, ottobre 2023

Zoom immagine Festivaletteratura: un’esperienza
immersiva capace di contagiare

di Valeria Maestri
Tracciando il resoconto della XXVII edizione
emerge una manifestazione all’insegna del dialogo


Dal 6 al 10 settembre si è tenuta, a Mantova, la XXVII edizione di Festivaletteratura. Questa manifestazione culturale, nata nel 1997 dall’iniziativa dei cittadini, è ormai diventata simbolo della comunità mantovana, che vi partecipa attivamente in vari modi. Infatti, la messa a disposizione di piazze, spazi scolastici, luoghi storici e centri di cultura come anche la grande partecipazione di volontarie e volontari, soprattutto di giovane età, mostrano quanto questo appuntamento annuale sia sentito nel comune lombardo.
Come sempre, il festival ha portato in Italia autrici e autori di rilievo internazionale. Dalla francese Valérie Perrin, che i Premi “Flaiano” 2022 hanno insignito con il Premio internazionale alla carriera, alla polacca Olga Tokarczuk, Premio Nobel per la Letteratura 2018, fino ad arrivare allo srilankese Shehan Karunatilaka, che ha parlato di Le sette lune di Maali Almeida (Fazi editore), il libro vincitore del Booker Prize 2022.
Ma nell’edizione 2023 ci sono state anche delle belle novità, prima fra tutte l’escape room ispirata a Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino, della cui nascita quest’anno ricorre il centenario.

Un festival letterario unico nel suo genere
Festivaletteratura si distingue dalle altre manifestazioni culturali librarie per diverse caratteristiche. Prima fra tutte è la sua già citata pervasività: l’intera città fa da sfondo agli eventi, permettendo a spettatrici e spettatori di attraversarla e perdersi in essa. Ogni anno, nella settimana del festival, tanto le vie quanto posti straordinari come il Palazzo Ducale acquisiscono una vita nuova, accogliendo migliaia di persone che vengono da ogni dove per respirare un’aria fatta di parole.
Tipica del festival di Mantova è anche la sua organizzazione, che non coinvolge le case editrici. Questo implica l’assenza degli stand, attrazione principale di altri eventi come il Salone internazionale del libro di Torino o Più libri più liberi di Roma (per citare solo due delle più importanti) dove ogni editore può esporre ciò che vuole dal proprio catalogo. Al contrario, qui l’attrazione principale è costituita dagli incontri: le persone vengono per sentir parlare autrici e autori, per assistere all’incredibile fenomeno della carta stampata che prende vita. È comunque possibile fare acquisti: una libreria pensata ad hoc mette a disposizione di chiunque voglia portarli a casa un ampio catalogo di testi, tutti accomunati dal fatto di essere, o di essere stati, protagonisti del festival (un’occasione mancata, l’assenza delle case editrici?).
Un altro elemento che differenzia questo festival letterario dagli altri è l’assenza di un biglietto d’ingresso. A pagamento sono i singoli incontri a cui si decide di assistere (quest’anno il costo era di circa sette euro). Ci sono comunque anche incontri che hanno l’ingresso libero, principalmente quelli che si tengono nelle piazze, all’aperto. Molto interessante, tra questi, è stata la riproposta, per il secondo anno consecutivo, del ciclo di incontri intitolato Il fuoco sacro della scrittura, in cui Elsa Riccadonna e Christian Mascheroni hanno dialogato con scrittrici e scrittori nel tentativo di dare concretezza a qualcosa che rimane sempre avvolto da un’aura di mistero.

I temi protagonisti della XXVII edizione
Sono diverse le tematiche scelte per l’edizione di quest’anno, tutte accomunate dall’essere estremamente attuali. Parlare di emergenza climatica è stato quindi inevitabile: le api, i boschi, la gestione delle risorse, sono stati al centro delle riflessioni dedicate all’ambiente. Grammenos Mastrojeni e Giacomo Destro sono stati, a questo proposito, protagonisti di un incontro che ha affrontato il tema della diplomazia del clima. Il giornalista Ferdinando Cotugno ha invece parlato della decarbonizzazione, mettendo l’accento su quanto l’impegno civile sia fondamentale affinché la transizione ecologica possa avere luogo.
Molto presenti anche le questioni di genere: preziosa la partecipazione di Vera Gheno, che ha sollevato il problema del «ruolo delle parole nella narrazione della violenza di genere». Anche il femminicidio è stato oggetto di riflessione, in particolare nell’incontro con Cristina Rivera Garza, che ha parlato del suo L’invincibile estate di Liliana (Sur).
Tanti anche gli incontri dedicati a bambini e ragazzi, che sono stati coinvolti attivamente da letterati del calibro di Telmo Pievani e Nadia Terranova. L’importanza data ai giovani è testimoniata, tra le altre cose, dal progetto meglio di un romanzo, che dal 2013 dà la possibilità ad autrici e autori tra i 18 e i 30 anni di presentare una propria opera inedita di giornalismo narrativo.
Grande giustizia è stata resa anche all’internazionalità che da sempre caratterizza questo festival. Protagonisti sono stati i Paesi Bassi, con tre tra i più amati scrittori per ragazzi – Enne Koens, Annet Schaap e Edward van de Vendel – e Ton Meijer, attore che a Mantova è stato la voce recitante di uno spettacolo musicale. Anche il subcontinente indiano è stato ben rappresentato, con la partecipazione non solo del già nominato srilankese Shehan Karunatilaka, ma anche dell’indiana Deepti Kapoor, che con L’età del male (Einaudi) apre una finestra sul lato oscuro del suo paese.

Un’avventura totalizzante
Quella di Festivaletteratura è un’esperienza immersiva, durante la quale è impossibile non farsi contagiare dall’entusiasmo non solo di lettrici e lettori, ma anche di tutte le persone che si trovano, potremmo dire, dall’altra parte del bancone. Le volontarie e i volontari che si occupano dell’allestimento, dell’organizzazione e dell’accoglienza sono una ventata di aria fresca, di visi giovani e appassionati. Autrici e autori, anche loro volontari, sembrano instancabili nella condivisione delle loro opere.
Il festival di Mantova è il luogo in cui la cultura sembra essere in grado di prendere il sopravvento, di diventare davvero, come dovrebbe essere, il centro delle vite di tutti noi. È il luogo in cui puoi incontrare Chiara Valerio mentre passeggi con in mano un gelato dopo aver pranzato al tavolo accanto a Stefano Nazzi. In cui puoi girare un angolo e trovarti di fronte Emanuele Trevi, in cui puoi scorgere Gian Marco Griffi e Dario Ferrari che bevono tranquillamente il loro Spritz di fine giornata.

Valeria Maestri

(www.bottegascriptamanent.it, anno XVII, n. 193, ottobre 2023)

Collaboratori di redazione:
Ilaria Iacopino, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT