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A. XVIII, n. 199, aprile 2024
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Recensioni brevi (a cura di La Redazione)

Violenza e prostituzione
fra le mura domestiche:
la dignità di una giovane
oltraggiata per denaro

di Maristella Occhionero
Da Spazio Interiore, la sconvolgente storia di una ragazzina data in pasto
ai lupi del sesso da quello stesso vile padre che dovrebbe proteggerla


«Se è successo a te – dici tu – in un certo modo è successo a tutti, e perciò bisogna raccontarlo anche a loro, perché se ne accorgano. Non la capisco io, questa cosa. A loro non hanno fatto le cose che hanno fatto a me. Ognuno ha la sua vita, i suoi papà e mamma. Loro hanno i loro casini, ognuno ha i suoi. E non i miei. No, dici tu, racconta. E come? Da dove comincio?». Queste le parole di Imma, piccola protagonista del testo d’accusa firmato a quattro mani da Igor Sibaldi e Paolo Bianchi: Il mio principe azzurro (Spazio Interiore, pp. 224, € 16,00). Titolo particolare, quello scelto dai due autori, che fa pensare ad una splendida storia d’amore e non all’incubo in cui la piccola protagonista si trova incastrata. Quando proprio la sua famiglia, che dovrebbe preservarla da tutto, la porta senza protezioni a doversi confrontare con la parte più squallida dell’umanità, l’unico principe azzurro di cui lei avrà bisogno in quel momento sarà qualcuno che la salvi e che si occupi di proteggere l’innocenza dei suoi anni.

La vita di un’adolescente normale e i suoi problemi
Le prime cose che Imma racconta al suo “principe” riguardano la scuola e la vita normale di una ragazzina di quasi quindici anni alle prese con i problemi adolescenziali e con la ricerca della propria identità. Lei si descrive come una giovane “ostica” e non fa altro che ammirare le coetanee più spigliate e in gamba della sua classe, che hanno formato un gruppetto nel quale lei non è compresa. In questa fase del racconto, Imma mostra anche i dubbi tipici che una ragazzina della sua età ha sul proprio fisico: lei non crede di essere bella e matura come quelle ragazze che le sembrano tanto migliori di lei e ne soffre.
Nel suo racconto, poi, incomincia a delineare la situazione a casa, i problemi finanziari del padre e quelli mentali di una madre depressa; il tutto coronato da un fratello molto più grande che non abita con loro e con il quale Imma non ha per niente un bel rapporto. Una situazione grigia quella dentro casa, e forse anche quella a scuola, nonostante lei riesca ad ottenere buoni voti e piano piano ad instaurare un legame d’amicizia con una ragazza della sua classe.

L’incubo che non ti aspetti
In questo quadro non proprio idilliaco, pian piano si insinua l’incubo più mostruoso e terribile che si può immaginare. Il padre e il fratello di Imma decidono che per risolvere i problemi finanziari l’unica soluzione sia quella di usare la bimba, da poco cresciuta, che hanno in casa. Il padre si prende il compito di convincerla con discorsi ambigui, misti ad una sorta di preoccupazione per la sorte della propria famiglia. Questa sua dolcezza nel parlare alla figlia della sua decisione, in modo da far nascere dentro di lei un misto di responsabilità e senso di colpa verso una situazione finanziaria che lui ha creato, fa venire nel lettore la pelle d’oca, e altrettanto fanno le sue rassicurazioni per convincere la ragazza ad incontrare degli uomini che, a suo dire, non le faranno niente di male perché tutto dipenderà da come lei prenderà le cose che succederanno.
Un inganno psicologico meschino, un uso della propria figura di padre squallido che porta la piccola Imma a trovarsi davanti ad individui repellenti che ne abuseranno senza nessun riguardo e che le segneranno indelebilmente l’anima oltre che il corpo. Tutto questo la cambierà profondamente e, per assurdo, riuscirà ad aprirsi all’esterno e a fare amicizia anche con quelle ragazze che tanto ammirava, ma che al tempo stesso la renderà chiusa nei suoi segreti e alla disperata ricerca di qualcuno che li scopra, essendo lei stessa incapace di venir meno al patto di segretezza suggellato con il padre.
La conclusione e l’incontro con il suo “principe” regalano una piccola speranza ad Imma e al lettore che a quel punto si troverà completamente angosciato e immedesimato nel dolore della protagonista.
Un testo d’accusa, questo di Sibaldi e Bianchi, dai toni forti, senza filtri, ma che, proprio per questo, raggiunge lo scopo prefissato, e cioè quello di mostrare, così com’è, un mondo orribile e sotterraneo, quello delle violenze familiari e della prostituzione minorile, un mondo di cui si parla poco e che si conosce ancor meno.

Maristella Occhionero

(www.bottegascriptamanent.it, anno X, n. 101, gennaio 2016)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
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