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A. IX, nn. 93/94, mag/giu 2015
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Riflessi d'autore (a cura di Aurora Logullo) . A. IX, nn. 93/94, mag/giu 2015

Zoom immagine La scrittura:
scoperta di sé
e della libertà

di Daniela Vena
Da Armando Curcio editore,
un viaggio nella memoria
e nel sogno di una donna


In una società come quella odierna, colma di impegni, aspettative e sforzi è normale essere attanagliati dalla dilagante insoddisfazione personale. Tra mille obblighi, sensi del dovere e di colpa, spesso ci si sente al posto sbagliato nel momento sbagliato; così, mentre la ragione vuole prevalere sull’istinto, si perdono di vista i propri talenti, indossando maschere ed interpretando ruoli che vanno sempre più stretti. Su tale sfondo, il senso di spreco di tempo si acuisce diventando insormontabile al pari della necessità di aver giornate più lunghe. In questo frangente, le capacità d’osservazione diminuiscono, allontanandoci dalle attitudini e dalle passioni accantonate rispetto ai doveri. Non appena le passioni sono anteposte al senso del dovere, il tempo rallenta le sua corsa ed il suo trascorrere diventa molto piacevole. Questi sono alcuni spunti, su cui riflettere, che arricchiscono l’opera di Sonia Giovannetti Le ali della notte. Appunti di una settimana (Armando Curcio editore; pp. 160, € 9,90). L’autrice, romana per nascita ed ubicazione, è una grande appassionata di arte, filosofia, letteratura e poesia. Il connubio tra la cultura ed il forte impegno civile ed umanitario manifestano la grande sensibilità della scrittrice, che da molti anni promuove progetti relativi ai linguaggi del giornalismo della narrazione e del teatro.

L’autenticità ritrovata
Il testo si articola nella descrizione dei giorni che compongono la settimana, durante i quali l’autrice si sofferma sui cambiamenti personali e spiega come l’istinto, la creatività e le attitudini plasmino quell’essere in cui viviamo: un essere sempre alimentato da un’ardimentosa spinta di libertà e legittimazione, in cui complessità e contraddizioni lo caratterizzano, confluendo in un completo ed utilissimo percorso di vita. In questi appunti – una sorta di diario di viaggio – l’autrice propone una ricostruzione analitica dell’esistenza con una valutazione che tiene conto dei limiti imposti dal farraginoso impianto sociale, che rallenta ogni sbocco verso l’autonomia di pensiero. Nei meandri di quest’analisi, non mancano i ricordi dolci e amari con i profumi dell’infanzia, della giovinezza e con la confortante consapevolezza che la maturità dona. L’autrice non indugia mai sul superfluo, tutto è presentato con misura ed eleganza.
Sonia Giovannetti, quasi in una dimensione onirica, comincia a descrivere questa settimana che le si prospetta nella migliore delle location possibili: una casa al mare. All’interno dell’opera, il mare riveste un ruolo catartico e ieratico insieme, celebrando così quest’infinita distesa d’acqua su cui è possibile specchiarsi, trovando capacità e riflessioni in larga misura sconosciuti. Avvolta da un cielo di cristallo, dall’odore di salsedine e da un senso di pace, lo sguardo dell’autrice si perde nell’immensità ed il tempo svanisce. «Dove altro sono, se non nella mia vita di scrittrice a tempo pieno. Pensandoci bene, solo la realizzazione di un sogno poteva rendermi così vera, così felice come mi sento ora che scrivo. Liberata con la scrittura, nella scrittura. Scrivere mi porta dove non c’è niente di quello che invadeva il mio tempo. E ogni volta che prendo una penna in mano nasco di nuovo, con le parole che escono da me». Un’osservazione lenta e meditativa caratterizza la scrittura dell’autrice, intenta a percepire con chiarezza ciò che la circonda. I pensieri diventano leggeri, cominciano a fluttuare e solamente la penna può afferrarli e fermarli. Così confida al lettore che scriveva e leggeva nei ritagli di tempo perché non dava alla propria passione il giusto spazio, quello spazio che doveva essere legato e dedicato ai numeri. Poi l’illuminazione: «Non capivo, allora, che non sono i ruoli a darci il senso della vita. Anzi, soprattutto quando non scelti, sono proprio i ruoli a impedircelo, a metterci addosso una divisa, un abito artefatto e uguale a tanti altri, una maschera che ci rende anonimi, inautentici, che ci estirpa l’anima». Secondo la scrittrice è molto comune trovare degli ostacoli per l’autorealizzazione, infatti viviamo nella società dell’efficienza, della prestazione a tutti i costi. Un’esperienza che porta ad una condizione di prostrazione fisica e mentale. Soltanto la purezza e la forza delle nostre passione, capacità ed attitudini ci potrà guidare verso la felicità.
Quando si legge un testo come quello di Sonia Giovannetti, è subito chiaro quanto la scrittura possa essere contemporaneamente vocazione, mestiere e stile di vita. In questo libro fatto di appunti personali, racconti, poesie e di una lettera, si dipana la volontà dell’autrice di trasporre tra le righe non solo ciò che si è appreso dalla quotidiana realtà, ma anche ciò che nel tempo è diventato parte integrante del nostro essere. Il testo, di agile lettura ma denso di spunti, offre una presentazione e descrizione della formazione dell’individuo nell’evento di contrapposizione tra pluralità e singolarità dei rapporti; la serie di racconti, ora brevi, ora estesi, semplici o complessi, formano la bellezza dell’opera. La sensibilità stilistica dell’autrice, richiama l’attenzione del lettore guidandolo nella corretta interpretazione dei suoi pensieri e dei suoi appunti, che, autentici e fortemente sentiti, danno una forma speciale a questi sette giorni, testimoni della rinascita di una persona che seguendo il bandolo delle proprie passioni, lontano dalle censure del dovere, ritrova la sua parte più vera.

Daniela Vena

(www.bottegascriptamanent.it, anno IX, n. 94, giugno 2015)

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