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Editoria varia (a cura di Manuela Mancuso) . Anno IX, n 91, marzo 2015

Zoom immagine Una cicatrice
che significa vittoria.
Crescere in fretta
con grande coraggio

di Maristella Occhionero
La volontà di affrontare il dolore.
Da Città del sole, una testimonianza


Due grandi occhi castani e un sorriso sincero, ecco le prime due cose che abbiamo notato incontrando Fabiana Latella in occasione della Fiera del libro di Roma, svoltasi lo scorso dicembre presso il Palazzo dei Congressi dell’Eur.
La giovanissima autrice si trovava lì per visitare lo stand della casa editrice Città del sole, dove era esposto il suo libro e sul quale ci ha concesso un’intervista.
Il testo racchiude, in maniera intensa, il racconto della sua vita da bambina e adolescente, a partire dal momento in cui ha scoperto di avere una grave scoliosi, «un serpente che attorciglia la spina dorsale».
Come nelle pagine di un diario Fabiana Latella parla a cuore aperto e descrive le sue esperienze, le sue paure e i modi in cui è riuscita a farsi forza e a non smettere mai di sperare.
Durante il nostro incontro l’autrice ci ha spiegato cosa l’ha spinta a scrivere: «Io ho scritto il libro per dare forza a chi si trova nella mia stessa condizione, non solo relativamente alla scoliosi, ma anche per quanto riguarda altre malattie, perché molte persone non trovano la forza per affrontarle. L’ho scritto piuttosto come sfogo e ho iniziato quando avevo otto anni buttando giù dei pensieri, delle frasi, poi quando ho saputo di dovermi operare ho deciso di farne un libro».

Dalla scoperta della malattia alla sua risoluzione
Nel libro La scoliosi è un serpente che va domato (Città del sole, pp. 112, € 9,00), l’autrice racconta di un periodo della sua vita compreso tra gli otto e i quindici anni. Proprio ad otto anni, infatti, il suo problema le viene diagnosticato e da quel momento in poi la sua vita e il suo rapporto con il corpo e con gli altri cambieranno completamente. La sua adolescenza inizierà a sbocciare incastrata tra corpetti e busti ortopedici e si troverà impegnata in numerosi viaggi alla volta di medici da consultare. Una vita sicuramente diversa da quella dei suoi amici e compagni di scuola, ma ricca di esperienze che la segneranno, nel bene e nel male, regalandole una caparbietà e una forza d’animo che ben pochi ragazzi alla sua età possono dire di avere.
Punti di riferimento nel suo percorso sono sicuramente i familiari e in particolare il padre, che l’accompagna in tutti gli spostamenti alla ricerca di soluzioni e terapie per risolvere il suo problema. Sono stati tanti i momenti in cui ha ricevuto il sostegno dei genitori e delle persone a lei care, infatti, è proprio verso questi che Fabiana rivolge innumerevoli ringraziamenti perché senza di loro, forse, non ce l’avrebbe fatta.
La sua anima forte, incapace di smettere di sperare, la porterà a Marsiglia, dove un nuovo medico le prospetterà un’unica e rischiosissima possibilità: l’operazione. L’apprendere la necessità di procedere con un intervento chirurgico ad altissimo rischio, anche di vita, è stato sicuramente un altro momento di crisi per Fabiana stessa e per la famiglia. Momento che verrà affrontato con grandi riflessioni e paure, ma che poi porterà a raggiungere la soluzione definitiva.
In merito a questo l’autrice ci ha detto: «Non so se sapete cosa vuol dire subire un’operazione di scoliosi. In pratica ti bloccano la schiena con delle barre e si va incontro a grossi pericoli tra cui la morte durante l’intervento o il rischio di rimanere paralizzati su una sedia a rotelle. Sentirsi dire, a quindici anni, che potresti morire oppure rimanere paralizzata, ti cambia tutto, ti fa vedere la tua vita da un’altra prospettiva e ti porta ad apprezzare le piccole cose. Dopo quest’operazione mi sono riscoperta una donna. Infatti nel mio libro è possibile vedere questo distacco tra la prima parte e la seconda anche per quanto riguarda la forma. Si tratta di due Fabiana a confronto. La Fabiana donna della seconda parte rivede la Fabiana bambina della prima e capisce gli sbagli fatti e le persone che veramente tengono a lei. Comprende meglio come funziona la vita».

Il supporto degli affetti
Gran parte del libro è dedicata all’amore e alla riconoscenza di Fabiana per le persone che le sono state vicine, tra cui il fidanzato e i numerosi amici. Proprio per questo le preme riservare la parte finale ai messaggi ricevuti da queste persone, che l’hanno sostenuta a distanza con parole che toccano il cuore.
«Nel mio percorso ho avuto sempre persone vicine e ho voluto ringraziarle in questo modo ed è anche grazie a loro che sono riuscita a superare il dolore».
Sicuramente le sofferenze e le paure provate non possono essere cancellate, ma ciò che rimane è la scoperta dell’amore delle persone vicine e una determinazione e una forza d’animo che niente le potrà più togliere.
Resta anche una cicatrice sulla sua schiena, che non è qualcosa di cui vergognarsi, ma che rappresenta quasi l’impronta di una ferita di guerra, una guerra combattuta e vinta, di cui essere orgogliosi.
Alla fine di questa lunga cicatrice c’è anche uno splendido tatuaggio, la cui foto è presente sul retro della copertina del libro, che consiste nella scritta “Cicrede”, perché, come ci ha detto lei, «Cicrede è il nome che mi sono data in questo percorso. Perché mi sono posta come obiettivo quello di non mollare mai e di credere sempre di potercela fare. Infatti tutti mi chiamavano così, “Cicrede” tutto attaccato. È un nome a cui tengo molto e nel tatuaggio ci sono delle farfalle che rappresentano la mia famiglia».

Il rapporto con la casa editrice
Fabiana Latella ci ha raccontato di esser stata felicissima nel sapere che Città del sole, a cui aveva mandato il suo manoscritto, aveva apprezzato il progetto di diffondere il libro in modo da poter veicolare un messaggio di speranza e di supporto dedicato a tutti i giovani affetti da qualche tipo di malattia.
Proprio per questo la casa editrice, insieme a Fabiana, ha organizzato degli incontri nelle scuole, per il momento a Reggio Calabria e a Vibo Valentia, per presentare il testo. A tal proposito l’autrice ci ha confidato: «Quando vedo qualcuno piangere ai miei incontri penso “io ho vinto” perché ho toccato l’anima della persona».
Un percorso di vita tortuoso che l’ha fatta diventare la splendida ragazza che abbiamo incontrato, luminosa dentro e fuori. Per concludere la nostra conversazione le abbiamo chiesto notizie della sua vita attuale: «Adesso sono una ragazza normale a parte la cicatrice. La schiena mi impedisce di fare certi movimenti, ma mi sono abituata. Il mio obiettivo è quello di stare bene».

Maristella Occhionero

(www.bottegascriptamanent.it, anno IX, n. 91, marzo 2015)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT