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A. XVIII, n. 199, aprile 2024
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Recensioni brevi (a cura di La Redazione)

I diritti della persona.
Una questione attuale
e ancora da definire.
A che punto è l’Italia?

di Federica Lento
Edito da Ediesse un saggio che sonda, mediante le sue varie declinazioni,
il tema dell’articolo 3 della Costituzione italiana: la pari dignità dei cittadini


La tutela dei diritti umani è un fatto che ci riguarda da vicino perché è strettamente collegato con la dignità dell’individuo, specchio della comunità umana nel suo essere cittadino facente parte di una sua comunità di riferimento. «Dalla filosofia antica a quella contemporanea, dall’epica all’etica, dalla politica alla religione non c’è riflessione che, sia pure indirettamente, prescinda dal riferimento alla dignità». Di questo tema si parla nel saggio L’articolo 3. Primo Rapporto sullo stato dei diritti in Italia (Ediesse, pp. 308, € 16,00) a cura di Stefano Anastasia, Valentina Calderone e Lorenzo Fanoli, con Prefazione di Luigi Manconi. Si tratta del primo rapporto periodico sullo stato di attuazione dei diritti fondamentali della persona e delle garanzie poste a protezione delle minoranze, progettato e realizzato dall’Associazione “A buon diritto”, che ha lo scopo di promuovere la questione dei diritti umani e di contribuire a proiettarla sulla sfera politico-parlamentare, al fine di perseguire effetti sul piano dell’attività normativa e su quello degli orientamenti collettivi. Scopo di questo saggio è analizzare il concetto di dignità legato alla libertà: la libertà personale, quella di movimento, la libertà religiosa e sessuale e, ancora, la libertà dalle discriminazioni di qualunque origine e dalle violenze comunque motivate. Il saggio è suddiviso in capitoli, ognuno dei quali analizza un tema fondamentale: disabilità, omosessualità e diritti, il pluralismo religioso, minoranze, migrazioni e integrazioni, profughi e richiedenti asilo, giustizia e garanzie, libertà di espressione e informazione, dati sensibili, riservatezza e diritto all’oblio, la tutela dei minori, l’istruzione e la mobilità sociale, la libertà femminile e l’autodeterminazione, il diritto alla salute e la libertà terapeutica, le garanzie del lavoro e quelle del reddito, la protezione dell’ambiente.

La dignità è il diritto fondamentale per ogni esistenza
Il testo nasce per ovviare al fatto che in Italia non esista un rapporto periodico sullo stato di attuazione dei diritti fondamentali della persona e delle garanzie poste a protezione delle minoranze. Il progetto L’articolo 3 richiama il principio di uguaglianza iscritto nella Costituzione e, come ricordava Norberto Bobbio quando diceva che «i diritti dell’uomo, per fondamentali che siano, sono diritti storici, cioè nati in certe circostanze, contrassegnate da lotte per la difesa di nuove libertà contro vecchi poteri, gradualmente, non tutti in una volta e non una volta per sempre», riflette sui cambiamenti del legame tra cittadinanza e diritti, che dovrebbero tenere come punto fermo la dignità umana. Quest’ultima rappresenta il profondo legame tra la comunità umana e la negazione di barbarie e aberrazioni, il diritto a riconoscersi come uomini, ad avere un’umanità. La Costituzione italiana, all’articolo 3, appunto, richiama la «pari dignità sociale di ogni individuo, obbligando la Repubblica a rimuovere gli ostacoli di fatto che le si frappongono». I bisogni fondamentali dell’individuo si basano sull’aspirazione a un’esistenza giusta, libera e dignitosa e la diffusione e la fruizione dei diritti fondamentali della persona si dovrebbe configurare come precondizione dell’agire politico, sociale ed economico di qualsiasi paese civile. Ad oggi, però, come leggiamo nel testo, «tale concezione, sia che si manifesti come precondizione che come aspirazione, non si realizza mai pienamente: né nella sua forma originaria, né tantomeno nel suo processo dinamico. È quindi compito doveroso e insieme arduo quello di chi si assume l’impegno di osservare, valutare, segnalare e promuovere azioni e politiche che consentano la piena affermazione di tale principio». Riconoscere e tutelare la dignità umana sono, dunque, gli elementi che contraddistinguono la vocazione del saggio: “riconoscere” richiama l’essenza stessa dell’essere umano, il fatto di esistere; la “tutela” identifica la violazione di questa esistenza e si impegna a ricostruirla. La dignità, si legge nel saggio, «è la rivendicazione di un riconoscersi come uomo, in ogni circostanza, contro i poteri concreti che li violano costantemente. Cambia nei riferimenti empirici, nelle dimensioni di fatto, ma rimane uguale nell’idea di un progetto di comunità umana in cui i meno privilegiati hanno diritto al riconoscimento e alla tutela di un’uguale dignità e quindi a far parte con uguale privilegio della “famiglia umana”; di volta in volta e mai una volta per tutte. I meno privilegiati sono quelli che nei casi storici concreti si trovano nella condizione che la violenza e l’umiliazione dei poteri selvaggi infliggono alla “nuda vita” delle persone, in quanto esseri viventi e non soltanto semplici “cittadini”».

Federica Lento

(www.bottegascriptamanent.it, anno IX, n. 90, febbraio 2015)

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