Quanto vale la parola di un uomo in mezzo agli uomini? E quella di un santo che con la sua opera di carità e di sacrificio ha commosso generazioni? Il valore, quello che racchiude nel profondo di sé l’animo umano, si manifesta nella capacità di ascoltare gli altri e di muoverli al bene, attraverso la meravigliosa virtù della comunicazione. Quella parola magica che spesso arriva quando il vuoto avvolge l’individuo a rischiarare le tenebre della rassegnazione e dell’avvilimento. Così un religioso dal profondo Sud Italia ha fatto parlare il mondo di sé e delle sue gesta, ricco di un grande rigore morale e di quella convinzione accesa che solo avvicinandosi al simile si possa forgiare un mondo migliore, prodigo di intensità e fascino. Parliamo della figura di S. Francesco di Paola, mirabilmente tratteggiata nella sua indiscussa immagine di “riformatore sociale” nel testo di Giuseppe Mario Militerni Il messaggio sociale di San Francesco di Paola (Editoriale Progetto 2000, pp. 160, €10,00): «Non rinunziò ad alcuna occasione per richiamare – senza cautele o delicatezze, senza diplomatici velami o per lo meno apprezzabili accorgimenti, bensì con energia e veemenza, con quella stessa veemenza con cui Cristo usò la sferza per cacciare dal tempio i profanatori – i potenti, i ricchi ed i sovrani al dovere di un rigido costume di vita, di una giusta imposizione tributaria, per ammonire che il potere va inteso, non come privilegio, bensì come duro esercizio di un servizio nell’interesse del popolo».

Un messaggio solido e universale
Se all’inizio il testo contiene un’antologia piuttosto compiuta di scritti, discorsi, messaggi e lettere del santo, a testimonianza della sua prolifica attività di indagatore di tutto ciò che sconvolge l’animo umano, in seguito invece si concentra sul suo ruolo di grande comunicatore e ambasciatore nel mondo: i suoi prodigi venivano addirittura richiesti dai regnanti del tempo per la risoluzione dei problemi di salute propria o di stretti familiari. La potenza dei miracoli compiuti da Francesco travalica i confini italici e gli reca gloria e onori ovunque. E risiede proprio nella forza del miracolo inteso come mezzo per convertire il cuore dell’uomo, per sconvolgerlo nell’intimo della sua dimensione finita di essere vivente, testimoniando la vicinanza di Dio nell’attimo dello smarrimento e del tormento, il potere di riformatore della società, di iniziatore del cambiamento di un’epoca. «Ma l’iniziativa personale del miracolo gli è più congeniale allorché santo della carità chiede egli stesso, in prima persona, a Dio di intervenire direttamente per confermare, col miracolo, all’umanità di oggi e dell’avvenire, la rivelazione del messaggio trinitario d’amore, di verità, di bontà, ed illuminare, anche con le folgorazioni del prodigio, gli itinerari della pace, della giustizia e della libertà, per le strade lunghe e tormentate della storia».

L’autore
Originario di Cetraro, dove nacque nel 1914, e di orientamento politico-cristiano, Giuseppe Mario Militerni riservò sempre un posto di gran privilegio nella sua vita alla fede religiosa; non dimentichiamo che fu allievo dei Padri Benedettini di Badia di Cava dei Tirreni, che lo istruirono nella sua formazione umanistica. Da giovanissimo entrò a far parte dell’Azione cattolica italiana per esser poi eletto senatore militando nella Democrazia cristiana. Appassionato dei dubbi esistenziali che attanagliano la coscienza dell’essere umano, fece di questa sua propensione uno strumento di elaborazione, scoperta e analisi della società grazie al quale proporre un punto di risoluzione delle inquietudini e delle problematiche più accese. Fu politico appassionato e credente, e questo senso di misticismo e di sensibilità lo fece amare in Italia, soprattutto dai suoi concittadini, che lo ricordano con affetto e stima. Il volume da noi qui recensito è difatti una nuova edizione, pubblicata in occasione delle celebrazioni del centenario della nascita di Militerni.

Conclusioni
Il testo si apre con la breve ma esplicativa Prefazione di Giovanni Leone che si concentra sulla forza trascinatrice e inarrestabile di grande precursore dei tempi del santo calabrese. Partendo dalla visione della figura di Francesco quale artefice di trasformazioni culturali e di sviluppo sociale, presentato nella sua interezza di uomo dalle idee e dalle prospettive lungimiranti (in un periodo storico di arretratezza per la sua regione), punta successivamente la lente di ingrandimento sulla sua capacità di mediatore sia con i fedeli (mossi da un sentimento religioso tipico dell’adesione ad un credo) sia con le istituzioni sociali, già sicure del suo innegabile carisma. Un personaggio di grande spessore morale e di solidi intenti: la sua regola di carità e la decisione di portare il miracolo di Dio tra le classi più povere e umili ne fanno una figura più che mai attuale in un mondo assetato di verità e di giustizia. «A quanti oggi tentano di arrogare ad altri insegnamenti, e soprattutto ad un’impostazione materialistica ed atea dei problemi della vita, il monopolio delle rivendicazioni sociali, sarà sufficiente ricordare che, per venti secoli, e nei tempi più duri, solo la Chiesa, nell’imponente opera dei suoi santi o nell’oscuro ministero dei suoi sacerdoti, è stata sempre accanto ai poveri e ai diseredati».

Pamela Quintieri

(www.bottegascriptamanent.it, anno IX, n. 89, gennaio 2015)