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Riflessi d'autore (a cura di Aurora Logullo) . Anno VIII, 86, ottobre 2014

Zoom immagine Quattordici racconti
ci svelano la natura
noir e misteriosa
degli animali

di Pamela Quintieri
A cura della giornalista Cristina Marra
un’interessante antologia dai tratti
bestialmente horror per Falco editore


Che gli animali abbiano da sempre un legame profondo con la dimensione seducente, onirica e misteriosa della notte è facile da intuirsi: scaltri, raffinati, poliedrici testimoni di misfatti e di inspiegabili eventualità.

Ma il connubio fauna-letteratura in senso più generale ha ancore molto più salde e antiche. Basti pensare ad esempio al mondo della favola, attraverso cui Esopo esprimeva metafore e intenti didascalici ricorrendo a “ferini” personaggi. E, rimanendo nello stesso ambito letterario, possiamo anche menzionare Apuleio e Fedro, mentre, spostandoci verso la letteratura horror di maniera, non possiamo far altro che ricordare Il corvo di Edgar Allan Poe, maestro e mentore indiscusso di tale genere letterario.

Non ci sorprende quindi che un’antologia di racconti del mistero sia dedicata proprio a loro, alle mefistofeliche bestiole; parliamo di Animali noir a cura di Cristina Marra (Falco editore, pp. 200, € 15,00).

«Lo avevo liberato e lo guardavo girovagare per casa con il senso di colpa di chi tradisce la fiducia di un amico. Forse lui si aspettava che vendicassi il suo padrone aiutando la polizia ad acciuffare l’assassino». Il racconto Il gatto nero, di Bruno Morchio, di cui abbiamo qui riportato un brevissimo estratto, apre la raccolta e naturalmente non poteva che avere per protagonista il piccolo animale che, più di tutti, è connesso al mondo dell’occulto, della notte, del nero; già lo splendido nome, Anubi, promette di non lasciarci insoddisfatti.

 

Un’antologia noir

Il volume si compone di quattordici vicende misteriose, ma a interessarci, oltre alla sapienza della scelta dei testi (abbinati dal comune esoterico legame), è la fluidità e la scorrevolezza dell’esposizione, che ci ha sorpreso piacevolmente e la logica dell’intreccio e dell’impianto narrativo, oltre che i soggetti trattati.

Per l’attesa che si concentra tutta nell’attimo prima della scoperta, segnaliamo Il miglior amico dell’uomo di Luca Poldelmengo («Francesco era seduto di fronte al Mamba. Fissava quel corpo snello sollevarsi senza apparente fatica, regale. Ne era terrorizzato e affascinato al tempo stesso. Continuava a chiedersi come mai un serpente dalla colorazione indiscutibilmente grigia portasse quel nome: Black Mamba») e Mephisto di Valeria Corciolani («La gatta stira le zampe davanti con ostentata indolenza e gli lancia un’occhiata scettica. Poi balza a terra dinoccolando l’esile corpicino verso casa»). Per l’acceso intento di sconvolgere il conosciuto e il già detto, ricordiamo invece e Come ci si sente ad essere pipistrello di Enzo Restivo («L’uomo non si scompose, strinse forte il coltello e – con l’altro braccio – si asciugò il sudore che gli bagnava la fronte e una schiuma bianca che gli affiorava agli angoli della bocca.») e Siamo tutti carnivori di Francesco De Filippo («Il primo a scomparire fu mio padre. Era vecchio, è vero, però aveva sempre un bel portamento. […] Mi era sempre piaciuto il suo modo di fare»).

 

Bestie di grande personalità

Diversificati e numerosi sono, come abbiamo già accennato, “gli animaletti” che argomentano le storie noir di questa antologia per niente scontata. Se Margherita Oggero affida il compito di proteggere la tenera vecchietta protagonista del suo Vizietti familiari a Lulù, una Jack Russel Terrier che cerca di avvisare in tutti i modi di un pericolo imminente, Patrizia Debicke van der Noot, ne La vendetta di Maestà, lascia che ad affascinarci sia uno splendido persiano, sornione e intelligentissimo, artefice della resa dei conti; Fabio San Vitale, nel suo Crotalus Adamanteus, si avvale di un sinuoso rettile per costruire una tensione narrativa magistrale; Assunta Morrone, invece, in Leggi nei miei occhi, si concentra sulla figura arcana del felino Basilio: «un gatto passò di lì e non lo degnò di uno sguardo. Doveva essere Basilio. Il passato era tornato e lo aveva travolto, sperava che fosse per l’ultima volta. Le indagini sarebbero continuate ma la pista sembrava quella giusta».

Teena di Arianna Destito descrive e analizza la grande sensibilità di una cagnolina, custode di vite e di sentimenti, che scruta il mondo con occhi sinceri e penetranti, mentre Vita da gatto randagio di Alessandra Leone getta uno sguardo sul valore dell’amicizia tra umani e i piccoli esseri a quattro zampe. Infine, La civetta di Salvo Zapulla trova la sua linfa in un animale portatore di un oscuro presagio di morte, mentre La battuta di caccia di Mimmo Gangemi nella forza di una cagna che ha assistito ad un assassinio e cerca di rivelare l’identità del colpevole: «Sentì i guaiti di Luna dietro un arbusto. La trovò immobile in terra. Vide il sangue».

 

La curatrice

Cristina Marra è una personalità di spicco per alcuni premi letterari di cui è anche membro di giuria: ci riferiamo in particolare al Premio letterario nazionale “Tropea”, al Premio “Gialloluna NeroNotte” di Ravenna e al Premio letterario “Città di Sortino”.

Originaria di Reggio Calabria, è giornalista pubblicista e critica letteraria con riferimento in special modo al già citato filone del noir: difatti, oltre ad essersi rigorosamente occupata del testo in oggetto, Cristina Marra si è anche dedicata al volume Vento Noir ed ha ricoperto il ruolo di supervisore e direttore allo scorso Festival del Giallo e alla rassegna “Noir in villa” di Frascati.

Come giornalista è particolarmente prolifica: sua la rubrica StrillLibri su strill.it e Animali in noir su MilanoNera, mentre Segnalibri e Interviste con l’autore, alle quali offre il suo contributo, appartengono alla rivista Helios Magazine; diverse le collaborazioni con blog letterari quali Liberi di scrivere, Corpi freddi – itinerari noir e Barche controcorrente. Cura inoltre presentazioni di libri ed eventi letterari come moderatrice ed esperta letteraria.

 

Conclusioni

Animali noir appare dunque un lavoro originale, che punta sulle qualità dei nostri amici animali dalla sensibilità alla generosità, dall’intelligenza alla scaltrezza con riferimento di certo alla loro natura affatto scontata, alla sorpresa che da essi può derivare come base della logica di racconti foschi, intricati, misteriosi. Il noir trova in essi ottimi protagonisti, interpreti ed abili investigatori, nonché personaggi capaci di dispiegare e creare lo snodo viscerale della storia o anche di coadiuvare protagonisti e oscuri figuri.

Quanto può essere destinato al caso? Quanto al fortuito incontro con tali inconsuete creature? Come possono intrecciarsi le loro animalesche esistenze alla vita degli esseri umani?

Se si cercano emozioni forti, soprese, intrigo… questo volume saprà farsi apprezzare nelle sue aspettative.

Eppure, come spiega Marco Piva nella Postfazione, «Ciò che non comprendiamo ci fa paura, crea insicurezze e timori. E leggerne vuole dire cercare una sfida, un’emozione forte, un tentativo per esorcizzare le nostre debolezze, avere risposte più o meno rassicuranti. Pane e ossigeno per il lettore di gialli. Con buona pace degli animali, è ancora l’uomo a detenere il primato di “bestia” ideale nella concezione di un romanzo di genere».

 

Pamela Quintieri

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VIII, n. 86, ottobre 2014)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT