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A. XVIII, n. 200, maggio 2024
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Recensioni brevi (a cura di La Redazione)

Il sentimento d’amore:
le sue cause segrete,
le sue ragioni intime
in un saggio indagine

di Pamela Quintieri
Da Galassia Arte, l’analisi psicoterapica della passione tra due esseri,
vista con interesse, pertinenza e dettaglio, regala preziosi consigli


«Ah l’amore questo folle sentimento» cantavano un tempo le parole di una famosa canzone… Un mistero, un enigma, croce e delizia talmente grande, in nome della quale sono sorte civiltà o sono crollati imperi. Potente e magico, mistico e canzonatorio, al suo cospetto la ragione della felicità dell’umana esistenza fa una piroetta e si inchina, prostrandosi rassegnata, di fronte al rigore della sua logica. Ebbene sì, stiamo per addentrarci nei meandri più profondi e meno noti del meccanismo dell’innamoramento, dell’amore con la “a” maiuscola, che ha fatto perdere il sonno e l’appetito a milioni di amanti, quello a cui i poeti, dalla notte dei tempi, hanno cantato e inneggiato, l’amore vero, il sentimento più autentico. «Non esiste al mondo medicina migliore dell’amore, la nostra grande occasione per essere finalmente felici». E così, a partire da una rapida occhiata alla copertina, ci accostiamo ad una lettura che da subito promette di appassionarci e di stupirci. Parliamo del volume scientifico Da cuore a cuore. Come amare e amarsi, manuale per una vita di coppia felice di Francesco Attorre (Galassia Arte, pp. 180, € 16,00). L’autore è un giovane medico e sessuologo che svolge anche la professione di psicoterapeuta. Da piccolo, ha scoperto la sua passione per la disciplina che esercita, avendo avuto modo di trovarsi per caso nello studio di un professionista. Per approfondimenti circa la sua attività ne segnaliamo il sito web www.francescoattorre.com.
Il saggio preso qui in esame indaga e scandaglia la psiche, mettendola in relazione all’insorgere della passione più viscerale.
«Stiamo per esplorare l’amore, l’esperienza più maledetta che ci potesse capitare mai, la più balorda, la più devastante, la più riluttante delle abbuffate, la più fangosa delle lavate nell’acqua di sorgente inquinata dalle alghe eppure, allo stesso tempo, la più imperdibile, la più catartica delle abluzioni, la più fresca delle ventate nel caldo torrido d’estate, assai più mielata e delicata dello zucchero filato, immensamente più sublime di un’aurora madreperlata, davvero più preziosa di un diamante a ventiquattro carati, più sensuale di un brivido, semplicemente più di tutto».

Quando amiamo
L’amore è difatti qui analizzato, scomposto, ragionato nelle sue molteplici sfaccettature psicologiche (razionali o meno), cioè viene studiato quel che si muove nell’Io del soggetto amante, quali cose o ragioni inducono alla nascita e alla scoperta del sentimento. Ne vengono approfonditi e indagati, con metodo e rigore analitico, i passi che ne determinano l’insorgere, messi a confronto principalmente con le dinamiche parentali, con la motivazione che proprio nel rapporto genitore-figlio si nascondono tutte quelle cause di conflitto-tensione o rilassatezza che rendono un legame affettivo stabile e sano o meno. Il racconto è sì denso di informazioni e di analisi scientifiche, come ci si può naturalmente attendere da un esperto del settore, un medico per l’appunto, ma il tutto è trattato sempre non solo con precisione ma soprattutto con semplicità, in maniera naturale e di facile comprensione anche per lettori che non siano proprio addentro alla materia. L’esame si svolge anche a livello fisiologico, quando vengono indagati i modelli e le sostanze che entrano in gioco: ormoni e neurotrasmettitori si accendono, si solleticano, si mettono in allerta e scombussolano il nostro Io e il nostro cervello. Viene esaminato con la pertinenza e la qualità del dettaglio quanto possa essere misteriosamente determinante il nostro Dna, la molecola di immagazzinamento delle nostre informazioni genetiche che la famiglia ci trasmette quando si crea la nostra vita, sin dallo stadio embrionale, e quanto la composizione del nostro patrimonio biologico possa influenzarci a livello non cosciente seppur determinante.
«L’inconscio è la nostra anima, la nostra culla, la nostra tomba, la nostra verità. Non saremo mai veramente felici se lo negheremo, se sceglieremo facendo a meno di lui».

Una trattazione pertinente, attenta e vicina al lettore
Si tratta di un testo di divulgazione che può facilmente essere letto e gradito dai più. L’autore, da bravo psicoterapeuta quale è, conduce per mano il lettore e lo avvicina alla tematica con fare accorto, delicato, carico di sensibilità, chiarendo alcuni funzionamenti psicologici, ai quali di solito non pensiamo o che, semplicemente, trascuriamo. Ad esempio, l’autore sa ben guidarci verso le motivazioni profonde e ancestrali dell’“innamoramento”, verso le sue cause, verso i meccanismi razionali e non che lo innescano. Pone poi l’attenzione sulla differenza che separa il sesso e l’amore vero, dunque la mera fisicità e il sentimento, posizioni sulle quali anche i più grandi pensatori si sono da sempre interrogati. La trattazione non si adagia mai sulla sterile analisi o sulla meticolosità della divulgazione medica o fisiologica: non parliamo di un testo di studio e basta, esso è altresì un volume che intende porsi adeguatamente come ausilio a quanti sono interessati, cercando di suggerire un viaggio introspettivo all’interno del proprio Io, in seguito al quale si possa arrivare ad un miglioramento, serio e conscio, della propria condizione emotiva o emozionale, che possa far toccare la vera felicità.

Il dolore
«Ora ti racconterò perché l’amore sa essere, a volte, così cattivo da annientarti l’esistenza, facendoti più male di qualunque odio, prima di regalarti la via per la felicità, quella che ti salverà da ogni dolore rendendoti immortale».
Il soggetto che si accosta ad una sperimentazione di questo tipo deve innanzitutto riconoscere che dietro un sentimento così bello e intenso, come quello dell’amore, può a volte nascondersi l’insidia del dolore e della tristezza, ma deve ben comprendere che esso può essere un passo talvolta difficile da superare ma pur sempre efficace per ottenere dei risultati costruttivi. Sarebbe infantile, oltre che di certo inutile, guardare in generale alla vita, non solo al sentimento, con l’incanto e l’ingenuità dei fanciulli; è naturale invece che la nostra esistenza di adulti sia costruita sulla misura di alti e bassi, di vittorie e sconfitte, e che il modo in cui siamo capaci di affrontare le difficoltà renda onore alla nostra natura di esseri umani.
Il saggio infine si propone di divulgare alcuni suggerimenti per essere accorti e cercare di non incappare in esperienze amorose negative, in modo da potere raggiungere la serenità di un legame affettivo felice, sereno, duraturo.

Conclusioni
Sicuramente la ragione di esistere dell’amore risiede tutta nella capacità, da parte di chi lo prova, di scoprirsi tanto ricco intimamente da poter regalare una parte di sé all’altro in termini sia fisici che emozionali, ma anche di capire quanta strada bisogna fare insieme al partner per raggiungere un simile livello di complessità emotiva, un tale profondo intendimento, una “comunione di sensi”. Solo per amore vero ci si può riuscire. Così concludiamo con la domanda iniziale posta dal testo e con la brillante soluzione dell’autore, in modo che possa essere di suggerimento e di supporto a quanti sono innamorati dell’amore stesso: «Perché ci innamoriamo? Così recitava il titolo del capitolo. È difficile risponderti in modo chiaro e completo adesso, ma una cosa è certa: lo facciamo molto presto, non appena incontriamo la sofferenza. Una sofferenza alla quale non siamo affatto preparati e alla quale, ne sono convinto, preparati non lo saremo mai. Innamorandoci ci illudiamo di cancellarla quella sofferenza, dimenticandola. Invece, finiamo per fare di lei qualcosa che resterà per sempre come cicatrice indelebile sulla nostra pelle più delicata e sensibile, quella dell’anima». Guardiamo quindi con coraggio ai mali dell’anima, conosciamoli e distruggiamoli per sempre…

Pamela Quintieri

(www.bottegascriptamanent.it, anno VIII, n. 84, agosto, 2014)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
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