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Letteratura per bambini e ragazzi (a cura di Denise Amato) . Anno VII, n 76, dicembre 2013

Zoom immagine La straordinaria
normalità di Antonio,
ragazzino dislessico

di Angela Patrono
Da Sonda, un bel libro invita i bambini
a riflettere su un disturbo non così raro


Dislessia: la sola parola è in grado di scatenare il panico tra insegnanti e genitori troppo spesso impreparati a gestire questo disturbo dell’apprendimento. Un “problema” che, se affrontato con attenzione e delicatezza, può trasformarsi in una risorsa preziosa. Certo, la difficoltà nel leggere, scrivere o seguire un testo può essere frustrante per un bambino che si ritrova ad arrancare per stare al passo con i progressi dei compagni. Non di rado etichettata come un handicap invalidante, in realtà la dislessia non inficia minimamente le abilità logico-cognitive e creative. Anzi, è risaputo che i piccoli dislessici sono davvero in buona compagnia: come loro, numerose star del cinema, geni del calibro di Albert Einstein e perfino celebri scrittori tra cui Lewis Carroll, Agatha Christie e Gustave Flaubert, a dimostrare che tutto è possibile con l’aiuto di una mente vivace e tanta forza di volontà. Doti che non mancano di certo al giovane protagonista del nuovo libro di Angelo Petrosino, Ciao, io mi chiamo Antonio (Sonda, pp. 208, € 11,90). L’autore, uno dei più affermati scrittori di narrativa per ragazzi, conferma con quest’opera la sua sensibilità verso il mondo interiore dei giovanissimi, facendosi portavoce dei loro sogni, dubbi e pensieri più profondi. Il suo ritorno nelle librerie segna un deciso cambio di rotta: dopo aver indagato l’universo delle bambine e delle adolescenti con i fortunatissimi personaggi di Jessica e Valentina, con questa ennesima fatica si cimenta nell’esplorazione di un protagonista maschile.

 

Libri? No, grazie!

Dieci anni, alunno di quinta elementare, Antonio è figlio di una casalinga con diploma da maestra e di un famoso scrittore per ragazzi. Viste le premesse, ci sarebbe da aspettarsi un piccolo topo di biblioteca o comunque un ragazzino portato per la lettura come la sorella tredicenne Erica, grande divoratrice di libri. Invece, come è lui stesso a confessare: «Io con i numeri gioco come con le biglie. Li mando dove voglio, li prendo da dove arrivano». A questo talento innato per la matematica, però, non corrisponde altrettanta propensione per la lettura e la scrittura. Antonio ricorda con disagio i tempi della prima elementare: «Passavano le settimane e c’era chi imparava prima e chi imparava dopo a leggere e a scrivere. Io, invece, non ci riuscivo proprio». Il verdetto, pronunciato da una specialista del linguaggio, è di quelli spiazzanti: dislessia. Ma Antonio non ci sta a rimanere indietro. Incoraggiato dal padre, riesce pian piano a risalire la china, pur continuando a guardare alla lettura con un certo fastidio.

In ogni caso la dislessia, sebbene presente, non adombra le vicende di Antonio, raccontate con garbo e maestria in un libro che si legge con scorrevolezza, grazie anche allo speciale font EasyReading®, appositamente studiato per migliorare al massimo la leggibilità.

 

La magia della quotidianità

La vita di Antonio, in fondo, è straordinariamente normale. Dai bisticci con la sorella maggiore alle corse in bici con il migliore amico Riccardo, le avventure del protagonista sono semplici ma a loro modo grandiose se viste con gli occhi di un ragazzino di dieci anni. Forse Antonio non userà poteri arcani per salvare il mondo come tanti suoi “colleghi” maghetti, ma riesce subito a conquistare i giovani lettori grazie alla sua innata bontà d’animo e curiosità, oltre a una simpatia spontanea e disarmante che lo rende un ideale compagno di giochi per i suoi coetanei. Si ride e si riflette nel leggere le piccole grandi avventure di un eroe per caso, che durante una gita scolastica in cascina salva la compagna di classe Mirella da un’asina infuriata (o forse solo spaventata), o che insieme all’amico Riccardo trova cinquecento euro in un parco e decide di denunciare il fatto al commissariato.

 

Tutti i colori dei sentimenti

Sono le relazioni umane, declinate in ogni sfumatura, a dominare nel libro. Petrosino illustra le dinamiche dei rapporti familiari creando un quadro abbastanza realistico, per quanto permeato da un velo di sana ironia. A partire dal personaggio del padre, scrittore per ragazzi, alter ego non tanto celato dello stesso autore; il suo cognome (e quindi quello di Antonio) è… Petrini: non ricorda forse qualcuno? Antonio ammira la figura paterna, ma vive quasi con insofferenza la fama di un genitore tanto ingombrante. «Un po’ mi scoccia che stiano sempre a dirmi: come sei fortunato ad avere un padre che scrive libri. Che significa? I compiti me li faccio da solo e non so nemmeno inventare una storia». E quando l’amica bidella Elena gli chiede: «“Non vorresti fare lo scrittore come lui, un giorno?”», Antonio risponde: «“No. Come faccio a stare seduto tante ore?”».

Nel corso della narrazione, il bambino arriverà a copiare un racconto paterno per un concorso di scrittura, con risvolti comici e inaspettati, e, sempre all’insaputa del padre, chiederà del denaro in cambio di un suo autografo, inimicandosi la mamma di una piccola lettrice.

Il libro approfondisce anche il legame con la sorella Erica, che si affaccia sulla soglia dell’adolescenza ed è alle prese con i problemi tipici della sua età. Ormai indipendente, pretende i suoi spazi e non fa che punzecchiarsi con Antonio, il quale non riconosce più in lei la sorella complice e amorevole di un tempo. «Quando una ragazza cresce, comincia a fregarsene di suo fratello», constata amaramente il protagonista. In ogni caso neppure Antonio sarà immune ai primi turbamenti sentimentali, che lo proietteranno di colpo nella preadolescenza. Vero punto di svolta della storia, infatti, è l’arrivo di Margherita, una nuova compagna di classe, bambina diversa dalle altre, gentile e riservata ma con un fascino particolare, che non mancherà di attirare l’attenzione di Antonio. Tuttavia la dolce Margherita nasconde un segreto…

 

Riflettere divertendosi

Nonostante i toni giocosi del libro, Petrosino non disdegna spunti di riflessione e perfino temi drammatici. Nella sua storia fanno capolino vicende di esclusione sociale, come l’intervista ad un lavavetri marocchino che Antonio effettua per la scuola, e di ordinaria solitudine, come quella della vicina di Antonio, la signora Buonconsiglio, alias “Crosta di ghiaccio”, rivestita di una corazza fittizia che il bambino riesce a scalfire. Si parla anche di adozione, altra tematica forte, ma senza retorica. Dopotutto il target del libro è la fascia 7-10 anni e ogni situazione “adulta” è affrontata con la massima delicatezza, pur stimolando la naturale curiosità cognitiva del giovane lettore. Ciò si nota anche nell’utilizzo di un lessico essenziale, ma arricchito qua e là di termini più ricercati.

Nota di merito anche per la brava illustratrice Laura Stroppi, che ha corredato il testo di una versione integrale a fumetti, con disegni dal tratto morbido e delicato, ma spiritoso e per nulla lezioso.

Il vero punto di forza del libro è la scrittura dell’autore, che trasforma dei resoconti di vita quotidiana in eventi memorabili e accattivanti grazie all’uso massiccio di dialoghi incalzanti, caratterizzazioni indovinate e un umorismo elegante, mai sopra le righe. Ancora una volta, Petrosino ha fatto centro.

 

Angela Patrono

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VII, n. 76, dicembre 2013)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT