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A. XVIII, n. 200, maggio 2024
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Corsi e concorsi (a cura di Pamela Quintieri)

Dal miraggio alla penna.
Sbaragliare gli avversari
nelle sfide letterarie
grazie a pratici consigli

di Adelina Guerrera
Orientarsi tra i concorsi per poeti e narratori non è mai stato così facile.
Da Morellini, una guida preziosa per chi crede nel proprio potenziale


Da sempre la scrittura rappresenta un mezzo di comunicazione in grado di instaurare dialogo, interattività e sinergia con gli altri; si scrive per puro diletto o passione, a volte per necessità, altre ancora per semplice evasione. Qualunque sia lo scopo per cui si scrive, implicita è l’esigenza di far conoscere agli altri e, molto spesso, anche a se stessi le proprie idee, comunicare le emozioni e le sensazioni che fanno parte del proprio Io più profondo. La scrittura pertanto risulta, in primo luogo, un modo per immortalare nel tempo il proprio pensiero affinché venga ricordato nella memoria dai posteri. E in secondo luogo rappresenta certamente anche una forma di conoscenza in grado di arricchire prima se stessi e poi chi legge, in un itinerario di creatività comune in cui spesso la realtà e la finzione si mescolano per far “parlare” i sentimenti.
Un’opera quindi, sia essa in prosa o in versi, è il frutto del pensiero di ogni autore, dilettante o meno, che si accinge, ogni qual volta getta qualcosa “nero su bianco”, a dar vita a una propria creatura che deve essere curata in tutte le sue forme e amata sin dal principio.
Ma ci si può chiedere, allora: è davvero così? La propria scrittura è considerata sempre il frutto di un amore che proviene dall’interno o molte volte ci si improvvisa scrittori? Infatti non basta sapere scrivere bene per aver successo, ma bisogna farsi conoscere, farsi leggere, e i concorsi possono essere un ottimo strumento perché ci si distingue dagli altri, anche agli occhi degli editori che sono sommersi ogni giorno dai dattiloscritti e, magari, faticano a trovare un valido autore da pubblicare. Un’utile “bussola di riferimento” soprattutto per chi è alle prime armi, è Guida ai concorsi letterari. Manuale d’orientamento per scrittori e poeti fra oltre 150 rassegne (Morellini editore, pp. 208, € 12,90) di Andrea Bonfiglio, giornalista toscano, esperto di marketing e comunicazione, nonché vincitore di diversi premi letterari e dal 2007 membro della giuria del Concorso letterario internazionale “Versi e prosa”. Il testo censisce, grazie ad apposite schede, oltre 150 concorsi letterari italiani, fornendo nei minimi dettagli informazioni di facile comprensione.

Non sempre si vince…
Chi si pone per la prima volta davanti al “foglio bianco” con l’intenzione di ideare e redigere una propria opera deve chiedersi prima di tutto se realmente è pronto ad affrontare questo percorso, che può avere in itinere ostacoli e difficoltà da superare. Si tratta, come suggerito dall’autore, di «un’introspezione ponderata sulle personali abilità di poeta o narratore» che, «appellandosi alla massima onestà intellettuale», è in grado di decidere se «accettare un’ipotetica sconfitta».
Dunque, chi non è pronto a sostenere questo, afferma l’autore, allora non è pronto neanche a scrivere e a mettersi in gioco partecipando ad un concorso.
Ad ogni modo, anche per rassicurare i meno temerari, va detto che una mancata vittoria in una competizione letteraria non significa necessariamente che il proprio scritto non sia valido, ma che, più semplicemente, è stata espressa «una predilezione per la singola opera presentata in concorso da un altro scrittore» anche perché «nessuna giuria può pesare il valore di un artista, pur cimentandosi, con tutte le soggettività del caso, nella valutazione dei suoi testi».
Allora cosa deve fare un autore, specie se esordiente, di fronte a un mancato sì? Deve comunque continuare a crederci, a possedere quello spirito di competizione sano e puro che lo porterà a realizzare la sua opera e, anche se non subito, a vederla vincitrice di un concorso.

Sette regole d’oro per non improvvisare
Prima di passare in rassegna e analizzare i vari concorsi, l’autore si sofferma sul significato della scrittura. Come egli stesso ribadisce, il suo testo ha lo scopo di «essere un valido alleato nella definizione del percorso artistico di ogni letterato del terzo millennio».
Scrivere e gettare giù le proprie idee sembra facile, ma di fatto non lo è: non si può pensare che poche righe facciano di un individuo uno scrittore. Alla luce di questa premessa, l’autore fornisce sette indicazioni, che definisce le «sette regole d’oro».
Anzitutto, prima di iniziare a scrivere, bisogna leggere; la lettura rappresenta un percorso di approfondimento di fondamentale importanza, forse lungo, «ma di certo fruttuoso, poiché sarà in grado di permettere allo scrittore di capire davvero in quale genere letterario cimentarsi». Questa rappresenta dunque la base da cui partire: non esistono scuse, di qualsiasi genere esse siano, per non leggere; «si può leggere ovunque e in qualsiasi momento».
Solo quindi chi leggerà con passione e farà sua questa esperienza riceverà da essa dei vantaggi: è noto, infatti, che leggere permette di «ampliare il ventaglio di esperienze»; in particolare, la partecipazione a premiazioni di concorsi letterari o, meglio ancora, l’esperienza “mirata” ad un laboratorio teatrale, a manifestazioni organizzate da biblioteche o gruppi culturali si possono considerare modi e mezzi per arricchire il proprio bagaglio culturale.
E, ancora, che importanza ricopre il tanto amato/odiato dizionario della lingua italiana che per anni si è utilizzato a scuola? In verità, si può considerare un «partner affidabile che deve sempre affiancare un autore, non soltanto nel momento in cui questi afferra la penna o si siede davanti alla tastiera».
Insieme a tutti questi suggerimenti, di fondamentale importanza risulta, prima di dare inizio al proprio lavoro, l’esercizio nella strutturazione della scrittura stessa: buttarsi a capofitto e versare «fiumi d’inchiostro sulla pagina» serve a poco. Piuttosto occorre prima capire a quale tipo di pubblico destinare l’opera e come articolare questo percorso: bisogna, in poche parole, aver chiara la meta da raggiungere.
Il momento, forse, più difficile nella definizione e ultimazione di uno scritto è la sua stessa revisione. Questa è di primaria e necessaria importanza: non si può considerare un di più, ma un processo intrinseco all’opera stessa che non accetta sconti né sviste né imperfezioni. È un lavoro quasi certosino di massima precisione e accuratezza, perché «un’opera piena di errori è destinata a scadere nella considerazione di un editore o di una giuria letteraria, vanificando gli sforzi compiuti dallo scrittore, che vede ridursi al minimo le possibilità di successo» portando nel peggiore dei casi, ad «un suicidio letterario».
La fase finale, dunque, corrispondente alla scelta dei concorsi letterari a cui partecipare o di un editore a cui sottoporre la propria opera, è delicata e, nello stesso tempo, assai ardua: consiste in una selezione accurata e vigile che implica varie condizioni, prima fra tutte la credibilità e l’onestà intellettuale del proprio operato.
In particolare, partecipare ad una gara letteraria significa conoscerne a fondo i parametri di selezione dello stesso, rispettandoli in pieno e soprattutto verificandone l’adeguatezza; così come, prima di sottoporre la propria opera ad un editore, è necessario conoscere le sue logiche di mercato, nonché le possibilità di riscontro, di garanzia e di distribuzione del testo da lui preso in considerazione.
Tutto questo vuol dire una sola cosa: attenti, scrittori, vagliate bene e studiate ogni piccola mossa, perché la vostra opera vale se voi la valorizzerete!

Oltre 150 concorsi descritti con precisione e maestria
Gran parte della seconda parte del manuale è dedicata all’analisi e alla classificazione dei concorsi, mediante apposite schede, così da garantire al lettore una «semplice, intuitiva e veloce consultazione».
I punti messi in luce nelle schede si esplicano in diverse voci: anno di fondazione, organizzazione, regione, provincia, località, sezioni concorsuali, tipologia opere, quota di partecipazione, premi in denaro, indirizzo di riferimento, sito di riferimento, recapitati telefonici e note.
Ciascuna categoria è presentata con la massima precisione così da garantire all’aspirante vincitore di «scegliere al meglio le manifestazioni alle quali partecipare».
Dunque, scrittori, non rimane che mettersi all’opera: scrivere per poi concorrere, ma ricordando sempre le sette regole d’oro e soprattutto credendo in ciò che si vuole trasmettere.

Adelina Guerrera

(www.bottegascriptamanent.it, anno VII, n. 73, settembre 2013)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT