Homepage - Accesskey: alt+h invio
Editore: Bottega editoriale Srl
Società di prodotti editoriali, comunicazione e giornalismo.
Iscrizione al Roc n. 21969.
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza
n. 817 del 22/11/2007.
Issn 2035-7370.

Privacy Policy

Direttore responsabile: Fulvio Mazza
Direttore editoriale: Mario Saccomanno
A. XVIII, n. 200, maggio 2024
Sei in: Articolo




Pedagogia e Scienze dell'educazione (a cura di Francesca Ielpo)

Apprendere a distanza,
ovvero e-learning:
come cambia la scuola
nell’era del digitale 2.0

di Francesca Ielpo
Da Armando editore, studi e proposte sull’uso delle nuove tecnologie
nel campo formativo per modernizzare il volto dell’istruzione italiana


Imparare a distanza: la progettazione di corsi formativi e istruttivi cambia le modalità di apprendimento nell’era web 2.0, si adegua al mondo telematico e ne sfrutta potenzialità e vantaggi. L’unico prerequisito è un accesso a Internet, il cui possesso, sulla scia di applicazioni e social network, è divenuto ormai un bisogno primario. Quindi, evitando di spersonalizzarsi davanti a uno schermo, si potrebbe concretizzare l’idea di istruirsi e approfondire passioni e curiosità attraverso l’apprendimento on line. Caratteristiche, vantaggi, svantaggi delle tecnologie applicate alla pedagogia si trovano in E-learning e innovazione pedagogica. Competenze e certificazione (Armando editore, pp. 160, € 14,00) di Augusta Marconi, docente e dottoressa di ricerca in “La Formazione degli insegnanti” e in “E-learning Development & Delivery”, presso l’Università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti-Pescara.

 

Problemi e soluzioni

Il saggio, composto di sei capitoli (oltre a un’Introduzione e a un Glossario minimo), è un viaggio per concetti e contenuti nell’e-learning. Augusta Marconi fornisce definizioni, contestualizza le prospettive italiane ed europee, e termina con l’informare sulle metodologie e tipologie di certificazione al riguardo.

Che cosa fare per incoraggiare all’utilizzo delle Ntic (New technologies of information and communication)? «Nei Paesi dove si investe di più e meglio nell’istruzione non è necessario incoraggiare gli insegnanti a sperimentare e consolidare l’uso delle Ntic per i processi educativi; viceversa, in molti Stati, compreso il nostro, il distacco che si rileva rispetto alla ricerca di nuovi modelli educativi che facciano leva sul sistema massmediale si incrocia con un problema più generale e specifico di ricostruzione del rapporto tra docenti e società». Il preambolo della questione è questo: la nostra classe docente è sfiduciata e la scuola poco aiuta nella formazione sociale emergente. L’Italia, per motivi prettamente socioeconomici, sembra ancora tentennare nell’utilizzo dei nuovi media al fine di arrecare miglioramenti al progresso intellettuale dei cittadini: «Le contraddizioni si generano proprio da condizioni di novità che si scontrano con retaggi conservativi e creano la crisi e la disgregazione della stessa scuola». Si potrebbe avvistare una soluzione se solo gli insegnanti tra le loro funzioni prevedessero l’organizzazione di processi d’apprendimento «in funzione delle esigenze e della realtà sociale in cui la scuola vive. Ne potrebbe derivare così anche la possibilità di ricorrere a strumenti didattici alternativi al testo adottato e far rientrare, in questo campo, finalmente le Tic (Technologies of Information and Communication) e l’e-learning». L’autrice propone l’inserimento di nuove figure professionali: coordinatori didattici o progettisti della formazione. Questa dovrebbe essere la solida base della struttura di un’«e-scuola».

D’altra parte, passi in avanti ce ne sono stati: si pensi, in Italia, alla nascita del Pstd 1997-2000 (Programma di sviluppo delle tecnologie didattiche), per via del Ministero della Pubblica Istruzione, i cui tre grandi obiettivi sono: «l’educazione degli studenti alla multimedialità e alla comunicazione; il miglioramento dell’efficacia dell’insegnamento e dell’apprendimento delle discipline; il miglioramento della professionalità dei docenti». Si parla ancora di facilitazioni, da parte dello stato, per l’apprendimento delle pratiche digitali con i piani ForTic1 (2002/2005) e ForTic2 (2006/2008) che prevedono l’implementazione di centri di certificazione dell’Ecdl, la vecchia patente europea del computer; nel 2005 si è intervenuti dall’alto con “@pprenderedigitale (2005/2006) per l’integrazione dei contenuti digitali a supporto della didattica” ovvero affiancare alla didattica gli strumenti tecnologici.

Certo, merita anche ricordare che la generazione attuale, soprannominata net generation, accelera il processo di trasformazione in atto: si comunica attraverso chat, blog, forum. Ci si informa condividendo, si pensi al giornalismo partecipativo: «l’importante non è più sapere qualcosa, ma sapere in che modo accedere alle conoscenze ed elaborarle. L’importante è rendersi conto che oggi non pensiamo più da soli, isolati, ma assieme a tutte le persone che sono impegnate, nel breve e nel lungo periodo, nelle attività di problem solving, di scoperta e di fissazione dei risultati per renderli accessibili a tutti».

Un miraggio nella messa a punto dell’apprendimento e della condivisione on line è la Strategia di Lisbona 2020. Quella avvenuta nel 2000, il cui proposito era di fare dell’Unione Europea «la più competitiva e dinamica economia della conoscenza entro il 2010», ha visto i suoi primi risultati attraverso azioni di mainstreaming, con la diffusione, ad esempio, del digitaldivide, volto alla promozione del dialogo multiculturale e al sostegno di deboli ed emarginati, e all’apprendimento aperto e a distanza attuato da un numero sempre più crescente di università.

 

Coerenza e qualità

Nel Laboratorio di Tecnologie dell’educazione dell’Università di Firenze prende vita una guida «alla qualità nell’erogazione della formazione in rete» così come l’Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori). In entrambi si definisce la qualità dell’e-learning attraverso l’individuazione dell’ente proponente, la coerenza con gli obiettivi definiti dalla domanda istituzionale e quelli dell’intervento stesso «attraverso un’adeguata integrazione tra la tecnologia impiegata, l’architettura della comunicazione e gli attori del processo (docenti e discenti)».

È così che Augusta Marconi con la sua opera, redatta in modo completo ed esaustivo, offre un nuovo punto di riferimento ai docenti vecchi e nuovi: i primi si sono catapultati nella tecnologia con lentezza e consapevolezza, i secondi ritroveranno le proprie foto d’infanzia su Facebook.

 

Francesca Ielpo

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VII, n. 73, settembre 2013)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT