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Editoria varia (a cura di Manuela Mancuso) . Anno VII, n 73, settembre 2013

Zoom immagine Italia arbёreshё: Lungro.
Un’articolata ricerca storica
sul sistema planimetrico,
urbanistico e insediativo

di Adelina Guerrera
Una piccola città ricca di cultura,
memoria e tradizione. Da Il Coscile


Riguardo alla cultura e agli insediamenti arbёreshё in Calabria e nel resto dell’Italia, tanti sono stati gli autori che attraverso le ricostruzioni di fonti e documenti storici hanno dato vita nel corso degli anni ad un’attenta lettura, e in alcuni casi rilettura, di questa civiltà, sottolineando da una parte, grazie ad un’accurata analisi antropologica, un’attenzione particolare a riti e tradizioni tramandate di secolo in secolo, dall’altra evidenziando aspetti prettamente storici, economici e, spesso, anche di evoluzione urbanistica dei territori presi in questione.

Preminente importanza ricoprono i comuni arbёreshё in Calabria, luoghi in cui miti e leggende, folklore e rituali vengono ricordati e commemorati per tenere sempre viva la memoria storica di un popolo che ha consolidato in essa le proprie radici, trasmettendo valori unici e memorabili.

A riguardo, di straordinaria rilevanza storica, è il testo di Vincenzo Maria Mattanò, Il centro antico di Lungro. Un raro documento di rigore tipologico e di sofisticata strategia insediativa (Il Coscile, pp. 192, € 15,00), a cura e con contributi di Gianfranco Castiglia e Angelo Straticò, che vede la luce dopo oltre venticinque anni dalla sua stesura e che si propone come oggetto d’analisi e ricerca «l’evoluzione urbanistica dell’abitato di Lungro in un momento cruciale della sua trasformazione, quando all’impianto medievale del casale e del successivo borgo venne sovrapponendosi, con l’arrivo dei profughi albanesi, il sistema policentrico radiale delle gjitonie».

Pertanto, trattandosi di un lavoro di studiata e complessa elaborazione, da esso traspare tutta l’emozione che tale ricerca ha suscitato, riportando alla luce, così come opera un bravo archeologo, il vissuto e la pienezza di ogni singolare scoperta.

Il lettore che si accosta per la prima volta al testo ha l’impressione di «immergersi gradatamente nella storia urbanistica di Lungro»; ciò emerge soprattutto grazie alla «lettura della morfologia del territorio e alle stesse strategie insediative».

 

La comunità di Lungro come prodotto di memoria e cultura

Al di là della dettagliata analisi urbanistica e topografica che corona il testo stesso, se si dovessero analizzare i motivi che spingono l’autore a intraprendere una così articolata e, allo stesso tempo, strutturata ricerca, uno dei principali, come ribadito da egli stesso, è quello di «riportare l’attenzione su uno degli elementi che maggiormente caratterizzano la comunità di Lungro, ossia l’articolazione, la strutturazione e la morfologia dell’insediamento urbano, considerato nella sua stratificazione storica come prodotto della memoria, delle conoscenze, della cultura, delle speranze, della progettualità e più in generale della singolare spiritualità di chi, nel corso dei secoli, ha concorso a configurarlo e lo ha abitato».

Solo in quest’ottica, si percepisce il suo più intrinseco significato, così che Lungro risulta «l’espressione di un’identità complessa, formatasi dall’incontro e dalla coappartenenza, singolarissimi per la loro capacità impressiva, di una pluralità di apporti culturali, di istanze, di provenienze e di destinazioni diverse e, per certi versi, ancora inespresse».

Queste considerazioni e riflessioni spingono e inducono ad una comprensione piena e profonda del valore non solo storico ma, soprattutto, etico di salvaguardia e custodia di una memoria che è stata riportata in vita a distanza di secoli e che ha permesso, attraverso ricostruzioni storiche da una parte, archeologico-architettoniche dall’altra, la rifondazione di una cittadina e della storia di cui essa fa parte.

 

Un complesso sistema urbanistico e architettonico

Per capire a fondo il testo, occorre addentrarsi in un’indagine storica ed urbanistica insieme che svela sin dal suo incipit una «tipologia insediativa unica nel suo genere», quella dei centri arbёreshё.

Questa, come dimostrano le fonti, è costituita da «un sistema policentrico radiale, corrispondente all’assetto socio-amministrativo che le antiche comunità albanesi si sono date in madrepatria, durante il lungo e difficile periodo della resistenza alle incursioni di Maometto II».

Infatti, grazie a questo excursus storico si è in grado di capire molti punti che per secoli sono rimasti oscuri, così da condurre una verifica appropriata sulla «configurazione radiale delle gjitonie fino al livello tettonico e spaziale delle architetture stesse».

Questo ha spinto l’autore all’individuazione del primo accampamento degli Albanesi e alla loro identificazione così da ripercorrere attraverso un’accurata ricostruzione lo stato dei luoghi e della crescita dell’abitato dal XII al XVIII secolo.

Nello sfogliare il testo si nota, infatti, con quanta cura e dedizione l’autore abbia lavorato all’apparato iconografico del volume, composto sia di mappe e piante topografiche, sia di planimetrie e foto antiche: è una sfilata di immagini che si susseguono l’una dietro l’altra e che vengono commentate e analizzate in ogni singolo dettaglio, tanto da dare l’impressione di trovarsi in un testo che cammina da sé. Chiese, cattedrali e abbazie vengono analizzate in ogni loro aspetto, una vera e propria “architettura” di immagini che non tralascia nulla né a livello grafico né, tanto meno, come fonte storica.

Tante infatti sono state le citazioni a cui l’autore e i curatori del testo si [ispirano] sono ispirati: queste sono considerate il modello da cui partire per approfondire la ricerca stessa.

Si tratta dunque di un pregevole lavoro che si inserisce in un’ottica di «informatizzazione e di continuo monitoraggio del territorio».

Obiettivo ultimo di questa ricerca risulta essere, pertanto, quello di prendere come esempio il nucleo più antico dell’insediamento italoalbanese di Lungro e riproporlo come modello d’indagine ad altri insediamenti arbёreshё.

Lo studio condotto ha portato a sviluppare metodologie originali e appropriate che hanno messo a fuoco «gli elementi primari e distintivi della tipologia policentrico-radiale della comunità arbёreshё, dotandosi di una rappresentazione grafica più prossima alla dimensione tettonica ed al netto catastale, tanto dell’abitato che del territorio circostante».

Dunque, grazie a geometrie ben articolate che ridisegnano assetti territoriali e a documenti a cui riferirsi e attenersi, è stato possibile riportare alla luce un raro documento – così come afferma il titolo stesso dell’opera – di rigore tipologico, che ha dimostrato, grazie ad una sofisticata strategia insediativa, lo splendore e l’importanza di un centro antico: Lungro.

 

Adelina Guerrera

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VII, n. 73, settembre 2013)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT