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Corsi e concorsi (a cura di Pamela Quintieri)

La “La Giara d’argento”
ad Eliana Iorfida
al Premio nazionale Rai
per i talenti letterari

di Pamela Quintieri
Un successo pienamente meritato ad un’autrice delicata e raffinata,
per un romanzo sulla guerra libanese del 2006: Sette paia di scarpe


In questa vita, dove spesso le illusioni rimangono solamente tali, ci sorprende piacevolmente vedere alcuni sogni realizzarsi e prendere vita. È quello che è accaduto, nella serata del 25 luglio 2013, ai tre vincitori della fase nazionale del Premio nazionale Rai “La Giara” di quest’anno. La location è stata la splendida cornice della Valle dei Templi di Agrigento, a pochi passi dalla casa di Luigi Pirandello al cui testo teatrale omonimo, si ispira degnamente il nome del concorso. Qui, durante l’evento presentato dal giornalista e conduttore Michele Cucuzza e trasmesso da Rai2, i vincitori hanno avuto il loro meritato momento di gloria. La Commissione nazionale, che ha giudicato le opere pervenute quest’anno composta da Pier Luigi Celli, Antonio Debenedetti, Gian Arturo Ferrari, Dacia Maraini, Mario Orfeo, Franco Scaglia, Marino Sinibaldi, ha decretato i tre testi migliori: al primo posto il romano Marco Marrocco con il suo Come l’antenna per i passeri, al secondo posto la calabrese Eliana Iorfida con Sette paia di scarpe, al terzo invece Salvatore Luca D’Ascia, campano, con Supersonico. La serata è stata allietata dagli interventi delle scrittrici Dacia Maraini e Simonetta Agnello Hornby e dalle letture di brani dei testi premiati interpretate dall’attrice Deborah Caprioglio. I riconoscimenti, cioè le "Giare" d’oro, di bronzo e d’argento, sono stati realizzati, come già per la prima edizione, dal maestro orafo Gerardo Sacco.

Un concorso letterario per i giovani scrittori italiani
Il Premio “La Giara” nasce dall’intento di collaborazione tra la Rai e il laboratorio di Scrittura creativa Rai-Eri ed ha il compito, ed il piacere, di scovare i nuovi talenti della letteratura nel nostro paese. Possono difatti partecipare rigorosamente solo gli scrittori che non abbiano superato il limite di età dei 39 anni compiuti all’inizio del concorso. Si può accedere inviando un’opera in prosa non inferiore alle 180.000 battute, spazi inclusi, inedita e originale. Per i dettagli rimandiamo quanti sono interessati al sito Rai http://www.premioletterariolagiara.it/ ricordando che la scorsa, e prima, edizione del Premio, è stata vinta dallo scrittore lombardo Roberto Paterlini con il suo romanzo più che mai attuale Cani Randagi, che descrive l’amore attraverso gli occhi e le difficoltà di tre generazioni di omosessuali. E stato proprio Roberto Paterlini a premiare giustamente il vincitore di quest’anno. L’edizione 2013-2014 è appena iniziata e per tutti quelli che hanno il desiderio di partecipare questa può davvero essere l’occasione giusta per far conoscere il proprio talento nel mondo letterario.

L’autrice, vincitrice de "La Giara d'argento"
È il nostro cuore che fa movimenti tortuosi, strani, imprevedibili, che nutre le nostre azioni e muove tutto. E noi non possiamo che seguirlo irrefrenabilmente nel bene e nel male. Così l’angoscia, i brutti pensieri, così come la risata e la gioia di una giornata di sole sconfinato possono determinare le nostre condotte. Ci chiediamo quindi quale sentimento, quale più intimo pensiero, abbia mosso la penna di Eliana Iorfida mentre si accingeva alla stesura del suo romanzo, Sette paia di scarpe. Ma conosciamo allora un po’ meglio l’appassionata scrittrice. Eliana Iorfida, figlia della Calabria dei talenti, di intelligenza vivace, trasparente e limpida come le acque che bagnano questa terra è forte, determinata e impavida come le nostre ginestre in fiore. I suoi occhi sono luminosi, il suo sorriso trasmette dolcezza. La sua determinazione l’ha condotta in finale. È un’archeologa che ha studiato e lavorato all’estero confrontandosi anche con culture differenti dalla nostra. Sette paia di scarpe è difatti ispirato ad alcuni scavi da lei effettuati nei paesi di cui il suo libro narra. I personaggi prendono spunto da gente conosciuta realmente sul posto.

Sette paia di scarpe
Il romanzo è la storia di un viaggio, suggestivo e coinvolgente. Quello che compiono tre fratelli, costretti dagli eventi, ad abbandonare la loro città Beirut per raggiungere il villaggio di Umm Arabìa, nel Curdistan siriano. Questo è difatti il paese di cui era originaria la loro mamma, ormai morta, e al tempo della narrazione, i ragazzi sono stati allontanati dal padre a causa delle prime avvisaglie dell’imminente conflitto del 2006, la guerra del Libano. I giovani intraprendono dunque un percorso a ritroso nelle proprie origini, e più approfonditamente, nelle tradizioni proprie del loro popolo. Aidha, Tahir e Nashat saranno fortificati e cambiati da tutte queste novità e dalle scoperte di un mondo che, sino a quel momento, avevano trascurato. I fatti sono raccontati attraverso la voce coinvolgente della protagonista. Un “io” narrante fervido, curato, appassionato che riesce a instillare nel lettore la scintilla dell’acuta riflessione. «Non potevo fare a meno di chiedermi cosa sarebbe accaduto in Libano nelle settimane successive alla nostra partenza. Che ne sarebbe stato della nostra città? Dei progetti con Fathima? Di nostro padre? Cosa ci aspettava giunti a destinazione? Questi interrogativi mi attanagliavano il cuore e lo stomaco ancor più delle manovre di volo, senza sapere che il peggio immaginato non era comparabile a ciò che si sarebbe verificato nella realtà da lì a poche settimane». Elegante ed equilibrato lo stile letterario si posa su ogni cosa descrivendola, animandola, cambiandola e, alla fine, donando vita nuova a tutto. Una spirale di sensazioni avvolge così i sensi e la mente. «Distogliendo per un attimo i pensieri e lo sguardo dagli orizzonti nuvolosi, mi accorsi che lo stato d’animo dei miei fratelli era profondamente diverso dal mio. Entrambi erano pervasi da un’eccitazione che, ai miei occhi, appariva fuori luogo in quel mattino di giugno». Noi tutti de la Bottega editoriale, assistendo il nostro direttore Fulvio Mazza, che per il secondo anno di seguito ha fatto parte della giuria della Commissione regionale Rai, abbiamo seguito con ansia e batticuore la finale, credendo con grande convinzione nel testo della Iorfida alla quale rinnoviamo i nostri auguri di realizzarsi pienamente nel campo della scrittura.

Pamela Quintieri

(www.bottegascriptamanent.it, anno VII, n. 71, luglio 2013)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT