Homepage - Accesskey: alt+h invio
Editore: Bottega editoriale Srl
Società di prodotti editoriali, comunicazione e giornalismo.
Iscrizione al Roc n. 21969.
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza
n. 817 del 22/11/2007.
Issn 2035-7370.

Privacy Policy

Direttore responsabile: Fulvio Mazza
Direttore editoriale: Mario Saccomanno
A. XVIII, n. 200, maggio 2024
Sei in: Articolo




Home Page (a cura di Francesco Rolli) . Anno VII, n. 70, giugno 2013

Zoom immagine Quando il reality show diventa
un’atroce lotta all’ultimo sangue

di Angela Patrono
Da Città del sole, un romanzo scritto a sei mani ci invita a riflettere
sullo spietato potere dei media in una società al limite del grottesco


Scambiati per esperimenti sociologici o boicottati da associazioni di telespettatori indignati, è certo che i reality hanno cambiato il volto della nostra tv. Stravolgendola.

Da tempo, infatti, la televisione è funestata da spettacoli dove la nostra specie sfodera il peggio di sé, spingendosi oltre il limite consentito dalla decenza. Occhi invadenti, amplificati dalla risonanza mediatica, spiano ogni mossa, violando il naturale senso della privacy e del buon gusto. Dopo i naufraghi vip su un’isola deserta, le vecchie glorie della musica riesumate o il sempreverde Grande Fratello (che ultimamente sta perdendo colpi), la nuova frontiera del reality si basa su criteri di selezione forzata. Due scolaresche, scelte a caso, vengono dotate di un arsenale e un fortino per affrontarsi in un’area di gioco circoscritta. L’obiettivo? Fare fuori tutti i componenti dell’altra classe. No, non è una sadica trovata di soggettisti televisivi annoiati (anche se poco ci manca). È solo l’antefatto de L’Elenco. Morire in diretta (Città del sole, pp. 334, € 12,00), il libro di Martina Bertola, Ilaria Fusé e Mariacarla Marini Misterioso. Tre giovani autrici di talento, che non hanno mancato di dimostrare tutto il proprio affiatamento e la propria amabile spregiudicatezza nemmeno ad uno degli appuntamenti culturali più istituzionali e “seri” del nostro paese: il mese scorso, infatti, al Salone internazionale del libro di Torino si sono esibite, insieme a un’altra scrittrice e all’editore di Città del sole, Franco Arcidiaco, in un flashmob a due riprese che ha coinvolto, nello spazio meeting della Regione Calabria, una vasta porzione di pubblico sempre più entusiasta e partecipe. La stessa sinergia ha creato un’opera come L’Elenco, un romanzo dalle tinte pulp, una spietata lotta per la sopravvivenza che vede protagonisti alcuni ragazzi al confine tra l’adolescenza e l’età adulta, vittime del cannibalismo dei media in un’epoca in cui anche la morte dà spettacolo.

 

Due scolaresche in guerra

La storia è filtrata attraverso i punti di vista di Elettra, Anita e Andrea, tre studenti della 3a E di un liceo classico romano. La classe è diretta a Madrid per una gita scolastica, ma l’aereo non arriverà mai a destinazione: la scolaresca viene drogata, dirottata e scaraventata nell’universo infernale de L’Elenco, reality di punta della Private signal o Ps, una rete televisiva gestita dalla mafia. In un’area delimitata da blocchi di cemento i ragazzi trovano ad attenderli dei soldati, capitanati da un comandante che è la quintessenza del sadismo. La sua prima mossa, infatti, sarà quella di eliminare a suon di mitragliate i compagni “rei” di aver ottenuto il punteggio più basso al test attitudinale di preparazione al gioco, un gesto dal sapore di eugenetica nazista che prelude già alla piega degli eventi. I ragazzi, infatti, saranno costretti ad elaborare tattiche e strategie di guerra per sterminare i compagni di scuola appartenenti a un’altra sezione, nascosti da qualche parte nella stessa vasta area di gioco. Nel frattempo tra i membri della 3a E emergeranno dinamiche pericolose e conflitti latenti: torbidi segreti verranno allo scoperto, portando qualcuno a precipitare nel baratro della follia.

 

I tre protagonisti: luci e ombre

La capoclasse Elettra, apparentemente politically correct e senza macchia, sportiva e dal passato di scout, inizialmente cerca di usare la razionalità per non farsi travolgere dal panico. Tuttavia la posizione di leader la alletta al punto da farle perdere il controllo: «C’è qualcosa in questo gioco che mi piace, che mi fa divertire. Sono io ad avere il comando, a gestire le cose». Campionessa di aikido, arte marziale che le ha insegnato a dominare corpo e mente, diventerà ben presto assuefatta al sangue e alla violenza arrivando a squartare con la sua katana uno studente avversario. D’altronde, nel suo passato c’è un arresto per aver pestato un ragazzo che aveva diffuso voci sul padre, professore di Filosofia ucciso da un folle neonazista. La ragazza non si è mai ripresa da quella perdita e la terribile esperienza de L’Elenco diventa un’occasione per riflettervi: «Penso a come è morto mio padre, colto alla sprovvista, senza avere una scelta, senza avere la possibilità di mettersi in salvo. Ho odiato con tutta me stessa Franco Di Riase, ma quello che sto facendo ora non mi rende migliore di lui. Mi piace credere di esserci costretta, come la malattia mentale aveva costretto Franco a sparare a mio padre, ma la verità è che c’è sempre un’alternativa».

Anche Anita, la cuoca del gruppo, ragazza disturbata al limite della paranoia, ha i suoi scheletri nell’armadio: ha sofferto di attacchi di panico e ha perfino tentato il suicidio. I sadici organizzatori del gioco faranno leva sulla sua fragilità per farle il lavaggio del cervello e catapultarla nel tunnel della pazzia.

Andrea è in apparenza il più adolescenziale dei tre protagonisti-narratori: dedito a notti brave e tornei di videogiochi, maturerà un nuovo senso di responsabilità prendendosi cura dei compagni di classe e innamorandosi, ricambiato, di Elettra. La loro relazione, nata già in un contesto avverso, dovrà fare i conti con una svolta inaspettata. Tuttavia Andrea è molto più adulto di quello che sembra: il suo passato in famiglia nasconde più di uno straziante segreto.

 

Una riflessione amara sul potere dei media

Le autrici imbastiscono una trama che si dipana fluida e scorre incalzante, strizzando l’occhio ai film di Quentin Tarantino (citato un paio di volte nel romanzo) e alla cultura pop con il suo variegato repertorio di brani musicali, cartoons e icone mondiali. Dal sottofondo beffardo delle canzonette di Gino Paoli e Rita Pavone, cantate da pupazzi di plastica, alla famiglia Simpson, che improvvisa un perverso gioco della verità per il gruppetto guidato da Anita. L’effetto è quello dello straniamento, della spersonalizzazione, del grottesco che rivela tutto il terrificante non-senso del reale: così i baldanzosi ragazzi della 3a E diventano uno «spaventoso gruppo di bimbi sperduti che sembrano usciti da una versione horror di Peter Pan».

La storia punta il dito contro l’esasperazione della morbosità televisiva, incarnata dal personaggio della Blogger, una “zecca” insopportabile che, oltre a tempestare di domande inopportune i partecipanti a L’Elenco, possiede un quaderno pieno di foto e ritagli compromettenti dei protagonisti. La “divizzazione” delle persone comuni, date in pasto allo star system e trasformate in prodotti di merchandising, viene ben espressa dai pensieri di Anita: «magari fra un paio d’anni la Marvel metterà in commercio i nostri pupazzi, le magliette con le nostre facce, entreremo come sorprese nelle uova di Pasqua e a Natale ci sarà un tripudio di giochi di ruolo dell’Elenco. Firmeremo autografi e la vita non potrà far altro che sorriderci. Basta solo che la vita non ci abbandoni».

Attraverso situazioni grottesche, surreali e a tratti splatter, il romanzo conduce alla più tragica delle scoperte: l’incomunicabilità tra gli esseri umani, la maschera che protegge la parte più indifesa di noi, esasperata e deformata dallo sguardo dei media. Perché in realtà «quello che hai dentro nessuno lo vede».

 

Angela Patrono

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VII, n. 70, giugno 2013)

 

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT