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Riflessi d'autore (a cura di Mària Ivano)

Zoom immagine Tutti i colori dell’arte,
della poesia e dei sogni
in una storia d’amicizia
che va oltre l’esistenza

di Irene Nicastro
Nel freddo Nord, il calore di affetti fraterni realizza ogni desiderio.
Da Fara, un romanzo profondo e delicato di un promettente scrittore


Un romanzo ambientato nella gelida terra della Scandinavia, dalla quale Marco Fratta è stato sempre affascinato. Si propose più volte di «dipingerla dentro una storia»; il perché, come dice lo scrittore, è semplice: le parole, insieme alla Scandinavia e al basso elettrico, sono una delle sue passioni. Un racconto dalla scrittura giovanile, che strappa facilmente un sorriso a chi legge, e una scrittura lucida, che coniuga sapientemente uno stile poetico con una prosa del tutto informale, capace di esaltare l’espressività dei protagonisti. Un racconto che, passando attraverso una serie di esperienze, di desideri, di insoddisfazioni, di drammi psicologici, approda a esaltare i valori dell’interiorità, dell’altruismo e dell’amore. Tutto concentrato all’interno di una cornice, un viaggio-avventura attraverso le diversità e i contrasti della nostra Europa. Il pittore di parole (Fara editore, pp. 90, € 11,00), in cui si percepisce una forte nota autobiografica, cattura facilmente l’attenzione e spinge a proseguire nella lettura fino all’epilogo, per scoprirne la conclusione.

 

Uno scrittore emergente

Marco Fratta è uno scrittore giovanissimo. Nato a Torino nel 1987, grande appassionato di scrittura, oltre che di musica – suona infatti il basso elettrico –, ha già pubblicato romanzi, poesie e racconti. Ricordiamo, nel 2007, La scatola nera, tradotto anche in francese a cura di Marie Bernadette Giraud; e nel 2009 la raccolta Il ronzio degli insonni. Poesie dal 2004 al 2008. Con il romanzo Il pittore di parole ha vinto, per la sezione narrativa, il Premio “Faraexcelsior 2012”, ottenendo in questo modo la pubblicazione del libro per conto della casa editrice Fara.

 

La trama

Il racconto si apre con la descrizione di un paesaggio scandinavo. È come se lo scrittore ci stesse portando per mano a scoprire le meraviglie della Scandinavia; tanto descrive il paesaggio con sapiente maestria che pare di stare sul porto di Gӧteborg. Sembra di riuscire a vedere i colori del tramonto di cui parla, di sentire il profumo dello stufato di renna – una specialità per i palati svedesi – e sembra persino di sbirciare nella vetrina della libreria Regnbågens insieme al protagonista del racconto, Dario. Anche lui, come Fratta, ama le parole, infatti è un poeta. Dario condivide un appartamento con un ragazzo francese, Bernard. Si sono conosciuti a Torino, la città natale di Dario, a una festa Erasmus, e sono diventati amici inseparabili. Sono da sempre stati affascinati dall’idea di compiere un viaggio insieme in Svezia, così, nell’autunno del 2009, con pochi averi in tasca, partono insieme per questa loro avventura. Riescono entrambi a trovare lavoro in poco tempo. Bernard è un ingegnere meccanico, appassionato di giostre al punto che ne sta progettando una tutta sua e che vuole vedere funzionante più di ogni altra cosa, e ottiene un lavoro proprio come consulente meccanico. Senza saperlo Bernard fa un regalo grandissimo all’amico Dario: un giorno dà la sua raccolta di poesie a «un tipo… intellettuale» che ha incontrato in un bar. Questa raccolta finisce nelle mani di Daniel Strandberg, Gӧteborgs Konstmuseum, a cui le poesie di Dario piacciono molto, tanto da decidere di coinvolgere il giovane nel proprio progetto: vuole organizzare una mostra che coniughi l’arte e la poesia. E Dario è un perfetto “pittore di parole”. Non può rifiutare la proposta del dirigente e incomincia quasi immediatamente a lavorare. Il suo ufficio è un grande salone, nel quale può visionare le opere degli artisti in anteprima. Il suo compito è quello di scrivere una poesia per ogni quadro, con l’unico vincolo che le sue parole non devono descrivere le opere ma esprimere le sue sensazioni mentre le guarda. I suoi versi, tradotti in cinque lingue, vengono esposti durante la mostra accanto ad ogni quadro e riscuotono molto successo. Finché un giorno succede qualcosa d’inaspettato: le parole di Dario vanno via. Questo evento coincide con la mostra di una pittrice spagnola, per i cui quadri Dario incontra sin da subito una strana difficoltà nel creare poesie. Mancano pochi giorni alla mostra e, non avendo ancora nulla, decide di chiamare Strandberg per esporgli il suo problema; gli chiede di incontrare la pittrice, sperando ella possa restituirgli le parole che i suoi quadri gli hanno rubato. E così accade: a Dario torna l’ispirazione, ma senza saperlo scrive le sue ultime poesie. Purtroppo però quel pomeriggio, perde il suo amico fraterno, che si è inspiegabilmente suicidato, probabilmente per sperimentare la caduta dei corpi per la sua giostra.

 

Una svolta nella vita di Dario

Dario abbandona tutto e torna in Italia cercando di conservare ogni ricordo dell’amico scomparso, soprattutto la sua simpatia. Dopo i primi mesi di «solitudine silenziosa», si iscrive alla Facoltà d’Ingegneria meccanica, con il chiaro intento di realizzare la giostra di Bernard. Si laurea e dopo pochi mesi partecipa a una conferenza sulla Fisica tecnica, dove conosce due ingegneri tedeschi. Come un tuffo nel passato, a quando Bernard aveva dato la sua raccolta di poesie al «tipo intellettuale», parla ai due tedeschi del suo progetto, “la giostra di Bernard”, che ha terminato di realizzare. Da lì a pochi giorni lo chiamano offrendogli la possibilità di costruire la sua giostra a Singapore; Dario accetta immediatamente e parte senza nemmeno pensarci. Ci vogliono due anni per costruire l’intero parco e all’inaugurazione la giostra è presentata come il fiore all’occhiello dell’intera struttura. Fratta, così come all’inizio del romanzo ha descritto il paesaggio scandinavo, descrive ora la giostra di Bernard e Dario. Scrive l’autore:«si ergeva sicura su una piccola collina, e in alto riportava una scritta gigante che si poteva leggere a centinaia di metri di distanza: Bernard Fournier». La giostra è tutta blu, lo stesso blu che quel giorno gli aveva regalato la pittrice spagnola che gli aveva rubato le parole, raccomandandogli di usarlo per la sua creazione migliore, e Dario in cuor suo sa di non essersi sbagliato.

 

L’abilità dello scrittore

Marco Fratta è uno scrittore giovane, ma si è dimostrato molto abile a combinare nel suo racconto varie sfumature. Quella che prevale fortemente sulle altre è la nota autobiografica. Il protagonista del racconto, che come lui ama le parole, ha la sua stessa città natale, Torino, ed entrambi sono sempre stati affascinati dalla Scandinavia, Il pittore di parole è un romanzo in continuo crescendo di esperienze. Si parla di desideri da realizzare, di opportunità da non perdere per poter diventare qualcuno, di insoddisfazioni, di delusioni e di drammi psichici che non erano stati messi in conto dai protagonisti del racconto; si esaltano valori come l’amicizia, quella vera, quella fraterna, e l’amore, che Bernard e Dario incontrano in modo diverso. Ma il valore che emerge alla fine del racconto, forse oggi difficile da trovare, è quello dell’altruismo. Dario non esita a mettere da parte le sue amate parole, le sue poesie, e la fama che aveva acquisito con queste per realizzare il progetto dell’amico, per permettere a Bernard di “vedere” la sua giostra finalmente funzionante. Mette da parte il proprio sogno per realizzare quello dell’amico che, qualche mese prima, lo ha aiutato a realizzare il suo.

 

Irene Nicastro

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VII, n. 68, aprile 2013)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
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