Homepage - Accesskey: alt+h invio
Editore: Bottega editoriale Srl
Società di prodotti editoriali, comunicazione e giornalismo.
Iscrizione al Roc n. 21969.
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza
n. 817 del 22/11/2007.
Issn 2035-7370.

Privacy Policy

Direttore responsabile: Fulvio Mazza
Direttore editoriale: Mario Saccomanno
A. XVIII, n. 200, maggio 2024
Sei in: Articolo




Pedagogia e Scienze dell'educazione (a cura di Francesca Ielpo)

Zoom immagine Non c’è educazione
senza democrazia,
non ci sarà democrazia
senza educazione

di Adelina Guerrera
Da Carocci, un testo “a più voci” punta a una pedagogia emancipata,
che educhi i cittadini del mondo a un’attiva partecipazione sociale


Nel corso del Novecento la pedagogia si è radicalmente rinnovata come sapere e, al tempo stesso, si è imposta come pratica sociale sempre più centrale, articolata, diffusa.

Se si guarda al passato, a partire dal mondo classico, la pedagogia si è ispirata all’antico ideale della paideia, che fa riferimento all’autorità del modello, alla forma da assumere.

Il ben noto significato etimologico del termine “pedagogia”, da pais (bambino) e agon (condurre), ha indicato sin dai tempi antichi la guida del fanciullo e, quindi, l’educazione.

Già con i Sofisti e, in particolare, a partire da Socrate e Platone, si pone sotto analisi il soggetto come attore e destinatario della crescita interiore e dinamica; infatti, mentre l’interesse del primo mira alla conoscenza che scopre se stessa come frutto di un colloquio interiore e di un continuo scambio ideologico, rendendo, così, l’uomo libero di decidere da solo al fine di divenire personalmente responsabile della propria vita, nella pedagogia platonica, invece, l’attenzione è rivolta al nesso tra educazione e stato e al duplice compito pedagogico-politico di un’umanizzazione dello stato e di una statalizzazione dell’educazione con lo scopo di allontanare l’uomo dal mondo apparente per condurlo all’autenticità della conoscenza, che, secondo Platone, risiede nell’attività della ragione.

Alla luce di questa premessa iniziale, ci si rende conto che la pedagogia nasce con la filosofia e resterà ad essa accorpata per oltre due millenni, per poi pian piano emanciparsi e caratterizzarsi come scienza empirica e, come vedremo nel volume che andremo ad analizzare, come pedagogia critica.

 

La pedagogia critica: un modello davvero possibile?

Il presente lavoro, intitolato Verso l’emancipazione. Una pedagogia critica per la democrazia (Carocci, pp. 352, € 29,50) e curato da Giuseppe Spadafora, professore ordinario di Filosofia dell’educazione presso l’Università della Calabria, si configura – sottolinea lo stesso – come «un discorso a più voci» che utilizza «tradizioni culturali diverse, anche in prospettiva internazionale».

Lo scopo comune a cui si tende è quello di «ipotizzare una riflessione sull’educazione che non può non collegarsi alla costruzione della democrazia»; infatti, come ribadito da Giuseppe Spadafora, «non ci può essere riflessione pedagogica se non si fonda e si giustifica al tempo stesso un modello culturale, e quindi non solo politico, di democrazia».

Il volume, pertanto, si articola in tre parti – La fondazione, Le idee e gli autori, Le applicazioni – in una polifonia di voci e di esperienze diverse che hanno come obiettivo comune la costruzione e la qualificazione del soggetto-persona, che è, nella visione di Giuseppe Spadafora, «unico, particolare, irrepetibile e, soprattutto, è diverso nel tempo, nello spazio e nei luoghi in cui vive e opera».

Nella prima parte, i vari contributi apportati dagli autori si pongono come obiettivo quello di «fondare una pedagogia critica secondo le diverse prospettive e tradizioni culturali»; di notevole spessore è l’analisi condotta da Giuseppe Spadafora nell’esaminare il rapporto tra educazione e politica riprendendo alcuni temi fondamentali del pensiero di John Dewey, che non solo vede la pedagogia come disciplina scientifica che può utilizzare i metodi delle scienze sperimentali, pur riconoscendo la complessità dell’evento educativo e la sua irriducibilità ad una mera catena di cause-effetti, ma, soprattutto, ritiene che l’educazione debba uscire dal proprio ambito strettamente filosofico per intrattenere rapporti con le altre scienze dell’educazione che si presentano come fonti speciali per comprendere l’accadere educativo.

Pertanto, nella riflessione di Giuseppe Spadafora, si prefigura un «modello di pedagogia critica del soggetto in situazione», che è stato ripreso e approfondito nel saggio di Naoko Saito, che verte sulla centralità della persona e sulla fusione fra tradizione giapponese e neopragmatismo americano e, in particolare, in quello di Viviana Burza, che vede nel significato della relazione educativa «la soluzione fondante di una pedagogia critica per la democrazia che, attraverso l’emancipazione, esprime la centralità politica dell’educazione».

Questo percorso viene approfondito e analizzato nella seconda parte del volume, in cui nell’ottica dei vari autori è stata ricercata una «pedagogia dell’emancipazione»; in particolare, la riflessione proposta da Francesco Garritano ha come scopo quello di chiarire il significato di «decostruzione» così da esprimere «l’autonomia della pedagogia anche dalle razionalizzazioni filosofiche di tipo critico».

Anche nel contributo apportato da Rossana Adele Rossi la risoluzione della pedagogia nella filosofia è da intendersi come «valore di una disciplina che raggiunge la concretezza nell’atto educativo».

Le considerazioni finora esposte pongono in luce la centralità della formazione all’interno del discorso pedagogico «come luogo di convergenza tra teorizzazione e applicazione»; a riguardo, risulta interessante la riflessione di Tiziana Iaquinta su un autore italiano, Francesco De Bartolomeis, che, riprendendo la posizione di John Dewey, vede nel laboratorio la soluzione al problema pedagogico; infatti, nell’ottica di Francesco De Bartolomeis, «la pedagogia è una sintesi altamente collaborativa che diventa metodologia e si applica ad una particolare situazione educativa»; una pedagogia, dunque, che pone al centro il metodo e l’educando «come soggetto costruttore di processi».

In particolare, è nel saggio di Mario Caligiuri e di Claudio De Luca che si coglie una rilettura della stessa pedagogia «nella prospettiva di una visione globalizzata dell’educazione» in cui si tende alla costruzione della democrazia che, attraverso la pedagogia, fondi l’educazione alla cittadinanza attiva.

 

Una nuova educazione, una nuova democrazia…

Alla luce di queste considerazioni nasce l’esigenza di una rifondazione della democrazia e del ruolo che l’educazione svolge come «riferimento alla realizzazione della persona e a quello della democrazia»; è su questa scia, dunque, che bisogna tendere verso «una costruzione di valori democratici» che si avvalgano di una «razionalità critica, dialettica ed ermeneutica» così da costruire nuove forme di vita attraverso il confronto, il dialogo e «l’individuazione di principi, criteri e valori da tutti condivisi».

Questa idea di cittadinanza attiva che oggi si va sempre più delineando deve essere ed è ipotizzabile come visione planetaria e democratica dell’essere-persona, ossia dell’essere cittadino del mondo.

La sfida è, quindi, quella di prospettare un legame tra educazione-democrazia ripensando a un nuovo soggetto-persona che vive e opera in una società sempre più globalizzata e in preda ad una crisi dei valori, come sostiene tra l’altro Simona Perfetti nella sua riflessione, evidenziando l’esigenza di «una epistemologia di confine che sfidi la complessità attraverso l’educazione».

Pertanto è solo cercando o, meglio, ricercando una nuova democrazia che la formazione alla cittadinanza diventerà palestra di confronto, costruzione di principi, esperienza di differenza e questa grande sfida vedrà, così, il suo raggiungimento e la sua realizzazione.

 

Adelina Guerrera

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VII, n. 66, febbraio 2013)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT