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A. XVIII, n. 199, aprile 2024
Commissione adozioni: incentiva la solidarietà
di Simona Corrente
Una guida nell’esperienza del supporto internazionale per aspiranti genitori
ma anche programmi di sostegno a distanza per tutelare, in loco i bambini
I minori che necessitano di aiuto materiale e di sostegno morale sono, nel mondo, a milioni. L'adozione, sia ben chiaro, non rappresenta tanto uno strumento per realizzare il sogno di una famiglia bensì un necessario canale per molti bimbi, che hanno bisogno di un avvenire sereno, di vivere una vita normale.
Per orientarsi nell’universo adottivo in ambito estero, il punto di riferimento è
Il ruolo della Commissione adozioni e gli attori istituzionali coinvolti
La commissione è composta da rappresentanti di molteplici ministeri, quali quello degli affari esteri, dell’economia e delle finanze, della giustizia, dell’interno, dell’istruzione, della salute e della solidarietà sociale. Vi sono inoltre i portavoce della presidenza del consiglio dei ministri e della conferenza unificata stato-regioni.
Tra i compiti della commissione vi è anche la collaborazione con le autorità centrali degli altri stati, la pubblicazione e la tenuta dell'albo degli enti autorizzati nonché l’organizzazione di incontri periodici con i rispettivi rappresentanti.
La commissione ha anche il compito di realizzare riunioni con i dirigenti degli uffici giudiziari minorili, di controllare l'andamento delle procedure adottive nelle varie fasi, di autorizzare l'ingresso in Italia dei minori adottati. Infine, ma non meno importante, essa promuove la cooperazione e cura la stesura della relazione biennale al parlamento sull'andamento delle adozioni internazionali.
Dal menù di navigazione del sito si scorge una sezione contenente tutti gli organi istituzionali direttamente coinvolti nel processo d’adozione, quali il tribunale per i minorenni, la regione e gli enti autorizzati. Questi ultimi, che fanno parte di un vero e proprio albo creato ad hoc, si occupano della formazione/informazione dei futuri genitori affiancandoli nell’intera esperienza.
Ecco cosa fare per diventare una famiglia adottiva
Navigando nel sito è facile comprendere che la strada verso l’adozione può essere lunga e in salita.
Nella sezione Chi può adottare sono elencati tutti i requisiti che le coppie devono possedere per poter presentare domanda. I titoli richiesti per l’adozione internazionale sono comunque gli stessi validi per quella nazionale.
Il percorso è suddiviso in ben sette tappe illustrate ne La strada dell’adozione. Prima di tutto la dichiarazione di disponibilità da parte degli aspiranti genitori e subito dopo l’indagine che su di loro svolgono i servizi territoriali. Ottenuto il decreto d’idoneità dal tribunale per i minorenni, l’ente autorizzato e la coppia iniziano la ricerca a cui poi segue l’incontro all’estero tra le parti: bambino da adottare, coppia, autorità centrale straniera, ente autorizzato e Commissione per le adozioni internazionali italiana. Questa è la fase più delicata a cui poi, se tutto va a buon fine, segue il rientro in Italia per la “neonata famiglia” e, finalmente, la conclusione attraverso l’ordine – da parte del tribunale per i minorenni – di trascrizione del provvedimento di adozione nei registri dello stato civile. Il bambino diventa così a tutti gli effetti membro del nucleo famigliare e cittadino italiano.
Per chi vuole maggiori informazioni in materia giuridica, nella sezione La normativa sono contenuti il documento della Convenzione dell’Aja sulla protezione dei minori e sulla cooperazione in materia di adozione internazionale del 29 maggio 1993 e la conseguente ratifica in Italia con legge 31 dicembre 1998 numero 476 (circolare 30 ottobre 2000).
Un aiuto anche da lontano
La presidenza del Consiglio dei ministri, la Commissione per le adozioni internazionali e gli enti autorizzati hanno elaborato, inoltre, un programma per il sostegno a distanza (Sad), il quale contiene progetti già avviati, ma che è aperto anche all’invio di nuove proposte.
In Per sostenere i progetti ci sono tutte le informazioni e gli approfondimenti su ogni singolo piano, sui paesi coinvolti e sulle modalità di adesione. Il fine ultimo del programma è cercare di aiutare i bambini preservando la loro esistenza nel proprio luogo d’origine, ovvero realizzare quanto sancito nella convenzione de l’Aja: «[…] per lo sviluppo armonioso della sua personalità, il minore deve crescere in un ambiente familiare, in un clima di felicità, d’amore e di comprensione […] ogni stato dovrebbe adottare, con criterio di priorità, misure appropriate per consentire la permanenza del minore nella famiglia d’origine». Quindi favorire la solidarietà attraverso l’adozione e, al tempo stesso ove possibile, tutelare lo sviluppo dei bambini nel proprio luogo di nascita.
In conclusione, con l’augurio che il sogno di una “casa” possa realizzarsi per tutti, le parole di speranza di Melita Cavallo – ex presidente della Commissione per le adozioni internazionali –, che aprono il portale web: «la commissione […] è il luogo dove i mondi s’incontrano per diventare famiglie».
Simona Corrente
(www.bottegascriptamanent.it, anno II, n. 5, gennaio 2008)
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi