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A. XVIII, n. 200, maggio 2024
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Dibattiti ed eventi (a cura di Giulia De Concilio)

All’interno della cornice
mentanese, la scrittrice
Angela Barbieri presenta
il suo ultimo romanzo

di Alessia Rocco
Il lupo è veramente cattivo, testo edito da Città del Sole, con pathos
e dolore racconta le grandi paure e i terribili mali del nostro tempo


I primi di novembre si è svolta, presso la bellissima sala consiliare della biblioteca del comune di Mentana, in provincia di Roma, la presentazione dell’ultima fatica letteraria della scrittrice romana Angela Barbieri Il lupo è veramente cattivo (pp.176, € 12,00) edito da Città del Sole. All’evento erano presenti, oltre all’autrice, anche la professoressa Monica Cartia la quale, in qualità di critico letterario, ha sapientemente tratteggiato i punti salienti del libro, e il consigliere comunale Fabio Fravili.

Prende immediatamente la parola la professoressa Cartia sottolineando con autentico affetto la soddisfazione di essere, ancora una volta, madrina di un testo di Angela Barbieri, della quale esalta il talento e la prolificità nello scrivere, doti che fanno dell’autrice romana una vera e propria rivelazione letteraria, già affermatasi con i precedenti romanzi Io vado scalza (pp. 90, € 10,00, Edizioni Monte Grappa, 2009) e Quello che non so di te (pp. 58, € 12,00, Gruppo Albatros Il Filo, 2007).

La scrittrice incomincia il suo intervento e ringrazia l’agenzia letteraria la Bottega editoriale che l’ha sempre sostenuta e incoraggiata nel suo lavoro.

è emozionata Angela, perché Il lupo è veramente cattivo è un libro la cui stesura le è costata fatica. Ha iniziato a scriverlo cinque anni fa, con continue interruzioni e riprese, testimonianze di un iter doloroso.

Angela asserisce di aver affrontato in questo testo tutte le sue più grandi paure che, con tormento, ha concretizzato pagina dopo pagina, cucendole nelle storie che vi si dipanano, addosso ai personaggi che ne animano gli accadimenti.

Nel testo, Angela affronta la realtà del male che è intorno a noi, nascosto dietro gli angoli della nostra esistenza, pronto a saltarci addosso senza preavviso. Un male che non è esperienza autobiografica, come tiene più volte a sottolineare, ma che atterrisce al sol pensiero, che spezza il respiro in gola e congela la realtà in un orrore che non lascia scampo.

Il lupo è veramente cattivo è un testo, interviene la professoressa Cartia, «che si legge tutto d’un fiato, che incide come una lama e quando lo si è letto non si è più come prima»; un testo che parla di pedofilia, violenza, solitudine, i grandi mali del nostro tempo o forse di tutti i tempi.

Il romanzo si apre e si chiude, continua la Cartia, con la stessa immagine: Cappuccetto Rosso, eterna allegoria dei riti di passaggio adolescenziali, in cui il lupo è figura malvagia che devia dalla strada maestra per condurre su sentieri oscuri da cui non si torna indietro. È un “romanzo a strati”, in cui si alternano diversi piani di lettura e nelle cui pagine la Barbieri gioca sapientemente con la cosiddetta “tecnica ad incastro” che permette alle storie di inserirsi perfettamente le une nelle altre, tenendo vivo l’interesse del lettore, il quale resta aggrappato alle vicende, ansioso di scoprirne l’epilogo.

Come asserisce il critico e la stessa autrice conferma, non esistono in questo testo, così come negli altri libri dell’autrice, personaggi protagonisti perché diversi sono gli attori che si muovono sul palcoscenico degli eventi narrati, ognuno con il proprio fardello, la propria storia, scorci di vita quotidiana che non prevalgono gli uni sugli altri, stagliandosi nella loro unicità. In tutti emerge l’anima della Barbieri, la quale, continua la professoressa Cartia, scrive utilizzando un linguaggio semplice, incalzante, infarcito di slang giovanile che meglio rappresenta la realtà dei ragazzi di cui si narra. È un libro fatto di «azione e non di descrizione» afferma Angela Barbieri, un testo in cui si avverte in maniera prepotente l’emozionalità di un percorso narrativo sofferto in cui l’autrice – come la stessa dichiara – ama scrivere “ciò che la impressiona non solo negativamente ma anche positivamente”.

Poi la Barbieri legge un passo del libro che racconta la vicenda di Federico, storia di violenza domestica e solitudine e l’emozione riempie la sala, acuendo la curiosità degli spettatori che sono già coinvolti nel pathos narrativo e non aspettano altro che leggere “tutto d’un fiato” il romanzo per scoprirne l’essenza più intima.

L’evento si conclude in un clima di partecipazione generale per i temi trattati. Il consigliere comunale Fravili conclude sottolineando quanto alcune delle storie brevemente tratteggiate durante la presentazione mostrino una triste attinenza con la cronaca nera dell’ultimo periodo che ha visto protagonisti gli adolescenti, finiti tra le spire del male e della violenza senza appello. Ma il libro di Angela Barbieri è stato pensato e scritto molti anni prima di quanto è accaduto negli ultimi tempi, come lei stessa precisa, segno che la forza premonitrice di questo testo ha attraversato le pieghe del tempo e dello spazio, rendendo eterno il senso lucido del dolore, della sofferenza che l’essere umano prova sulla propria pelle ma che vuole a tutti i costi esorcizzare, come fa la stessa autrice, affrontando i demoni delle proprie angosce più riposte, percorrendo sentieri irti di pericoli, in cui la vita si compie, inevitabilmente, nonostante lo sforzo di chi vuole proteggere ma sa che non potrà mai farlo fino in fondo.

 

Alessia Rocco

(www.bottegascriptamanent.it, anno V, n. 52, dicembre 2011)
Collaboratori di redazione:
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