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Riflessi d'autore (a cura di Angela Galloro)

Zoom immagine Una polifonia di racconti
dalle anomale visioni
per narrare la bellezza
dei vissuti quotidiani

di Angela Galloro
Una pubblicazione curata da Città del sole edizioni ci introduce
nella scrittura creativa del “gruppo di sognatori”, artisti per passione


Già da quarant’anni il movimento culturale “Gino Puccini” si riunisce mensilmente a Roma per uno scambio continuo di idee e iniziative culturali. Si tratta di “un gruppo di sognatori”, giovani o meno giovani, poeti, scrittori, artisti, musicisti che si propongono il fine di aiutare una cultura non asservita agli scopi di mercato. Per la terza volta, ventidue personalità fra quelle dell’associazione culturale hanno partorito insieme un’opera polifonica, una raccolta di racconti che sta alla base della terza edizione del Premio biennale nazionale di narrativa “Gino Puccini”, vinto quest’anno da una delle autrici presenti nel volume, Giuseppina Laura Tarantola, con il suo racconto Il peso dell’eredità: una storia amara che indaga con creatività tra le ombre della persona umana mettendone ben in vista l’avidità e l’opportunismo, ma facendone trionfare i buoni sentimenti, tutto contornato da un ambiente capitolino, affatto magico. Il premio le è stato consegnato alla consueta cerimonia prenatalizia nella capitale, durante una serata dedicata alla cultura e alla condivisione.

 

Una speciale quotidianità

I racconti della raccolta Un gruppo di sognatori (Città del sole edizioni, pp. 184, € 20,00) hanno in comune una sensibilità particolare nei confronti degli eventi quotidiani. Il personaggio di ogni racconto ha sempre qualcosa di anomalo, che gli permette di vedere ciò che gli altri non vedono e quello che il protagonista si trova ad affrontare diventa un’esperienza straordinaria, sebbene parta sempre dal quotidiano. La scrittura, che non si può affatto definire sperimentale, ma piuttosto tradizionalista, lascia spazio a contenuti creativi dove l’ambientazione diventa un fattore fondamentale: molto spesso il set è Roma, dove alcuni di questi autori sono nati o vivono. In fondo tutto parte da lì: i nostri scrittori o aspiranti tali guardano alla città con occhi diversi, scorgendovi sempre qualcosa di nuovo e di attribuibile, in senso metaforico, a chi della capitale vive ogni momento e ogni luogo.

 

Varietas

I temi che emergono da ogni racconto sono diversi: in brevi narrazioni (da 3 a 10 pagine l’una), gli autori sono capaci di regalare al lettore scorci di sensazioni, descrizioni ed eventi, a volte solo accennandoli, come in una pennellata soltanto . Dal primo, di Karin Arbib, che fa da forte denuncia nei confronti del razzismo all’ultimo, di Maria Luisa Vitali, che inventa una realtà parallela e “schizofrenica” per la sua protagonista, il lettore segue un percorso articolato, non sempre coerente, ma nuovo ad ogni pagina. Si parla di religione, malattia, insofferenza, di calde passeggiate alla periferia della città e di buoni sentimenti. Solo qualche nota di cinismo in alcuni racconti spezza quello che è l’andamento del volume: totale e disinteressata filantropia, i personaggi sono portatori di valori sani, anche se non sempre sicuri di sé o consapevoli del loro ruolo nel mondo. Come Gino Puccini scrive nella Prefazione, si tratta di un «contributo positivo» che i nostri autori ci riservano, cercando, a modo loro, di cambiare le cose senza sconvolgimenti.

La voce sommessa dei personaggi raccontati, infatti, si esprime in piccoli e impercettibili gesti costruttivi e pieni di significato, visibili grazie alla brevità del racconto e alla compattezza dei luoghi e dei tempi. Il lettore può permettersi di soffermarsi così sulle piccole cose “giuste”, anche se spesso non riesce a distinguere dove esse sono reali, inventate o solo pensate. Parlano gli oggetti come in La bambola di carne e la parola salva di Maria Vittoria Catapano, o ne L’asciugamano di Angela Libertini e ancora in Confessione di un ombrello molto comune di Massimo Lucchetti. Le memorie diventano protagoniste come in La recita di Natale di Gaetano Errigo e Ricordi di strada di Alessandra di Tommaso, dove il potere del ricordo si esprime tutto in prima persona per mezzo di un io prepotente che si sforza di ripetere gesti d’infanzia o di gioventù. Tutti questi autori (oltre ai citati leggiamo racconti di Francesco Camerino, Silvia Filippi, Maria Luisa Giampietro, Federica Legato, Raniero Massi, Lucia Modugno, Elena Morelli, Lucio Paquale, Giovanna Previti, Lidia Romagnoli, Mirella Rossomando, Anna Maria Sanfile, Ennio Michele Tarantola, Giacomo Tarantola) si dedicano alla scrittura intesa come piacere, non come professione. La maggior parte di questi, infatti, si occupa d’arte e letteratura “per passione”, svolgendo nel resto del tempo le attività più varie, dall’insegnamento alla regia e alla produzione di spettacoli teatrali, dalle pubbliche relazioni e amministrazioni all’attivismo nel volontariato.

 

Il libro

L’occhio di riguardo, che ognuno di questi autori dedica alla cultura con il suo prezioso contributo, viene loro “ricambiato” dalla casa editrice che ha curato il volume, con una grafica elegante e un paratesto piacevole sotto ogni aspetto. La grafica interna, presente anche quella, è opera di una delle scrittrici, Mirella Rossomando, mentre il dipinto di copertina è del famoso artista Eliano Fantuzzi e ritrae l’hotel Ritz nei pressi di piazza Euclide a Roma, dove il gruppo culturale dei sognatori di Gino Puccini svolge abitualmente le sue riunioni. Ogni racconto è poi corredato da una piccola ma completa biografia dell’autore o dell’autrice.

 

Angela Galloro

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno V, n. 50, ottobre 2011)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT