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A. XVIII, n. 200, maggio 2024
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Emozioni in versi (a cura di Valentina Pagano)

Zoom immagine Un giovane poeta canta
della perdita di identità
di questa società arresa
alla logica consumistica

di Maria Spagnuolo
Da Onyx editrice una raccolta in versi in cui il linguaggio poetico diventa
strumento di provocazione per sovvertire le dinamiche del sentire comune


Davide Dalmiglio, vincitore del Premio nazionale di poesia edita “Opera Prima – Città di Penne – Fondazione Piazzolla” per l’anno 2010, è il giovanissimo autore di Nuvole a Vapore, una raccolta poetica che fa dell’ironia il suo cavallo di battaglia. Così nel titolo. Sì, perché nei suoi versi non v’è traccia di alcunché di leggero ed etereo e non v’è spazio per trasognati scorci in cui l’io poetante s’abbandona ad affabulazioni extra tempus o a contemplazioni estatiche ed estetiche. Anzi, la bellezza è spogliata di quella patina di sacralità cara a buona parte della tradizione letteraria, depauperata di ogni pretesa salvifica e liberata da qualsivoglia realtà misera e bruta, svuotata di essenze metafisiche o eidetiche e finanche annichilita alla mercé di un compratore. Un mondo, come contemplato dal poeta, in cui tutto è in vendita poiché tutto risponde alla logica del mercato, dove la pubblicità mortifica anche la dimensione umana più intima e persegue false immagini di un edonismo bieco e scialbo. Nei versi di Nuvole a Vapore (Onyx Editrice, pp. 58, € 12,00) si affaccia inesorabile una realtà dominata dai corpi e dal loro disfacimento in sostanze organiche che emanano l’odore di una società imputridita e abietta, il cui degrado sociale e storico-culturale è massimizzato dall’autore con disincantata precisione e rappresentato attraverso una versificazione che, sostenuta da un lessico provocatorio e in certa misura ante litteram, non intende condividere istanze sentimentali ed emotive con il lirismo tradizionale.

 

Il linguaggio al servizio di una poesia demistificante

Ironia, dileggio, indignazione, sgomento: sono questi, supportati da toni di sarcastica veemenza, gli ingredienti attraverso i quali Dalmiglio filtra «l’universo antilirico», secondo la felice e calzante espressione di Mario Lunetta, noto scrittore e autore della Prefazione alla raccolta. Scevro da ogni implicazione intimistica, avulso dagli schemi tradizionali della retorica, caratterizzato dalla presenza di nuvole significative di smarrimento, è il componimento che dà il titolo alla raccolta: «È una location di nuvole a vapore contro il cielo / spianate barocche sulla trapunta medioevale / per sfoltirsi, potare periferie e brecce taglienti / fino al grumo gemmato […] // Aperitivizzati, ci incontriamo e scambiamo / citandoci addosso, fra scorci e minute visioni / erezioni compunte fra libri e lucine, piccine / smarrimenti monacali, deboli (anche quelli) […] // È rimasto lo spaventapasseri bifronte, evergreen / del senso di colpa scadenzato a libere cambiali / ormai, soltanto Stalin e non più Stalingrado / il feticcio colorato (non più sinistro) rinnovato / la città è dimenticata, squadrata, cementificata». 

La raccolta, suddivisa in tre sezioni, si caratterizza proprio per il ricorso ad un lessico di pregnante efficacia che predilige i termini della comunicazione corrente, distribuiti in strutture paratattiche al cui interno frequenti ellissi e sottili procedimenti di associazione e dissociazione tra cose e parole ne determinano spesso una brevitas concettosa suscettibile di svariate interpretazioni. Anche quando si affaccia il termine più ricercato, esso viene privato delle sue valenze intrinseche. È infatti nell’ambito della semantica – di una semantica che rinnega abluzioni di sorta – che Dalmiglio realizza una poesia in cui l’ironia investe la società tutta, mettendo a nudo quei meccanismi psicologici e sociali che regolano, spesso riducendola ad essenza impura, inerte e inane, la vita degli uomini. Così capita che «ci urtiamo, ci sfidiamo, tremanti contro le sue gambe / Maria nel mezzo, un turbine di pensieri, nel tonico di mezza sera / le latrine, i divani, il sesso, l’amore, il fetore, il vomito sul cuore».

Come non cogliere poi l’acredine sottesa nei versi della poesia Pubblico, in cui l’autore, consapevole dei feroci ingranaggi attraverso i quali si snoda il mercato editoriale, esprime un sottile sarcasmo chiamando più volte a testimone il pubblico, speculum di ogni poeta: «Pubblico, vorrei pubblicare a spese di mercato / versi dignitosi […] // Pubblico, sento già sapore d’impero […] // Pubblico invece e pago per prestare i miei soldi / vengo a firmare, ritirare per comprare i miei sogni / un rettangolo, una sfogliatella bianca, variegata / Reginetto delle poesie, pubblicate a spese mie ».

 

La chiave di lettura in un insolito congedo

Nella sua Prefazione, Lunetta  esorta noi lettori a leggere la raccolta iniziando proprio dall’ultimo testo dal titolo Sorbetto, una lettera poetica indirizzata al padre, attraverso la quale sarà possibile «sciogliere almeno alcuni dei grumi a grappolo, aspri e ben di rado dolci, che fanno la libertà di un’opera prima come Nuvole a Vapore». Così l’ultima strofa che chiude la raccolta: «Babbo quanto dolore… mi sento in colpa, un usurpatore / ma in questo mondo sfavillante, con il mio sorriso accattivante prendo un cane al guinzaglio e posso fare accattonaggio / nel fine settimana vado in mensa alla stazione, parlo da barbone / per far capriole nelle pattumiere, dormire nelle betoniere / la classe dirigente deve sentire e capire, ascoltare la sua gente / provare nuove strade, sovvertire il gusto dominante / mi fermo a masturbare il cane, la rivoluzione senza fame».

Aleggia il sospetto che l’unico grido liberatorio del poeta, l’invito a «sovvertire il gusto dominante», resti inascoltato a fronte di un mondo che si compiace di dissolversi lentamente sotto un’imago sine re, grigia e nebulosa, mentre Nuvole a Vapore prende forma e vigore attraverso un insolito mea culpa la colpa di chi ha avuto il coraggio di cantare e de-cantare una società malata.

 

Maria Spagnuolo

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno V, n. 47, luglio 2011)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT