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Filosofia e religioni (a cura di Maria Grazia Franzè) . Anno V, n. 46, giugno 2011

Zoom immagine Confidare nella fede
o seguire la ragione?
Un confronto teorico

di Mària Ivano
Un dibattito religioso tra studiosi
in un saggio edito da la rondine


Offrire una riflessione articolata e complessa su molti temi essenziali per la vita e per il pensiero ma presentata nella forma snella e fruibile di una raccolta di incontri critici, di scontri dialettici, con alcuni intellettuali di riconosciuto prestigio, le cui idee frequentemente arrivano sotto i riflettori mediatici – e in particolare ci riferiamo a quelle idee che riguardano i temi attualmente al centro della discussione culturale e politica, in Italia e non solo. Questo è l’obiettivo del libro Incontri – Scontri, di cui già il sottotitolo ci dà qualche anticipazione su nomi e temi di confronto tra gli studiosi che in esso sono contenuti: Umberto Galimberti, Emanuele Severino, neodarwinisti e pensatori postmoderni.

Il testo (edizioni la rondine, pp. 366, € 20,00) il cui autore è Agazio Cassadonte, già docente di Filosofia e Storia, è la revisione e l’ampliamento di una sua precedente opera: Un cammino, dove Cassadonte aveva compiuto era stato affrontato un percorso tra ragione, scienza, trascendenza e fede.

Il “cammino” è adesso ripreso in questa nuova opera, arricchita, aggiornata e finalizzata, «all’esame di problemi che si dibattono oggi largamente in televisione, giornali, riviste, interviste, e di affermazioni contenute in libri di pensatori, filosofi, scienziati» con i quali l’autore vuole confrontarsi.

 

Osservare l’attualità per riflettere sull’eternità

Problemi che interessano l’ordinamento della società, i suoi cambiamenti, le diverse ipotesi sui modi di affrontarli e che spaziano dalle coppie di fatto alla scuola pubblica o privata, dall’atteggiamento dell’Italia, secondo la Costituzione, di fronte ai conflitti armati o alle missioni di pace fino ai diritti dell’embrione. Vediamo bene che si sta parlando di argomenti di attualità bruciante, di quelli che dividono la politica e le coscienze e rispetto ai quali le posizioni spesso si radicalizzano, sulla spinta di passioni, prevenzioni, timori antichi o momentanee emozioni. Il libro passa quindi, con una consequenzialità di pensiero, a trattare questioni di più ampio respiro, che risultano forse meno stringenti – e certo meno diffuse nel dibattito giornalistico e nel sentire comune per la loro complessità e specificità disciplinare – ma che pure coinvolgono una visione generale del mondo. Stiamo parlando di riflessioni sul caso e il trascendente nella filosofia, di opinioni sulla religione in generale e sulla religione cristiana in particolare, sul concetto di storia, sulla libertà umana, sulle relazioni tra l’Impero Romano e il cristianesimo, tra il cristianesimo e il marxismo, sul modo di affrontare drammi eterni come il male nel mondo, la miseria e il dolore e, ancora sulla distinzione tra scienza e fede, sul naturalismo e delneodarwinismo. Ogni volta l’autore si confronta con affermazioni e ipotesi di diversi pensatori, evidenziandone incongruenze e difetti logici.

 

Attraverso le vie della logica

Cassadonte vuole parlare di tutto ciò con una lingua che non è quella della polemica ma quella dell’analisi, con un intento di ricerca e non di demolizione e impiegando quelli che sono da sempre i mezzi conoscitivi dell’uomo: ragione, scienza e trascendenza.

Ma se per la scienza sono gli stessi scienziati a indicare aspettative e limiti, sull’ammissione o il rifiuto di una causa trascendente dev’essere sempre la ragione ad argomentare. L'autore si concentra, dunque, sulla ragione, di cui vuole mettere in chiaro la ricchezza ma anche i limiti, che egli identifica nella precarietà, perché, la ragione possiede una «natura contingente, che non illumina pienamente non solo il mondo metafisico, ma anche […] tanti aspetti del mondo storico, a causa delle passioni umane, dei pregiudizi, delle varie ideologie, dell’ignoranza e, talvolta, dell’odio, che la offuscano». La trascendenza invece specifica quello che è di al di là delle facoltà conoscitive sensibili, che sorpassa ogni possibile esperienza ma è una tendenza connaturata di ogni essere umano e può portare alla fede, ci dice l’autore. Atto di fede è, in ultimo, ogni affermazione sull’esistenza o inesistenza di Dio, precisa Cassadonte. Difatti egli vuole dimostrare, con risoluta serenità, che tra scienza e “fedi” non è possibile la coniugazione, perché la prima riguarda il “fisico” e le seconde si occupano del “metafisico”.

 

Superare i vizi del pensiero grazie alla forza della ragione

 

Cassadonte è uomo di fede ma non porta la propria credenza come argomento nelle dispute, pur dichiarandola e ben sapendo che la fede non può essere oggetto di discussione. La fede è indimostrabile e arriva (sia essa fede positiva o negativa, intesa come dichiarazione di assenza di fede nell’inconoscibile) solo alla fine, quando la ragione esaurisce le proprie possibilità. L’autore si propone quindi, in piena onestà, di contestare, anche a proposito della fede stessa, esclusivamente le affermazioni che difettano dal punto di vista logico, nel merito, di usare cioè soltanto la ragione.

La ragione è la facoltà che permette all’uomo di distinguere il bene dal male, il vero dal falso, mettendo in rapporto i concetti e le azioni, precisa l’autore, il quale riporta, a scanso di equivoci, la definizione della Treccani. Seguire la ragione dovrebbe liberarci da quei pregiudizi che impediscono il dialogo, la riflessione sincera. Ed è questo che l’opera intende realizzare, esaminando ipotesi e opinioni alla luce della logica. L’impresa è ardua e Cassadonte ne ha contezza e sa bene che potrebbe apparire persino temeraria. Tuttavia egli decide di seguire questa strada faticosa offrendoci un testo che cerca la conoscenza e non la polemica, ispirandosi al principio che enunciò Tacito, e che l’autore riporta, come stella polare per il proprio percorso: «Chi fa professione di incorrotta veridicità, deve parlare senza odio e senza passione».

 

Mària Ivano

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno V, n. 46, giugno 2011)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
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