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Corsi e concorsi (a cura di Carla Campana)

Una mostra fotografica
indaga sull’esistenza
attraverso l’emotività
e l’enigma dello sguardo

di Angela Galloro
Le dieci opere fotografiche dell’eclettico artista Alessandro Sammarra
affascinano gli spettatori con la loro carica concettuale ed emotiva


Visto il grande successo ottenuto in Francia, è stata aperta lo scorso 26 febbraio presso la Casa delle Culture di Cosenza la mostra fotografica di Alessandro Sammarra, “Le Regard”, dix pas pour l'âme à travers les yeux.

Il vernissage si è tenuto a Parigi lo scorso 28 dicembre presso il restaurant “Le Catrina”, alcova culinaria che vanta tradizioni franco-portoghesi-algerine e che ha adibito parte dei suoi locali a spazi espositivi per mostre fotografiche e pittoriche.

Nella rassegna fotografica, che consta di dieci opere, l’artista esplora i meandri della fotografia concettuale.

 

Un solo sguardo, diversi punti di vista

La ricerca di Alessandro Sammarra nasce dalla necessità di ridefinire il ruolo della fotografia nella contemporaneità, in primis, attraverso lo sguardo di chi si pone dietro l’obiettivo, ma anche attraverso quello di chi viene immortalato e del fruitore dell’opera, che cerca di interpretare l’universo misterico e simbolico celato dagli occhi.

Nella società dell’immagine, Alessandro Sammarra utilizza lo sguardo come trait d’union, punto di contatto tra l’intelligibile e il mondo empirico, mezzo comunicativo eloquente e significativo. Le fotografie sono talvolta mute, perverse, quasi astratte, talaltra tangibili, fautrici di un dialogo costante, silente con l’animo umano, di cui l’artista sonda impressioni, turbamenti, gioie e angosce.

Il “saper guardare” è retaggio di pochi, così come la capacità di indagare lo sguardo.

 

Una fotografia che brilla di luce propria

Sammarra lancia una sfida insistente e persistente attraverso un progetto fotografico ambizioso e di ampio respiro. Il percorso immaginifico volto a restituire l’intima essenza di un attimo, a cristallizzarlo in uno scatto che racconti e renda intelligibile la fotografia, si è dipanato lungo un intero anno di modulazione delle luci e di manipolazioni. Le fotografie non hanno subito alcuna alterazione e la loro naturalezza mostra un profondo, intimo contatto diretto e sensoriale.

Si riconoscono le influenze che percorrono lo spazio artistico e che annoverano i maestri della fotografia italiana, della scuola francese nonché la storia dell’arte classica, nell’uso sapiente del chiaroscuro e della luce che assurgono a veicolo di un messaggio, pur sempre avvolto nel mistero: l’enigma dello sguardo.

Intuizioni baluginanti, guizzi di luce, bagliori, chiarori soffusi incorniciano il volto e le sue espressioni. Le immagini, eloquenti, sono suscettibili di molteplici piani di lettura.

I presenti all’inaugurazione della mostra, gli addetti ai lavori e i curiosi si sono interrogati sulle opere, hanno condiviso le emozioni che regalano, rapiti dalle sfumature delicate, dalle tenui fonti di luce che illuminano la materia, esaltata sapientemente, a piccole dosi.

Una sequenza di ombre e di luci, in cui il chiaroscuro definisce e imprigiona gli istanti, attimi irripetibili.
L’artista ha posto degli interrogativi creando una sorta di affinità elettiva – filtrata dal suo occhio fotografico – tra l’osservatore e l’osservato in un anelito spirituale che si traduce in un atto emozionale prima ancora che mentale. Attraverso l’uso sapiente dell’obiettivo Sammarra ha colto l’immediatezza delle risposte indecifrabili racchiuse nello sguardo, imprigionandone per sempre la verità nella carta fotografica.

La mostra, organizzata dall’Associazione socio-culturale “OcchiettiNeri” e curata da Elisabetta Ricci, altresì mannequin dello sguardo, si protrarrà sino al 12 marzo.

 

Angela Galloro

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno V, n.43, marzo 2011)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT