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Comunicazione e Sociologia (a cura di Marilena Rodi) . Anno V, n. 42, febbraio 2011

Zoom immagine Lo stato dell’editoria veneta:
crisi del libro o del lettore?
Creatività imprenditoriale
e spirito di sopravvivenza

di Elena Montemaggi
Biblion editore pubblica un’analisi
sull’evoluzione dell’industria libraria


Il Veneto (Venezia in particolar modo) ha segnato la storia dell’editoria e della stampa in Italia dimostrandosi, sin dagli esordi, una regione attenta all’aspetto legislativo, alla tutela di autori ed editori e alla “valorizzazione” della produzione libraria. Nell’ottica di questa grande tradizione ha sentito la necessità di conoscere in maniera approfondita la nuova realtà editoriale del proprio territorio per intercettarne obiettivi, aspettative ed esigenze.

Nasce da un progetto coordinato da Biblion centro studi onlus (Venezia) e dall’Unità di progetto attività culturali e spettacolo della Regione Veneto, una pubblicazione che descrive la situazione attuale dell’editoria veneta a seguito di un’indagine accurata tra gli editori librari della regione (compresi istituti, fondazioni e organismi che si occupano marginalmente di editoria) e, a campione, tra tutti coloro che rientrano nella fruizione libraria: istituzioni, librerie e lettori. A cura di Aulo Chiesa e Simonetta Pelusi, con un saggio introduttivo di Marco Santoro, il libro in questione è L’Editoria libraria in Veneto. Analisi dello scenario e ipotesi di sviluppo, (Biblion edizioni, pp. 230, € 20,00).

 

Case editrici tra passato, presente e futuro

La regione si è dunque rivolta a tutte le case editrici venete proponendo un questionario che ha raggiunto circa 800 editori, di cui il 38% ha aderito all’iniziativa fornendo i dati richiesti. La prima parte del questionario ci informa che il Veneto poggia le proprie basi editoriali prevalentemente sulla medio-piccola editoria, concentrata maggiormente nelle provincie di Padova e Venezia, seguite da Verona, Treviso, Vicenza, Rovigo e Belluno. Essa ha dimostrato di saper trarre vantaggio dai nuovi strumenti tecnologici quali: il print on demand ed il digital printing. Il risultato più vistoso ed immediato è quello di poter realizzare tirature basse eliminando costi di prestampa, di magazzino e resa e di poter tenere un testo in catalogo per un tempo indefinito. L’ottimizzazione e la limitazione degli sprechi, permessa da queste nuove tecnologie, rappresenta un’opportunità significativa per le aziende di dimensioni piccole che si sono dimostrate particolarmente dinamiche nel tentare tempestivamente la strada dell’innovazione.

Gli editori veneti hanno, inoltre, saputo sfruttare le opportunità offerte dal web. Che si tratti di medie o piccole dimensioni, le aziende non rinunciano ad avere un sito che permetta loro una certa visibilità e con il quale il lettore possa interagire per mezzo di forum e di chat o usufruire, in qualche occasione, di “contenuti liquidi”: testi da poter scaricare in prevalenza gratuitamente. Il sito è un’ottima vetrina che oltre a far conoscere la propria linea editoriale, permette la vendita diretta del prodotto, abbattendo i costi di distribuzione.

 

Librai e lettori

L’indagine prosegue coinvolgendo anche lettori e librerie. A questo proposito si specifica che sono state prese in considerazione solo librerie indipendenti, che danno spazio alle produzioni delle piccole e medie case editrici regionali e che, in non rari casi, sono titolari di una sigla editoriale. Si è rilevato lo spazio a disposizione della libreria e come questo venga ripartito e impiegato. Molti punti vendita creano al loro interno spazi speciali per bambini, presentazioni, letture ed esposizioni artistiche.

Si noti come in base a questi spazi, il libraio tenda ad organizzare eventi, creando occasioni di aggregazione e socializzazione e invogliando così il lettore ad entrare in libreria. Sconti, tessere fedeltà e newsletter accompagnano queste iniziative. Purtroppo le piccole librerie risentono dei costi di gestione e della concorrenza delle grandi catene nonché degli spazi nei supermercati dedicati ai libri offerti con forti sconti. Non temono invece le biblioteche che in genere avvicinano alla lettura e all’acquisto del libro. Le grandi case editrici che assalgono il libraio con un’ingente produzione annuale, andando in questo modo ad occupare considerevolmente gli spazi esigui delle piccole librerie del centro, e il lettore più consapevole, spingono il primo verso la specializzazione dell’offerta per diversificarsi dalla massa e poter sopravvivere. Dal sondaggio emerge poi che il “cliente tipo” è in netta prevalenza femminile poiché più costante di quello maschile nella lettura e affezionato al punto vendita vicino casa. Le vendite maggiori si effettuano nella fascia di età che va dai 26 ai 45 anni; si legge prevalentemente narrativa contemporanea seguita dalla saggistica, manualistica e letteratura da viaggio, mentre tutti gli altri generi sono più o meno allo stesso livello.   

 

Crisi di mercato o lettore in crisi?

Marco Santoro, nel suo saggio introduttivo, sintetizza chiaramente le problematiche del comparto editoriale. Vengono chiamate in causa non solo le istituzioni e le scelte politico-economiche dei grandi gruppi editoriali, ma anche la coscienza del singolo lettore.

Da uno studio attento del problema, si rileva che le cause principali della crisi dell’editoria italiana sono riconducibili ai gruppi editoriali dai connotati monopolistici; alla violazione del diritto d’autore; ai media: televisione ed internet; alla carenza di sensibilità politica nei confronti del mondo editoriale; all’inadeguatezza delle strutture didattiche e addirittura alla mancanza di professionalità da parte di coloro che operano a più livelli nella filiera del libro. Si considera dunque un palliativo qualsiasi iniziativa che abbia lo scopo di tamponare il microcosmo produttivo e distributivo del libro. È fondamentale capire a livello generale che il libro non è un prodotto commerciale bensì un poderoso strumento di crescita civile e culturale; un potente mezzo di formazione e informazione. È, inoltre, fondamentale che la pratica della lettura metta radici nelle abitudini e negli interessi degli individui e che alberghi, nella nostra quotidianità, la consapevolezza che questo strumento permette un sano e consapevole sviluppo della civiltà. Purtroppo la maggior parte degli italiani rivela competenze alfabetiche molto modeste o al limite dell’analfabetismo portando ad una crisi della lettura che si riflette profondamente sulla crisi editoriale. 

 

Elena Montemaggi

 

(www.bottegascriptament.it, anno V, n. 42, febbraio 2011)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
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