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Anno II, n° 14 - Ottobre 2008

di tre amiche universitarie
di Marinella La Scala
La follia tardo-adolescenziale di molti giovani
italiani, in un gustoso racconto edito da Il Filo
Letizia Bognanni, l’autrice di Capitolo 5 (Edizioni Il Filo, pp. 88, € 13,00), in questa sua prima opera, inserita nella collana Strade nuove voci, ci offre un gustoso spaccato di quello che è il mondo disordinato ma spesso protettivo degli studenti universitari italiani. È il racconto del vissuto sregolato di Beatrice, Lisa e Sara, tre ragazze legate da una salda amicizia e colte nell’attimo esatto in cui si trovano a dover riconoscere, ciascuna con diverse modalità, i primi segnali di una maturità che nessuna di loro corteggia. Tutto ruota, si svolge e si diparte dalla casa in cui convivono, famosa come casa Brugioni, dal cognome della proprietaria, sita in quel di Pescara: un luogo che diventa il contenitore dei sogni e delle aspirazioni di chi la vive e testimone dei tic, dei difetti, delle menate e delle innumerevoli incertezze tipiche dell’età di passaggio che conduce alla maturità.
C’è Sara, che possiede un quoziente intellettivo superiore alla media e una laurea in farmacia, presa solo per far felici i suoi genitori, da cui si separa per dedicarsi a un negozietto di musica alternativa, la sua vera oasi di pace. Ipercritica ed esigente verso il genere maschile in toto, in una sorta di regressione adolescenziale, Sara si rifugia nella musica fino a convincersi che l’unico vero uomo della sua vita, la perfezione assoluta, sia il nuovo popolare divo di Mtv, lo svedese che, ai suoi, per telefono, spaccia per il suo fresco fidanzato.
Le conversazioni telefoniche che intercorrono tra Sara e i suoi, mettono in evidenza l’incomunicabilità che esiste in famiglia: due genitori perfettamente identici l’uno all’altra, al punto da essere sovrapponibili e del tutto intercambiabili e una figlia che per giustificare le proprie scelte si trova costretta a dover alternare un briciolo di sincerità all’invenzione più pura, all’esagerazione di un resoconto, al suo abbellimento, e tutto ciò solo per il quieto vivere, per mettere a tacere la propria coscienza e tranquillizzare gli animi.
In questa follia adolescenziale viene coinvolta anche Beatrice che, nel frattempo però prova pure a vivere una storia reale, con l’unico risultato di mendicare amore e attenzioni da un uomo che non la merita e che medita di denunciare per molestie… perché la smetta di spezzarle il cuore. La terza inquilina di casa Brugioni è Lisa, ed è quella che appare, a prima vista, davvero realizzata. È l’unica delle protagoniste che mostra di sapere ciò che vuole dalla vita. Ha un compagno che sa amarla con tenerezza e col quale vive in simbiosi. Un modo, il loro, che li tiene protetti e al sicuro dalla bolgia del mondo che scorre fuori dalla porta di casa.
Lo stile e la tecnica della scrittura
Capitolo
Il libro contiene scene che sono piccole, gustose, trovate umoristiche: la descrizione è tale che la lettura si traduce in fotogrammi nitidi e chiari e, a volte, è come vedersi srotolare davanti le scene più sconsiderate di una puntata di Ally McBeal quando è in piena crisi. Perché Beatrice è un po’ Ally Mcbeal quando si autodefinisce «un monumento all’umana goffaggine», ma lo è anche Lisa, quando crede di avere ucciso due uomini nello stesso momento. Uno da lontano e l’altro da vicino. E lo è Sara, quando cerca di sottrarsi alle attenzioni dei più disparati tipi umani e quando la vocina della sua coscienza vorrebbe urlare forte per dire ai suoi interlocutori quello che pensa veramente, ma non può farlo.
Una quotidianità raccontata dall’autrice e vissuta dalle sue protagoniste attraverso situazioni anche bizzarre, con caratteri contrassegnati da ansie e condotte grottesche: basti pensare alle telefonate-fotocopia che intercorrono tra Sara ed i suoi genitori (anch’essi fotocopia) che, sordi alle aspirazioni della figlia ed inesorabili nella loro “fissità”, continuano a sottoporla ad interrogatori-fiume sempre uguali.
Il “disordinato” mondo degli universitari
Quelle descritte dall’autrice sono scene di vita quotidiana e caotiche, come caotica è la quotidianità degli studenti che risiedono fuori casa. Come quelli che vivono accanto a casa Brugioni: due ragazzi i quali hanno l’urgenza di dividere l’affitto con un terzo inquilino che, nelle intenzioni, vorrebbero serio ed equilibrato. Un’aspirazione che cozza però con la goliardia di entrambi, vittime, sia l’uno che l’altro, di una passione sfrenata per i casi umani che li porta ad accogliere in casa i tipi più stravaganti e solo per il gusto di poterne studiare, con comodo, le anomalie.
Il titolo del racconto, Capitolo 5, prende il nome dall’ultima sezione della tesi di laurea in filosofia di Beatrice, che è appunto il quinto capitolo su cui la ragazza dovrebbe lavorare e consegnare. Tesi che, ad un passo dalla laurea, medita seriamente di cambiare.
Marinella
(www.bottegascriptamanent.it, anno II, n. 14, ottobre 2008)