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Filosofia e religioni (a cura di Angela Potente) . Anno II n° 13 - Settembre 2008

Zoom immagine Vienna da Fuscaldo.
La madre del santo
Francesco di Paola

di Francesca Molinaro
Prodotta da Quadra film una pellicola
realizzata con semplicità e voglia di fare


Dice un vecchio adagio, «dietro ogni grande uomo c’è una grande donna». Credenti o meno, in tanti sono d’accordo  sulla grandezza del santo nostrano, S. Francesco di Paola. Le sue opere e i suoi miracoli hanno fatto il giro del mondo; il suo Santuario, sito nella città di Paola, è uno dei più visitati in Calabria, sia da pellegrini che da semplici turisti curiosi. S. Francesco nasce a Paola, piccolo paesino sulla costa tirrenica, a soli 30 minuti di auto dalla città di Cosenza.

È qui che il piccolo Francesco viene al mondo da mamma Vienna, originaria di un altro paesino limitrofo, Fuscaldo, e papà Giacomo, due pie persone che concepiscono Francesco dopo ben 15 anni di matrimonio e dopo infinite preghiere al santo d’Assisi, dal quale prende il nome e dal quale viene miracolato appena in fasce.

È proprio sua madre, Vienna, ad ispirare un toccante lungometraggio di un giovane regista alle prime armi, Fabio Marra, già autore di vari cortometraggi.

 

La storia

Il film, Vienna da Fuscaldo, La madre d San Francesco di Paola (Quadra Film, 2007), nasce da una piccola e semplice storia, quella di Vienna da Fuscaldo (interpretata da Paola Scirchio) e di Giacomo D’Alessio (Silvio Stellato) detto “Martolilla”, due persone che vivono in maniera semplice e con il frutto del loro lavoro. Siamo all’inizio del XV secolo, il periodo del Regno di Napoli e degli Aragonesi, Giacomo ha un piccolo pezzo di terreno che coltiva con amore e il cui raccolto va prima di tutto ai bisognosi e poi alla sua famiglia. Vienna, invece, è una donna molto pia che segue con devozione il marito, praticando lunghi digiuni e molte ore di preghiera; entrambi sono molto amati e rispettati nella loro piccola cittadina. Nonostante la grande bontà e l’ancor più grande fede, la coppia tarda ad avere un bambino; Vienna e Giacomo sono molto devoti a S. Francesco d’Assisi ed è a lui che per anni rivolgono disperati le loro preghiere. Dopo oltre 10 anni i due finalmente concepiscono il loro primo bambino, a cui danno il nome di Francesco, per la grazia ricevuta dal “poverello” d’Assisi.

Ma non sarà l’unico miracolo che il piccolo Francesco riceverà dal santo; infatti, appena nato, il bimbo è già in pericolo di vita per una grave infezione all’occhio e saranno di nuovo le estenuanti preghiere di Vienna a S. Francesco a salvarlo. Vienna, per voto, promette che all’età opportuna il figlio avrebbe portato la veste di S. Francesco, rimanendo un anno in convento. Così, all’età di 15 anni, dopo aver avuto una visione celestiale, Francesco entra nel convento francescano di San Marco Argentano, piccolo comune in provincia di Cosenza. Lì Francesco è seguito da Padre Antonio da Catanzaro (Raffaele del Monaco).

 

Il film

È proprio da quest’ultimo, il frate da Catanzaro, che parte la narrazione. Sarà la sua pacata e morente voce narrante a portarci per mano nella vita del santo di Paola.

Con gli ultimi sprazzi di energia, infatti, il frate decide di raccontare ai posteri la storia di questo piccolo grande uomo, tornando indietro nel tempo al momento in cui Vienna e Giacomo si sono conosciuti. La storia, dunque, non si incentra prevalentemente su S. Francesco o sulla sua vita, ma su quella dei suoi genitori e in particolar modo su quella di Vienna, sua madre. Una donna dall’animo gentile ma con un’enorme forza interiore che sarà fondamentale durante l’infanzia del piccolo Francesco (Giuseppe Seminara).

Il film ha una durata di 80 minuti, con pochi dialoghi, ma tante scene intense che lasciano poco spazio alla parola. L’attenzione si incentra sulla fotografia, sugli sguardi, sulle frasi non dette e su momenti ricchi di spiritualità, come ad esempio la lunga scena di Francesco e Padre Antonio da Catanzaro nei campi durante l’ora di catechismo. Oppure il forte simbolismo del carretto che, senza alcun freno, rotola giù rischiando di ferire qualcuno, ma la forza di Francesco riuscirà a fermarlo. È proprio questa particolare scena che è stata scelta da Monsignor Bregantini, Vescovo di Locri-Gerace, in uno dei suoi editoriali, per sottolinearne non solo l’intensità, ma anche la forte valenza all’interno di una società che non ha più freni e rotola giù senza controllo come il carretto, in cui a farne le conseguenze sono sempre gli innocenti:

«Francesco di Paola è il più calabrese dei santi. Ma il suo cuore generoso e forte è stato plasmato dal cuore di una donna, la sua mamma, Vienna da Fuscaldo. In questo film la sua interpretazione risulta efficace ed originale. Ogni mamma vi è espressa. Tra lacrime e gioie. I colori di oggi rinverdiscono una figura antica per aiutarci a fare della Calabria un giardino, proprio tramite i volti delle nostre mamme».

Anche la colonna sonora, curata da Anna Sardone, è un forte elemento narrante della storia, che si sviluppa e si evolve insieme ad essa. Ci si muove fra scorci pittoreschi, particolari ricchi e preziosi e bastano poche inquadrature per cogliere l’essenza del momento, del luogo, della situazione. Il film è stato presentato alla 61esima edizione del Festival internazionale del cinema di Salerno, che da sempre si contraddistingue per la ricerca di nuovi autori. Il trailer è visualizzabile anche da You tube su http://it.youtube.com/watch?v=L6RWAYaknNc e su siti specializzati quale My Movies (www.mymovies.it).        

Tutte le informazioni sul film e sui futuri lavori del regista sono reperibili sul sito della casa di produzione www.quadrafilm.it.

 

Cast

Il regista, Fabio Marra, autore e regista di vari cortometraggi, presenti a festival nazionali, ha un passato da illustratore, disegnatore di fumetti e scenografo. Attualmente vive a Cosenza ed è responsabile grafico in una casa editrice locale. Pur affrontando il suo primo lungometraggio, ha dimostrato di saper raccontare e avvincere, grazie anche alla fresca interpretazione di Paola Scirchio, la protagonista, che dona a Vienna un’anima speciale. Tutto il cast è composto da attori alle prime armi (oltre a quelli già menzionati: Federica Ramundo e Cinzia Pelle); solo alcuni di loro avevano già avuto modo di recitare in alcuni cortometraggi o a teatro. Tutto il lavoro è stato costruito con semplicità, pochi mezzi e tanta voglia di fare.

Abbiamo chiesto alla Scirchio, la cui interpretazione è stata davvero toccante e coinvolgente, come si è documentata per capire qual era il vero spirito di Vienna e per renderla sullo schermo in maniera verosimile. La sua risposta è stata: «quello che so su Vienna da Fuscaldo l’ho imparato principalmente ascoltando. Ascoltando Fabio (Marra, il regista Ndr) innanzitutto. È stato lui per primo a parlarmi di questa madre coraggiosa che con la sua fede profonda è stata determinante nella crescita spirituale di San Francesco. E poi attraverso ciò che la gente di Fuscaldo ancora racconta su di lei. È come se la sua presenza tra i vicoli del paese sia più viva che mai, tanto che gli abitanti ne parlano ancora come una di loro. Non sono stati dunque i libri a farmi conoscere questa donna, ma le parole venute fuori direttamente dalla bocca e dal cuore delle persone».

 

Francesca Molinaro

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno II, n. 13, settembre 2008)

Collaboratori di redazione:
Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT