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A X, n 111, dicembre 2016
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Home Page (a cura di La Redazione) . A X, n 111, dicembre 2016

Zoom immagine La passione per la storia dell’arte
in un nuovo intrigante giallo

di Giulia Martiradonna
Già pubblicata in lingua francese, uscirà prossimamente
per Edizioni il Ciliegio l’ultimo romanzo di Romano Ferrari


La déposition maudite. Le mystère du château de Saint Germain en Laye è un romanzo storico nato dalla penna di Romano Ferrari. Nato a Fidenza, l’autore ha completato i suoi studi universitari a Milano per iniziare una carriera di dirigente inizialmente in Italia e poi all’estero, dove ha vissuto per metà della sua vita. Attualmente presidente di FaiFrance, associazione francese collegata al Fai – Fondo ambiente italiano, Ferrari è alla sua terza pubblicazione letteraria.
Pubblicato in lingua francese in versione cartacea (La déposition maudite, pp. 170, € 14,00) e di prossima uscita in Italia per Edizioni il Ciliegio, con il titolo Mistero nel castello di Saint Germain en Laye, l’opera è frutto della forte ammirazione di Ferrari nei confronti della Déposition de Croix, un altorilievo che si trova nella vecchia chiesa parrocchiale della località francese del titolo.

La Deposizione dalla Croce di Benedetto Antelami
L’opera d’arte in questione è una copia fedelissima della Deposizione dalla Croce di Benedetto Antelami, una scultura marmorea del 1178 che è invece conservata nel transetto destro della cattedrale di Parma. Ritenuto da molti uno dei capolavori dell’arte medievale europea, la lastra di marmo rosso, eseguita in altorilievo dall’Antelami, è la manifestazione emblematica del passaggio dall’arte romanica a quella gotica, di cui pare l’artista abbia subito l’influenza nei suoi lunghi soggiorni in Provenza e in Francia.
Ben poco si sa sulle origini della Déposition de Croix di Saint Germain-en-Laye, quale sia il suo reale scultore e se si tratti effettivamente di una copia del capolavoro di Antelami: è proprio questo infatti il mistero che Ferrari cerca di svelare nel suo romanzo.

L’intreccio narrativo
In un ritmico intreccio di storia e fantasia, le vicende si svolgono dal 1170 al 1994 in Italia e Francia. Moltissimi sono i personaggi citati realmente esistiti: dallo stesso Antelami a Bernardo II conte-vescovo di Parma, da Federico Barbarossa a Caterina de’ Medici, ognuno con i propri piani e i propri segreti. Si entra nel clou della storia quando il conte Bernardo affida proprio a Benedetto Antelami il rifacimento del presbiterio del duomo di Parma. È in quest’occasione che l’artista scolpisce la Deposizione, un’opera di cui va particolarmente fiero e alla quale diventa molto legato.
Bernando però, colpito dalla bellezza di quel “lastrone rosso” e credendosi rappresentato nella scultura, vorrebbe cederlo in dono all’imperatore Federico, in occasione delle nozze del figlio, come simbolo del suo potere e della loro amicizia. Benedetto rifiuta di vendere la sua opera, ma i due alla fine giungono ad un accordo: Nannino, uno degli allievi di Antelami, avrebbe realizzato un’opera vagamente ispirata alla sua Deposizione perché potesse essere regalata all’imperatore. Nannino e Bernardo non rispettano però il piano e il garzone finisce col creare una copia praticamente identica della Deposizione del suo maestro. Quando quest’ultimo si reca in segreto a “sbirciare” il lavoro di Nannino, si accorge che non solo la scultura è identica alla sua, ma è persino più bella dell’originale e ciò lo manda su tutte le furie. La vendetta che ne seguirà sarà la causa della rovina, della scomparsa e solo infine del ritrovamento della Deposizione, che per secoli sarà trasportata da una città all’altra, e che d’ora in poi sarà identificata come “maledetta”.

I riferimenti storici nel romanzo
Intrighi, misteri e complotti si infittiscono nel corso del romanzo. Tutti i personaggi inseguono i propri scopi personali, alcuni dettati dalla politica e dalla sete di potere, altri dai propri legami sentimentali. Tutti ben descritti e delineati, prendono vita grazie all’abilità dell’autore nel rappresentarli come “imperfetti” e quindi realistici. Particolarmente interessanti risultano Bernardo e Benedetto tra i personaggi maschili e la duchessa Diane de Poitiers e le regine Caterina de’ Medici e Louise de Savoie tra quelli femminili, per la loro ambizione, intelligenza e spietatezza. Ne consegue che a prevalere siano le parti descrittive e narrative, seppure i dialoghi colpiscano per la loro naturalezza e scorrevolezza. Il lessico è semplice ma movimentato dalla presenza di moltissimi termini in francese e in latino. Numerosi, inoltre, i riferimenti ad alcuni importanti avvenimenti storici che si sono susseguiti nell’arco temporale in cui si svolge il romanzo. L’autore ha affidato quasi l’intera narrazione alla tecnica del flashback, perfetta per un romanzo storico di questo calibro.
La Deposizione maledetta è il fulcro centrale attorno a cui si muove l’intera storia. L’opera d’arte finisce con l’influenzare le vite dei personaggi che ci entrano a contatto, nel bene o nel male, e il suo impatto è così forte che diventa la protagonista vera e propria del romanzo.
L’originalità e la creatività del libro risiedono quindi nel ruolo centrale che l’opera d’arte assume. Così importante ai fini del romanzo, eppur così misteriosa, ci pensano le note a piè di pagina e le Appendici finali ad informare il lettore su tutto ciò di cui si è a conoscenza sulla scultura, nonostante sia relativamente poco.
Gli amanti della storia dell’arte apprezzeranno in particolar modo le due Appendici: la prima raccoglie le opinioni contrastanti di tre esperti francesi riguardo l’origine della Déposition de Croix di Saint Germain-en-Laye e la rievocazione della scoperta della scultura da parte di père Jacques Thomas; mentre la seconda contiene le iconografie dell’opera e le interpretazioni del suddetto parroco.
Al di là della vicenda fondamentale della genesi dell’altorilievo, il libro solleva una questione più che mai attuale: quale sia il ruolo dell’arte e dell’artista. Ne consegue una riflessione sul significato stesso di arte, sull’artista di ieri e quello di oggi. Benedetto è talmente legato alla sua Deposizione che si rifiuta categoricamente di venderla. Per lui l’arte non è commerciabile, è frutto della creatività e della fantasia di una persona, simbolo del suo genio e della sua dignità e come tale va rispettata ed esaltata.
Tutt’oggi non sappiamo come siano andati realmente i fatti, se la Déposition de Croix di Saint Germain-en-Laye sia stata effettivamente scolpita da Antelami, quando e come sia arrivata lì. Ciò che sappiamo di certo, però, è che la versione dei fatti di Ferrari colpisce e conquista al punto da desiderare che sia quella vera.

Giulia Martiradonna

(www.bottegascriptamanent.it, anno X, n. 111, dicembre 2016)

Collaboratori di redazione:
Ernesto Carannante, Teresa Elia, Vilma Formigoni, Ilenia Marrapodi, Martina Oliva, Gilda Pucci
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