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Dibattiti ed eventi (a cura di Selene Miriam Corapi)

Gli ultimi istanti prima
della catastrofica
eruzione del Vesuvio
che distrusse Pompei

di Selene Miriam Corapi
Nel nuovo romanzo, edito Rizzoli, Alberto Angela fa rivivere le sensazioni
di uno degli eventi più disastrosi della Storia e ne rivela appieno i dettagli


Il 19 febbraio 2015 alle ore 17:00, presso l’auditorium del Liceo delle Scienze umane e Liceo linguistico “Enrico Fermi” di Catanzaro, si è tenuta la presentazione dell’ultimo libro di Alberto Angela, noto paleontologo, divulgatore scientifico, scrittore e giornalista italiano, figlio del celebre Piero Angela, conduttore televisivo.
L’evento, organizzato in collaborazione con la libreria Ubik, di Nunzio Belcaro, e inserito nel Progetto scolastico “Gutenberg”, volto ad incentivare la lettura tra i giovani, ha avuto come moderatrice Maria Saveria Ruga, storica dell’arte. Sono intervenuti Alessandro Russo, archeologo, Armando Vitale, presidente del “Gutenberg”, e i docenti Carlo Alberto Notaris, del Liceo “Enrico Fermi”, e Patrizia Curcio, del Liceo “Pasquale Galluppi”. L’evento ha visto la sorprendente partecipazione di numerosi spettatori, appartenenti a tutte le fasce d’età: docenti, alunni e giornalisti.
Non appena il noto autore ha varcato la soglia d’ingresso è stato accolto da una roboante ovazione generale. Gli ha dato il benvenuto la moderatrice Maria Saveria Ruga, che ha affermato: «La sua presenza sintetizza il messaggio a cui noi teniamo molto, che è quello delle discipline umanistiche che aiutano a leggere il passato e a comprenderlo, non a contemplarlo come un qualcosa di lontano, ma vivo e attuale». In seguito ha preso la parola il preside dell’istituto, Luigi Antonio Macrì, che ha presentato l’autore come «un’eccellenza della cultura, della ricerca italiana e della divulgazione scientifica, per noi è un grande piacere avere qui un personaggio che noi tutti amiamo».
Successivamente è intervenuto il presidente del Progetto “Gutenberg”, Armando Vitale: «Questa serata è dedicata ad Alberto Angela, ed è splendido vedere una platea così ricca di giovani studenti di Catanzaro lido e della città di Catanzaro, indice che la curiosità nei confronti di Alberto Angela, molto forte, è segno dell’aspettativa straordinaria, che si ha, ma anche della facilità del libro, compagno di vita». Ha fatto seguito l’intervento della docente Patrizia Curcio, che ha sintetizzato brevemente l’opera I tre giorni di Pompei: 23-25 ottobre 79 d.C. Ora per ora, la più grande tragedia dell’antichità (Rizzoli, pp. 490, € 20,00), focalizzando subito l’attenzione sul titolo del libro, che ci dà un’indicazione ben precisa sulla trattazione, che accende subito «la nostra curiositas». La data dell’eruzione non è quella comunemente accettata e studiata a scuola, il 24 agosto, ma è posticipata di due mesi; e l’autore, con tesi e prove archeologiche convincenti, dimostra come la datazione comunemente accolta sia errata.
La docente continua affermando quanto questo libro abbia una valenza notevole come «testo integrato, che serve, non come ancella, ma nel senso di utilità, in un rapporto di confronto con l’antichità; perché è un metodo assolutamente efficace, in un momento in cui si assiste ad un progressivo allontanamento dell’interesse nei confronti della cultura classica, delle cose di ieri, che invece sono ancora attuali; e, nello stesso tempo è anche entusiasmante, perché riesce a risvegliare l’interesse e perché bisogna ancora guardare questa antichità che è ancora dentro di noi»; capace quindi di ravvivare l’interesse dei ragazzi. Ha poi preso la parola Alessandro Russo, archeologo, che al momento sta conducendo scavi a Pompei, il quale ha descritto la sua esperienza giornaliera, l’emozione nel ritrovare nuovi reperti: dal momento che Pompei non è stata interamente “scavata” (l’eruzione la sommerse per due/tre metri di pomici, lapilli e cenere) vi sono ancora molti luoghi inesplorati che attendono di venire alla luce. Infine ha preso la parola l’autore, che ha catturato l’attenzione del pubblico fin da subito, a volte scatenando l’ilarità generale con le sue battute e i suoi aneddoti. Un personaggio molto umile, che, dopo la presentazione, con molta pazienza e allegria, si è attardato a firmare le copie del suo libro a tutti; disponibile persino a scattare qualche selfie con i suoi fan!

I tre giorni di Pompei
L’autore, con mirabile maestria, ha saputo intrecciare la narrazione di un saggio critico celato nelle vesti di un romanzo; non parla solo del giorno della catastrofe, ma ci racconta la quotidianità di una Pompei sconosciuta, fra profumi, suoni, umori: l’odore del pane appena sfornato, il rumore dei passi delle persone che attraversano la città; ci fa scorgere le entrate delle domus, il mobilio, i giardini; inquadra i personaggi più illustri; ci fa sognare di poter vedere realmente gli abitanti che si muovono, parlano, ridono, organizzano affari, prima della grande catastrofe che avrebbe condannato per sempre le loro vite; e lo fa attraverso il racconto dei sette superstiti del 79 d.C. Angela ci rivela cosa lo ha indotto a comporre l’opera, da sempre un sogno, ossia la necessità di riunire insieme tutte le informazioni importanti raccolte in vent’anni di indagini e riprese in loco; così ha deciso di scrivere il libro mentre si trovava a Pompei.

Promotore di un’iniziativa di più ampio respiro
Grazie al libro di Alberto Angela è possibile per tutti partecipare al restauro dell’affresco dell’Adone ferito: una parte del ricavato, infatti, sarà devoluto alla Soprintendenza dei Beni culturali di Pompei, Stabia ed Ercolano, per il recupero dell’affresco più bisognoso emerso sinora dagli scavi, che si trova nella Casa dell’Adone ferito, da cui il nome.
L’autore ci invita a farci carico della salvezza del sito: di Pompei, ma anche delle altre zone archeologiche importanti. Rispetto all’estero abbiamo infatti la fortuna di possedere numerosissimi beni culturali, e solo con l’impegno profuso da ognuno di noi nel nostro piccolo, fra trecento anni sarà ancora possibile far vedere Pompei alle generazioni future, e ricordare quel tragico avvenimento che distrusse anche Terzigno, Boscoreale, Oplontis, Stabia ed Ercolano il 24 ottobre del 79 d.C.

Selene Miriam Corapi

(www.bottegascriptamanent.it, anno IX, n. 91, marzo 2015)

Collaboratori di redazione:
Ilenia Marrapodi
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