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n. 817 del 22/11/2007.
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Direttore editoriale: Graziana Pecora
Anno VIII, 86, ottobre 2014

nel mondo
dell’economia
di M. Vitalba Giudice
Un argomento cruciale
dei nostri tempi analizzato
in un libro edito da Rubbettino
Trovare un testo che sia in grado di affrontare concetti economici di una certa complessità in maniera lineare e accessibile ai non specialisti della materia non è scontato. Non lo è, soprattutto, se nel testo stesso vengono citate alcune delle teorie enunciate da grandi economisti quali Smith, Malthus, Marx, Keynes e altri ancora e se a ciò si aggiunge l’approfondimento storico e un focus particolare sulla più grande rivoluzione economica del mondo, ossia la Rivoluzione industriale. Il gioco si fa ancora più interessante se, alle analisi sopra citate, si affianca un percorso logico che determina delle conclusioni inerenti lo sviluppo e la crescita della società contemporanea. In questo scenario, il capitale, il lavoro, le nuove tecnologie, l’occupazione, il risparmio e i consumi diventano gli argomenti centrali che ruotano attorno al cosiddetto «problema economico» che, nel testo di Sergio Ricossa, coincide con il concetto di scarsità.
Ricossa è professore emerito di Politica economica dell’Università di Torino. Ha pubblicato diverse opere di rilevante spessore teorico e, oggi, è annoverato tra i massimi esponenti del liberalismo italiano. Nel testo Impariamo l’economia (Rubbettino, pp. 192, € 12,00) l’autore accompagna il lettore in un viaggio che ha l’obiettivo di scardinare i preconcetti o, per usare le parole di Ricossa, «i luoghi comuni dell’economia». Il testo è stato pubblicato per la prima volta nel 1988, ma viene riproposto alla stampa «in forma più piana e più accessibile» con un’attenta, dettagliata e interessante Prefazione di Lorenzo Infantino.
Interrogativi e luoghi comuni
«Volete mettere in imbarazzo un economista? Volete contrastare la probabile sicumera? Chiedetegli a bruciapelo di definire esattamente la materia economica, l’oggetto della sua scienza». Così Sergio Ricossa inizia il proprio viaggio attraverso il labirinto dell’economia, guidando il lettore tra analisi e teorie che hanno come obiettivo quello di soffermarsi sull’interesse che l’uomo rivolge alla sfera economica sul reale valore assegnato alla crescita sulla forza inarrestabile del cambiamento e sull’affermazione che «qualunque politica non velleitaria, non può che ridursi a un piecemeal social engineering, come scrive Popper: un prudente andare a tentoni, un imparare dagli errori, un correggere di continuo e con flessibilità, secondo l’esperienza via via acquisita, le precedenti decisioni».
Il testo non aspira a essere un manuale di economia, tant’è che, come viene sottolineato anche nella Prefazione, non sono riportati né grafici, né espressioni algebriche, né tanto meno equazioni complesse. Tuttavia, nelle riflessioni dell’autore non mancano approfondimenti che inducono il lettore a interrogarsi sugli aspetti e sui concetti fondamentali alla base delle principali teorie economiche: lo sviluppo della società è, come sostengono Marx e Keynes, un’evoluzione verso un obiettivo preciso e la grande meta consistente nella realizzazione dell’uomo in tutta la sua perfezione? Oppure sono più realisti economisti quali Smith e Hayek che vedono lo sviluppo e il progresso come un viaggio verso ciò che è ignoto, alla ricerca del potenziamento delle condizioni umane? Il testo, da questo punto di vista, si presenta davvero ricco di spunti, di notizie concrete, di valutazioni, a volte critiche, ma sempre molto lucide, che riconoscono l’attitudine alla perfezione sociale come irrinunciabile presupposto della ragione umana, ma individuano anche la temuta imprevedibilità del cambiamento, alla cui base c’è il coraggio di accettare sfide, talvolta pericolose, come presupposto ineludibile per il raggiungimento e la creazione di nuove opportunità.
Inoltre, le analisi e le riflessioni dell’economista italiano scardinano i presupposti teorici secondo i quali esistano delle teorie scientifiche di destra o di sinistra, e pongono l’attenzione sull’affidabilità delle esperienze economiche che sono state, o sono tuttora, in attesa di essere verificate.
L’autore, nel testo, prova a immaginare una realtà che non si è ancora mai concretizzata e che coincide con un mondo privo di economia in cui si realizza la fine del capitalismo e il sistema di produzione industriale entra in crisi. Tale riflessione induce Ricossa ad attaccare vecchie superstizioni che individuano nelle macchine una minaccia per il lavoro e l’occupazione. L’autore sostiene che spesso i problemi dell’economia provengono dall’incapacità dei legislatori di promuovere sviluppo, crescita e progresso. D’altronde, egli afferma che «l’economia si perpetua perché si rinnova, e fermare l’economia è fermare il rinnovamento». Nelle pagine del libro si trovano piccole nozioni per comprendere il sistema economico e per orientarsi nel grande magma dell’economia.
Un testo che si presenta, quindi, come un prezioso vademecum per intraprendere un viaggio nel mondo delle leggi che regolano il sistema economico. Un libro per familiarizzare con parte della letteratura di settore, spesso troppo complessa, lontana e non facilmente fruibile da chi ha il desiderio di conoscere e imparare l’economia.
Vitalba Giudice
(www.bottegascriptamanent.it, anno VIII, n. 86, ottobre 2014)
Francesca Buran, Ilenia Marrapodi, Pamela Quintieri, Francesco Rolli, Fulvia Scopelliti
Simona Baldassarre, Maria Laura Capobianco, Maria Assunta Carlucci, Alberto Cazzoli, Guglielmo Colombero, Selene Miriam Corapi, Veronica Di Gregorio Zitella, Giacomo Dini, Riccardo Fiorenza, Maria Francesca Focarelli Barone, Vilma Formigoni, Federica Lento, Chiara Levato, Giuseppe Licandro, Flavia Maccaronio, Irene Nicastro, Maristella Occhionero, Giusy Patera, Stefania Pipitone, Luciana Rossi, Martino Santillo, Maria Saporito, Paolo Veltri, Andrea Vulpitta, Carmine Zaccaro
Denise Amato, Selene Miriam Corapi, Vilma Formigoni, Aurora Logullo, Rosina Madotta, Manuela Mancuso, Ilenia Marrapodi, Pamela Quintieri, Francesca Rinaldi, Francesco Rolli, Fulvia Scopelliti