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Anno VIII, n 82, giugno 2014
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Pedagogia e Scienze dell'educazione (a cura di Denise Amato) . Anno VIII, n 82, giugno 2014

Zoom immagine È la risata
il miglior
antibiotico!

di Aurora Logullo
Da Edizioni la rondine,
un manuale per genitori e figli
sul potere curativo del sorriso


Good health is a laughing matter, ovvero La buona salute è una questione di risate: questo il sottotitolo della biografia dedicata al dott. HunterPatchAdamsben noto anche grazie al film del 1998 con Robin Williams –, padre della clownterapia moderna, una forma di assistenza ai malati per curare divertendosi, attraverso la quale si trasformano le emozioni negative di chi si trova in una situazione di disagio in stimoli positivi con la più semplice delle medicine: la risata. L’estensione della pratica della clownterapia, o risoterapia, dalle camere di ospedale a orfanotrofi, case famiglia e case di cura è stata, dunque, quasi inevitabile.

Perché allora non applicarla anche nella gestione del rapporto genitori-figli e ragazzi-scuola, situazioni spesso non prive di difficoltà? È questa la proposta che Antonella Cristofani, pedagogista e addetta culturale presso il comune di Roma, nonché fondatrice dell’Anpe (Associazione nazionale pedagogisti italiani), avanza nel suo ultimo lavoro Educare ridendo. Un progetto educativo (Edizioni la rondine, pp. 84, € 10,00), un vero e proprio manualetto di esortazione alla risata e al gioco curativo.

 

Risoterapia e talk show

L’autrice ha potuto verificare personalmente il potere della risata nell’infanzia, durante la guerra, quando, nel bel mezzo dei bombardamenti, sua madre inventò “il gioco del materasso”: «l’inquietudine non si può annullare, come non si possono annullare gli accadimenti tristi di cui la realtà è munifica, ma piangerci sopra fa solo abbassare ulteriormente i toni dei registri emotivi, i quali possono invece essere smussati da un costoso, sì, ma sdrammatizzante atteggiamento positivo».

Lo scopo del progetto della pedagogista è dunque far emergere la positività e la bellezza delle piccole cose, cercando di ammiccare con il sorriso a tutte le difficoltà che si devono affrontare quotidianamente: «io voglio aiutare l’individuo a sentirsi piacevolmente nel banale, a sopportare la saggezza degli altri, a fare ogni giorno una cosa, almeno una cosa, anche piccola, che gli piaccia veramente, per non buttare via la giornata».

Si tratta sicuramente di una proposta interessante che ha anche il merito di rivalutare l’utilità del format del talk show e della “tv-verità”: il manualetto, infatti, nella prima parte, Scuola per genitori, immagina sette incontri in cui gli operatori culturali diventano alter ego dei presentatori televisivi i quali «seguendo la scaletta, dovranno essere in grado di provocare, giocare, sdrammatizzare, moderare, spettacolarizzare, applaudire… “mandare la pubblicità” (allentare le tensioni) al momento opportuno…».

Nella prima parte si tratta sicuramente di un lavoro sui generis: non un saggio, ma un aiuto chiaro per i genitori, in cui la forma stessa scelta da Cristofani – una raccolta di schede da riempire e test a cui rispondere che, chi vorrà, potrà usare concretamente – mira a dimostrare il carattere tutt’altro che astratto del metodo proposto. Lo scopo è quello di restituire ai genitori piena consapevolezza del proprio ruolo, in particolar modo nelle sue difficoltà, attraverso la condivisione dell’esperienza personale.

È evidente che il pubblico di tale manualetto è rappresentato da pedagogisti, da esperti del settore, perché lo applichino realmente, ma non è da escludere che ogni genitore personalmente possa trarne vantaggio proprio per la forma scelta: la compilazione di una scheda o le risposte ad uno dei questionari proposti potranno sicuramente dirgli qualcosa in più sulla gestione del proprio rapporto con i figli.

 

Il valore dell’immaginazione contro l’ansia della scuola

Nella seconda parte, dal titolo Voglia di studiare saltami addosso!, protagonisti diventano invece gli studenti e il loro rapporto conflittuale con la scuola, ma restano comunque fondamentali chiarezza e semplicità: non più schede e test da compilare, ma brevi elenchi in cui i ragazzi troveranno riassunte le motivazioni delle loro difficoltà scolastiche, nonché i pro e i contro dello studio stesso.

Gli incontri proposti dall’autrice per i ragazzi “difficili” sono ancora ispirati ai talk shows televisivi, ma assumono un’importanza centrale l’immaginazione e il gioco. Per i genitori, momento fondamentale per la presa di conoscenza è la condivisione, per i più giovani l’immedesimazione. Pertanto i giochi proposti da Cristofani diventano una doppia opportunità di crescita: da una parte sono occasione per un esame di coscienza, dall’altra istruiscono i più giovani alla comprensione e all’accettazione di chi è diverso da loro.

Non solo quindi schede e test a cui rispondere con precisione, ma anche possibilità di raccontarsi e immaginare. In La macchina del tempo persino lo stile dell’autrice subisce un’inversione di rotta: qui la semplicità che le è propria si combina con la volontà di ricostruire mimeticamente il momento stesso del gioco con i ragazzi.

Gioco e divertimento, dunque, per restituire a genitori e figli consapevolezza di sé e la capacità di accettare serenamente i momenti di difficoltà, sapendo bene quando e come una risata può migliorare la situazione.

 

Aurora Logullo

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VIII, n. 82, giugno 2014)

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