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Direttore editoriale: Graziana Pecora
Anno VII, n. 70, giugno 2013

secondo Enzo Romeo:
un’alternarsi di spiritualità
e di interessi più “terreni”
di Vilma Formigoni
Rubbettino pubblica un acuto saggio
sugli “scontri” tra le mura leonine
Esiste un mondo le cui vicende hanno sempre suscitato grande curiosità e interesse, soprattutto per la tradizionale impenetrabilità al suo interno e per la distanza talora insormontabile fra i suoi abitanti e le persone cosiddette comuni. Si tratta dello stato della Città del Vaticano, da secoli capitale religiosa e politica del cristianesimo, sede di Pietro, il primo papa della cristianità. Eppure nemmeno questo baluardo della tradizione religiosa è sfuggito alle cronache politiche e alle critiche dei media. Dei trascorsi politici vaticani si era un poco persa la memoria, a eccezione della ormai lontana Conciliazione fra stato e chiesa dell’11 febbraio 1929, che sanciva di fatto la conclusione di un lungo braccio di ferro fra il giovane Regno d’Italia e lo scomparso Stato della Chiesa. L’immagine che la chiesa aveva dato di sé era quella prevalentemente religiosa, muovendosi in una dimensione cristologica che sembrava aver fatto dimenticare in primo luogo la struttura assolutistica del potere che lo governa e, in secondo luogo, l’insieme dei veleni e delle lotte che si agitano al suo interno nonostante la croce di Cristo che caratterizza gli abiti talari.
Ora le notizie volano veloci, così che nemmeno le vicende del Vaticano rimangono circoscritte all’interno delle antiche “mura leonine”. Enzo Romeo, giornalista e vaticanista del Tg2, ha condotto un’indagine, approfondita e avvincente, sulle vicende che attualmente hanno coinvolto e sconvolto
Il titolo è emblematico. Da secoli la chiesa è stata il simbolo e la depositaria della voce di Cristo; “fede” non è una parola vuota, ma un percorso morale al quale il credente si è sempre ispirato, senza sottrarsi ai cambiamenti etici e culturali del tempo.
In effetti egli parte da una fondamentale considerazione evangelica: «Pace in terra agli uomini che egli ama […] (Luca 2,14). Ma i soldi, il potere, gli scandali, le maldicenze, e anche le guerre, sono parte della storia dell’umanità, nella quale
La pace evangelica è stata, negli ultimi anni, interrotta da una apparentemente inestricabile serie di veleni, maldicenze, scene di spionaggio che l’autore si propone di spiegare attraverso un’indagine serrata e obiettiva senza perdere mai di vista le parole di Benedetto XVI: «Là dove i messaggi e l’informazione sono abbondanti […] il silenzio diventa essenziale per discernere ciò che è importante da ciò che è inutile o accessorio».
Persone e fatti
A personaggi noti si alternano altri poco conosciuti alla maggior parte della gente comune. Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di stato, monsignor Georg Gänswein, segretario del papa, Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior, la banca vaticana, sono soltanto alcuni dei nomi noti che compaiono con frequenza nel libro che, in realtà, prende spunto dalla fuga di notizie e dall’arresto di Paolo Gabriele, maggiordomo di Benedetto XVI, per avviare l’analisi di quanto è accaduto all’interno delle mura leonine negli ultimi anni.
Dalla lettura si apprende che anche all’interno della Curia romana esistono “cori e gole profonde”, che la lotta per il potere è aspra, anche se condotta con consumato piglio diplomatico, e che la cosiddetta «verità assoluta» emerge con fatica.
Alle vicende di Paolo Gabriele, che ha monopolizzato l’attenzione e la curiosità dei media, se ne intrecciano molte altre raccontate con sobrio linguaggio giornalistico e arricchite da precisi riferimenti documentali.
Il caso Boffo, direttore del quotidiano Avvenire, è visto come probabile inizio delle cosiddette «guerre vaticane», precedute, per la verità, da fughe di notizie comparse nella trasmissione di Raitre Chi l’ha visto? relative alle vicende collegate all’ancora irrisolto caso della scomparsa di Emanuela Orlandi; non si trascurano nemmeno i problemi di natura economica collegati alle difficoltà dello Ior e della «Caritas Internationalis […] a cui Giovanni Paolo II nel 2004 aveva riconosciuto “personalità giuridica canonica pubblica” come organo della Santa Sede» che, di fatto, «rafforza il controllo su questo gigantesco network della solidarietà».
Molte pagine del libro di Romeo sono dedicate in particolare a un argomento che potrebbe sfuggire ai più, quello della gestione dei rapporti col mondo politico e istituzionale italiano, affidata al cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei (Conferenza episcopale italiana), il quale non esita a pronunciare parole dure nei confronti di certi politici italiani parlando di «stili di vita difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica».
Nemmeno la realtà economica del Vaticano sfugge all’indagine serrata di Enzo Romeo. Ascesa e caduta di Ettore Gotti Tedeschi sono puntualmente ricostruite attraverso la descrizione di fatti e di documenti che sia voci ufficiali sia “gole profonde” affidano alla stampa che non esita e talora non si sottrae al fascino dell’insinuazione per procedere ad analisi ora fantasiose ora spregiudicate del protagonista di turno.
È noto infatti che «il Vaticano è uno Stato minuscolo ma con un’enorme ricchezza […] che dona […] ai poveri, grazie alle sue organizzazioni caritative e alla rete missionaria mondiale. Senza ricchezza
All’occhio attento del giornalista, che pubblica il suo saggio alcuni mesi prima dell’abdicatio di Benedetto XVI e della conseguente elezione di Francesco I, non sfugge nemmeno la lotta, sia pure condotta con cautela, intorno alla successione al “trono di Pietro” a causa dell’età avanzata di Joseph Ratzinger. È una sfida condotta nelle “retrovie” e portata avanti da tutti coloro – e sono tanti – che, a causa della presenza di Tarcisio Bertone e di Georg Gänswein, sono stati esclusi da rapporti stretti con gli uffici vaticani che contano. L’autore si mostra molto attento a cogliere i cosiddetti rumors, anche se, nello stesso tempo, guarda con ammirazione al ruolo e all’atteggiamento di Benedetto XVI, timido e discreto, ma sempre attento e pronto a ricordare «Le lettere di San Paolo [che] testimoniano delle tante turbolenze che hanno attraversato
Il valore del libro. Lo stile
Se il lettore si aspetta di trovare nel libro di Romeo giudizi personali e atteggiamenti dichiaratamente anticlericali, sarà certamente deluso. Il giornalista è presente in ogni pagina con uno stile limpido che non cede a linguaggi retorici o a tentazioni scandalistiche tanto di moda. La scansione dei capitoli e dei paragrafi è rigorosa e coerente con l’argomento trattato, che evidenzia un attento controllo cronologico degli avvenimenti e un preciso riferimento alle fonti che ognuno di noi può consultare.
Appare altresì evidente la profonda conoscenza che l’autore ha delle “cose vaticane”, che gli consente di ricostruire fatti e delineare personaggi con tratti precisi dando vita ad un libro che permette di conoscerne strutture, organizzazione e gestione economica. Emerge, fra rivalità nemmeno troppo sottintese, la figura di Benedetto XVI che, certamente più propenso agli studi che ai meccanismi della curia, non manca mai di far sentire la propria voce, ricordando con parole severe ma permeate di carità cristiana la necessità di ritrovare nel Vangelo il senso profondo e più vero della chiesa contemporanea.
Vilma Formigoni
(www.bottegascriptamanent.it, anno VII, n. 70, giugno 2013)
Pamela Quintieri, Alessandro Randone, Francesco Rolli, Fulvia Scopelliti
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Denise Amato, Angela Galloro, Aurora Logullo, Rosina Madotta, Manuela Mancuso, Ilenia Marrapodi, Emanuela Pugliese, Pamela Quintieri, Francesca Rinaldi, Francesco Rolli, Fulvia Scopelliti, Alba Terranova