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A. XVIII, n. 199, aprile 2024
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Civiltà letteraria (a cura di Annalice Furfari)

Zoom immagine Il surrealismo letterario:
un’ampia dose di libertà,
miscelata con umorismo
e tanta fantasia di penna

di Rosina Madotta
Pubblicata da Edizioni associate, una raccolta di sedici brevi racconti
conduce in un mondo parallelo costellato di personaggi quasi bizzarri


Ironica, pungente, divertente; al limite tra realtà e fantasia; a tratti assurda e quasi grottesca. Per definirla con un solo aggettivo: surreale.

Sembra uscita direttamente da un quadro di Dalì, un film di Fellini o un sogno e, materializzandosi sulla carta dal nulla, ha preso forma nei numerosi personaggi che popolano le sue pagine, la raccolta di racconti pubblicata da Vittorio Salvati, Il ribelle letterario (Edizioni associate, pp.168, € 11,00). Basterebbe dare un’occhiata al sottotitolo, Sedici storie surreali ma non troppo, per intuire il cocktail di elementi che permea le narrazioni. Nella quarta di copertina, infatti, si legge: «Immaginiamo di possedere uno shaker magico in grado di contenere e miscelare parole, concetti e definizioni, e di voler creare il cocktail “surrealismo”. Quali ingredienti metteremmo nello shaker? Sicuramente tanta libertà e fantasia e, secondo i gusti, un soffio di ironia, uno schizzo di paradosso, una goccia di metafora e una spruzzata di sogno. I sedici racconti surreali (più un Diario e due codicilli) contenuti in questo libro, non sono altro che deliziosi immaginari cocktail, ciascuno con i propri ingredienti e sapori, tutti sostenuti dalla fantasia allo stato puro».

 

Gli elementi miscelati

Ed è così che La panchina di Ionesco è una combinazione tra teatro dell’assurdo e narrativa; L’amore telepatico racconta di un improbabile incontro tra Vittorio e quella che crede la donna della sua vita; in I coperchi del diavolo, il protagonista riceve dal demonio la promessa di una vincita milionaria, ma non valuta che il diavolo «oltre alle pentole riesce a fare, spesso, anche i coperchi»; quattro operai, in Una metafora ferroviaria, credono di poter improvvisamente cambiare la loro vita, ma il fischio del treno in arrivo li riporta all’amara realtà.

E ancora... Quando il Signore andò a Wall Street narra del Divino Creatore che, per punire la specie umana della perdita di valori e del suo attaccamento eccessivo al denaro, impone agli angeli di ristabilire un ordine economico più equo in base alle virtù morali di ogni essere umano; in L’uomo chiamato Carpediem, un ormai anziano signore cambia continuamente il suo modo di proporsi agli altri e alla vita mettendo in atto – nei mestieri che esercita – il consiglio d’oraziana memoria; A cena da Flaubert propone, invece, un simpatico quanto insolito gioco tra amici ispirando la loro fantasia e mettendo in pratica le loro doti da critici letterari.

Particolarmente curioso è il breve racconto che dà il titolo all’intera raccolta: un ironico spunto di riflessione sul mestiere dello scrittore e su quanto i personaggi usciti dalla sua penna possano diventare vivi e reali. Un compromesso “letterario” con uno dei protagonisti, che si ribella alla sorte assegnatagli dalla fantasia dell’autore, si trasforma in uno dei più grandi smacchi che possa subire uno scrittore. Quest’ultimo si trova quindi costretto ad accettare l’amara constatazione che «il suo romanzo veniva pubblicato solo per merito dell’unico capitolo che lui non aveva mai scritto».

 

Il Diario

Ma la lettura più interessante dell’opera di Salvati è, senza dubbio, Il diario proibito di Adamo ed Eva, una cinquantina di pagine scritte a quattro mani con Paola Cerana. È un improbabile, quanto sorprendente, diario segreto e clandestino redatto dai progenitori della specie umana, che errano sulla Terra e – tra sogno, fantasia e realtà – decidono di scrivere come sono andate realmente le cose nel Paradiso Terrestre. Lo scopo è di chiarire alcune vicende che, secondo Adamo ed Eva, sono state scritte frettolosamente e superficialmente nella Bibbia.

Le annotazioni dei due sono costituite da un manoscritto, nel quale si notano distintamente due calligrafie differenti, rinvenuto sui gradini di una chiesa, quella di Santa Maria della Valle di Josaphat, ed è la testimonianza – narrata direttamente dai protagonisti – della loro vita, dalla creazione alla cacciata dall’Eden fino ai giorni nostri.

Dopo l’allontanamento dal Paradiso Terrestre, dodici mila anni fa, Adamo ed Eva furono obbligati a errare sulla Terra in mezzo alla specie umana, senza mai rivelare la loro vera identità fino al giorno del Giudizio Universale; sorretti dal loro amore eterno e privo d’ogni imperfezione tipica dei rapporti umani, trascorrono così gli anni rimanendo sempre uniti e superando ogni difficoltà.

Con ironia e leggerezza, il diario offre una lettura fantastica e alternativa della Genesi rispetto alla versione “ufficiale”.

Interessante è la “teoria linguistica”, inserita nel diario che Salvati ipotizza, secondo la quale a creare i nomi e nominare le cose del mondo per la prima volta sarebbe stata Eva; Adamo, solo successivamente, sarebbe stato istruito all’uso di tale vocabolario.

 

Il gioco narrativo

Il ribelle letterario è un testo leggero, fluido, divertente. Il lettore che inizia a sfogliare le sue pagine deve lasciarsi condurre dalla fantasia e addentrarsi in ogni racconto, nella psiche di ogni personaggio, nell’originalità di ogni situazione surreale, nella scoperta sorprendente e fantastica di un mondo parallelo, al limite tra l’onirico e il paradosso.

I molteplici elementi che si incastrano nei racconti permettono di attraversare i confini tra un argomento e l’altro con leggerezza e agilità, grazie anche al filo conduttore, e insieme invito, che attraversa il libro dalla prima all’ultima pagina: la libertà. Libertà di giocare con le metafore, usare senza limiti l’immaginazione, dosare a piacere l’ironia, sperimentare l’inventiva, mescolare nuovamente le carte degli elementi narrativi e ricominciare in un gioco sempre nuovo.

 

Rosina Madotta

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno IV, n. 32, aprile 2010)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT