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Anno IV, n. 31, marzo 2010
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Filosofia e religioni (a cura di Angela Potente) . Anno IV, n. 31, marzo 2010

Zoom immagine Oltre il Cristianesimo
per capire meglio
il ruolo della chiesa

di Agata Garofalo
Edito da Falzea un importante volume
che analizza e discute i dogmi cristiani


Qual è il futuro del cristianesimo? Possiamo ragionevolmente ammettere l’esistenza di un Dio o di qualcosa a Lui simile? Possiamo riscoprire il messaggio di Gesù  dopo venti secoli di distorsioni e fraintendimenti? Tra i molti animi inquieti che rinunciano coraggiosamente alle confortevoli e rassicuranti convinzioni cattoliche per porsi queste domande, seguendo funamboliche e vertiginose acrobazie del pensiero, c’è Augusto Cavadi.

Nato a Palermo nel 1950, è insegnante e ricercatore di filosofia, collabora con testate giornalistiche e pratica volontariato culturale nella lotta contro la mafia. Da circa vent’anni scrive di filosofia, teologia, politica e pedagogia.

In verità ci disse altro. Oltre i fondamentalismi cristiani (Falzea editore, pp. 244, € 15.00) è a sua ultima fatica, in cui prova a dare una risposta argomentata alle inquietudini di «quei pochi che vogliono aprire gli occhi – coscienti che – le fondamenta della teologia sono ormai sconvolte», auspicando un oltre-cristianesimo di cui possiamo intravedere solo alcune linee di fondo.

 

Dedicato a tutti i fedeli “inquieti”

Il libro del filosofo palermitano è coraggioso e provocatorio fin dal titolo. Un titolo tragico e gravido di conseguenze che è un monito, un avvertimento ed uno stimolo. L’opera si colloca nella folta scia di quelle pubblicazioni dedite alla contestazione razionale del dogmatismo cristiano. Molte di queste sono divenute grandi successi editoriali, segno che sono in tanti a non accontentarsi del cristianesimo “in versione ufficiale” e ad aver capito che c’è la possibilità di una fede “oltre” quella imposta. Sono tanti infatti gli animi inquieti che, pur professandosi credenti, non condividono l’interpretazione ecclesiastica delle Scritture ed i precetti che ne derivano.
«Secondo l’opinione comune puoi credere solo se rinunzi a pensare», esordisce Cavadi, ma «che succede a chi ritiene insoddisfacente questa alternativa fra credere e pensare?», chi si arrischia nell’esplorazione delle alternative possibili al “bivio” tra «la vertigine dell’intelligenza o il sostegno della fede?». La risposta è isolamento, diffidenza, indifferenza: sono queste le armi della chiesa attuale, l’alternativa moderna all’Inquisizione. La comunità cattolica infatti concede spazio ed ascolto a chi si professa ateo, ma difficilmente accetta il confronto con chi, pur essendo credente, dissente dalle dottrine ufficiali: «a queste donne e a questi uomini in ricerca, intenzionati a perseverare nella doppia fedeltà all’intelligenza e al vangelo» l’autore dedica espressamente la sua opera.

 

Struttura dell’opera

Il libro è lineare, fruibile e godibile, e l’autore sembra condurre per mano il lettore nel suo ragionamento. Fin da subito infatti, nella prima pagina dedicata ai ringraziamenti, lo aiuta ad individuare quel filo conduttore che collega le quattro parti del volume.

La prima è volta ad esplicitare le speranze dell’autore, cioè che si possa arrivare ad un “oltre-cristianesimo”, non anti-cristianesimo né post-cristianesimo, bensì “oltre”, nel senso che alcuni suoi aspetti vanno negati ed altri accettati, ma comunque superati, senza scadere né nel nichilismo, né nell’intimismo mistico, né nel naturalismo.

Nella seconda parte si esamina la possibilità dell’esistenza di Dio – o comunque di una divinità, un Creatore, una “presenza” –, considerando eventuali alternative al rapporto con Lui.

Nella terza e più lunga sezione del libro Cavadi ripercorre le tappe del cristianesimo e dell’interpretazione delle Scritture, rivelando quei cambiamenti che la chiesa ha accettato senza però divulgare, proprio perché cosciente che sono proporzionalmente di più i fedeli “conservatori”. Cioè i credenti per i quali tutto deve restare così com’è, inclini ad avere qualcuno che indichi loro cosa credere e cosa fare, piuttosto che dover affrontare ed assimilare i cambiamenti, o, peggio, vedersi concessa una maggiore libertà d’interpretazione ed essere quindi costretti a pensare, scegliere, discernere.

La quarta parte del volume propone possibili «applicazioni pratiche» di un auspicabile oltre-cristianesimo. Si propongono qui diverse basi da cui ripartire per ripensare la propria cristianità quali l’essenzialità, l’eros, la femminilità, la povertà, la natura, l’io.

L’autore suggerisce inoltre due chiavi di lettura del testo, spronando chi fosse impaurito dalla mole delle dense note a piè di pagina a leggere comunque il testo, che è di per sé autonomo e completo, rinunciando agli approfondimenti ed alle  alternative concettuali proposte nelle note.

 

La storia, le interpretazioni ed i paradossi

Il volume inizia e finisce con una spinta al dialogo fra le religioni per raggiungere la pace dei popoli, tuttavia «dialogare è possibile se si conosce l’altro e, prima ancora, se davvero si conosce se stessi»: occorre quindi accostarsi al cristianesimo «con lo sguardo spregiudicato di chi lo osserva per la prima volta». Non è quindi superfluo ripercorrere le tappe della religione cristiana fin dall’avvento del suo fondatore, Gesù, il quale annunziò la venuta del regno di Dio, non di una nuova religione. Ma l’annunciata fine del mondo tardava ad arrivare, nasce quindi la chiesa, con le sue regole e le sue gerarchie, come struttura “di supporto” per guidare e sostenere i credenti nel loro cammino di fede, in attesa del momento del giudizio divino.

Altrettanto importante è rendere noto che le ricerche esegetiche hanno rilevato, nel corso dei secoli, che i vangeli mancano di fondamenta storiche e che sono in realtà storielle da leggere metaforicamente, nate per una più facile e diretta divulgazione dei valori cristiani. In risposta a queste rivelazioni la chiesa ha cominciato a «defisicizzare» la sua concezione di Dio, fino al punto in cui essere cristiani diventa «l’accettazione di una dottrina razionalmente inspiegabile […] gradualmente, la fede si trasforma nel sacrificio delle proprie esigenze intellettuali davanti a domande sempre più mirabolanti». Si è consumato, quindi, all’interno della comunità cristiana uno «scisma sommerso» tra i «cristiani pensanti» e quelli che taluni pensieri li evitano, ignorano o soffocano. In troppi oggi sono cristiani solo per una vaga intuizione e spinta emotiva, risultato di un’acritica adesione, e molti  di loro non conoscono la storia del cristianesimo né mettono in atto i suoi dettami nella vita.

E la chiesa da che parte sta? Paradossalmente preferisce chi accetta ed esegue la dottrina pur solo per inerzia a chi la vorrebbe “attualizzare” alla luce delle ricerche scientifiche e filosofiche. Senza mai abbandonare il suo stile sereno, fermo e pacato, l’autore arriva a volte a toni di forte provocazione quando sottolinea che chi non accetta i dogmi e non esegue i riti cristiani è irrimediabilmente eretico, «non ha importanza se mediti ogni giorno sul vangelo, se credi che Dio ti ama, se ti impegni in un atteggiamento di servizio per i poveri. Nella Chiesa possono restare egoisti e ambiziosi […] mafiosi e dittatori: purché non mettano in dubbio la Trinità divina». Ne deriva l’«adozione della violenza come mezzo disciplinare», dato di fatto storicamente comprovato che va ricordato e non passato sotto silenzio.

 

Rimandi e prospettive

Quello di Cavadi è un gioco a carte scoperte. Il libro non è facile – eppure il linguaggio è abbastanza fruibile e divulgativo –, ma è sincero: nel fare il riepilogo delle proprie ricerche egli ammette gli aspetti positivi e negativi di tutte le teorie ed ipotesi che riporta o propone. Con ironia e pacatezza l’autore esplicita il proprio desiderio di rinnovamento, inscindibilmente legato ad un bisogno spesso sottovalutato di risalire alle origini, perché «“non manca il coraggio di andare avanti: manca il coraggio di andare indietro, ritornare dove deviato: per avanzare davvero” (P. Jahier)».

È un libro colto, e non manca di rimandi eruditi né di accostamenti arditi ed insoliti, come quello attuato con la storia del marxismo, lo scetticismo critico di Luigi Lombardi Vallauri, il pensiero naturalistico di Löwith, il punto di vista psicoanalitico di Drewermann, gli approdi più moderni dell’esegesi biblica, la concezione dell’evoluzione del cristianesimo secondo Küng, il nichilismo di Nietzsche e l’etica dostoevskijana, la rivoluzione protestante, la sfida della modernità, l’illuminismo e la post-modernità. A questo punto della storia, alla luce di tutte queste teorie, movimenti e scoperte, l’arroccamento cristiano sulle proprie obsolete posizioni ed il ricorso ad un «revisionismo camuffato» è inutile e controproducente. Bisogna cercare un’altra via, e Cavadi accetta la sfida a viso aperto.

L’approdo a cui giunge è coerente, originale e stimolante. Egli non vuole dare una risposta certa, ma sollevare il dubbio, esortare il lettore a farsi delle domande, perché il solo «tentare di rispondere a queste domande, sia pur precariamente, può donare gioia alle nostre esistenze».

 

Agata Garofalo

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno IV, n. 31, marzo 2010)

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