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Comunicazione e Sociologia (a cura di Marilena Rodi) . Anno IV, n. 31, marzo 2010

Zoom immagine Quale futuro
per le risorse
energetiche?

di Rosina Madotta
Le fonti alternative al centro
del dibattito politico europeo.
Un libro di Donzelli editore


La questione mondiale dell’approvvigionamento e rinnovo delle fonti energetiche è al centro dei dibattiti politici ed economici in Europa e nel resto del mondo. La sempre maggiore dipendenza da fonti energetiche non rinnovabili, quali il petrolio e il carbone, e quindi destinate a esaurirsi nel corso del tempo, obbligherà o  almeno spingerà i paesi a percorrere strade nuove allo scopo di ricercare delle risorse alternative per il proprio fabbisogno.

Tutto ciò, e molti altri aspetti d’approfondimento sul problema energetico, sono analizzati nel testo Petrolio e sviluppo. L’Italia, l’Europa, l’energia (Donzelli editore, pp. 134, € 12,50), curato da Luigi Paganetto, docente della Facoltà di Economia all’Università Tor Vergata di Roma, pubblicato grazie ai contributi professionali del Ceis Tor Vergata (Centro di studi internazionali sull’economia e lo sviluppo).

Il libro ha lo scopo di comprendere in che misura potrà avvenire il riequilibrio delle risorse (petrolio, gas, energie rinnovabili e nucleare) e tratta, altresì, l’importante quanto scottante questione, per la maggior parte delle nazioni, del rispetto delle direttive espresse e sottoscritte nel Protocollo di Kyoto.

 

L’energia in Italia e in Europa

Il Ceis, con la collaborazione della Kuwait Petroleum Italia, organizza con cadenza annuale una tavola rotonda per tracciare il punto della situazione sulle problematiche energetiche e delineare il panorama che potrebbe prospettarsi in futuro con l’utilizzo di nuove fonti alternative. I risultati emersi sono stati raccolti e divulgati in questo libro.

Gli studiosi e gli esperti di fama nazionale e internazionale, che hanno espresso il loro punto di vista negli interventi, hanno sottolineato come l’Italia e l’Europa tutta abbiano una scarsa attenzione per  le politiche energetiche e in particolare quelle orientate a impedire che in futuro si abbia la necessità di rivolgersi a paesi extra-europei per soddisfare il fabbisogno delle popolazioni. Questa cattiva gestione del problema ha inevitabili ripercussioni sul grado di sviluppo economico e tecnologico del vecchio continente, sorpassato da Usa e paesi asiatici, in particolare dalla Cina). E proprio l’entrata prepotente sul mercato di quest’ultima potenza economica, privilegiando il petrolio come maggiore combustibile, ha contribuito a incrementarne il prezzo negli ultimi anni, che tenderà ad aumentare ancora per il prossimo periodo, influenzando anche l’andamento del costo di altre materie prime. A proposito scrive Luigi Paganetto in un intervento nelle pagine introduttive del libro: «Per il futuro dobbiamo aspettarci, oltre la crescita dei prezzi del petrolio, anche l’aumento dei prezzi delle materie energetiche. Questo è sicuro per quanto riguarda il gas, dato che il suo prezzo è indicizzato a quello del petrolio e, quindi, è quasi un automatismo». E continua «Se guardiamo ancora una volta al quadro complessivo, vediamo che nel lungo periodo la quota dei fossili, cioè carbone, gas e petrolio, rimarrà abbastanza inalterata, anzi, tenderà ad aumentare, non solo perché non cresce la produzione di nucleare e crescono poco le risorse rinnovabili, ma soprattutto perché c’è una maggiore domanda di energia, resa ancora più evidente dalla crescita dei paesi in via di sviluppo».

Per quanto riguarda la dipendenza dell’Europa e dell’Italia dalle importazioni di energia, il testo sottolinea come si dovrà prestare sempre maggiore attenzione alle scelte effettuate in termini di politica energetica. La Commissione Europea ha comunicato, attraverso stime e previsioni, che le fonti rinnovabili passeranno dal 7,4% nel 2010 all’8,6% nel 2030. I maggiori paesi industrializzati, che hanno sottoscritto il Protocollo di Kyoto, dovranno mettere in pratica una strategia ambientale più incisiva affinché si possa arrivare all’obiettivo di abbassare sensibilmente i livelli di gas serra nell’atmosfera e arrestare l’aumento globale delle temperature.

 

Nucleare in Italia: si o no?

Altra questione che è stata riaperta di recente – o, forse, che non si è mai chiusa definitivamente – è la ricostruzione delle centrali nucleari in Italia, spesso fonte di dibattiti accesi che vedono contrapporsi coloro che sono categoricamente a sfavore dell’energia atomica e coloro che auspicano una riapertura delle centrali. Nel suo intervento Enrico Letta, attuale vicesegretario nazionale del Partito democratico e segretario generale dell’Agenzia di ricerche e legislazione, sottolinea come riaprire le centrali oggi sia economicamente svantaggioso – gli investimenti immediati sarebbero troppo alti a fronte di risultati raggiungibili solo fra molti anni – e non costituisce una risoluzione ai problemi energetici del paese. La decisione, presa con un referendum nel 1987 dopo la forte ondata emotiva accesa dal disastro di Chernobyl, di abolire e smantellare le centrali, fu presa sconsideratamente e, oggi, sarebbe troppo tardi ritornare indietro. Il percorso da intraprendere sarebbe di tutt’altro genere: «In Italia, dunque, la soluzione dei problemi energetici – esplicita Letta – non passa per il nucleare. La strada è un’altra. Il problema energetico, nel nostro paese, va risolto perseguendo opzioni più rapide e meno costose, con l’obiettivo di giungere al giusto mix energetico: un quarto di petrolio, un quarto di gas, un quarto di carbone, un quarto di fonti rinnovabili. In questo contesto, le scelte economiche diventeranno eque e i costi energetici inizieranno a scendere». In Italia, l’alternativa al petrolio sembra costituita, oltre che dal gas, anche dal carbone e dall’idrogeno, utilizzati pochissimo nel nostro paese, soprattutto considerando il loro cospicuo impiego nel resto d’Europa.

Petrolio e sviluppo, costituisce un’interessante guida per i non addetti ai lavori, in quanto propone diversi punti di vista scaturiti direttamente dalla penna dei più competenti studiosi in materia, per cercare d’addentrarsi e comprendere che cosa e con quali meccanismi viene influenzato l’andamento di prezzo dei maggiori indicatori energetici sul mercato e nella vita quotidiana di tutti noi consumatori.

 

Rosina Madotta

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno IV, n. 31, marzo 2010)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
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