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Anno IV, n. 29, gennaio 2010
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Home Page (a cura di Anna Guglielmi) . Anno IV, n. 29, gennaio 2010

Zoom immagine Lulù e l’amore:
una vita carica
di disincanti

di Simona Corrente
Da Città del sole la storia
di una donna coraggiosa
alla ricerca della felicità


«Nolite ponere margaritas ante porcos», non vogliate mettere le perle davanti ai porci, dicevano i latini, locuzione riportata anche nel Vangelo secondo Matteo (7, 6) e tramandata nel corso dei secoli, tanto che ancora oggi è nota l’espressione: «inutile dare confetti ai porci, li confondono con la ghianda». Per esprimere al meglio il significato del proverbio basterà dire che non bisogna perdersi in attenzioni nei confronti di coloro i quali non sono in grado di capirle ed apprezzarle. Offrire la propria delicatezza ed il proprio amore a chi è totalmente privo di sensibilità, e perciò incapace di cogliere la differenza tra ciò che vale e ciò che no, costituisce solo una perdita di tempo.

Proprio il senso di quanto appena espresso sembra costituire il fulcro della storia nata dalla penna della reggina Emanuela Crispo – docente Fin di ginnastica ed aerobica in acqua nonché collaboratrice freelance per riviste di settore. L’autrice racconta la vita di Lulù – la scrittrice stessa? –, protagonista del suo primo romanzo Ghiande ai porci e confetti alle spose (Città del sole edizioni, pp. 120, € 15,00). La storia è sanguigna, carica di eros e passione ma soprattutto di rabbia generata da un profondo bisogno d’amore che resta insoddisfatto e continuamente disatteso da incontri sbagliati con uomini poco coraggiosi. Lulù è una donna in carriera, forte, integerrima e testarda, nella vita non scende a compromessi, ma nell’amore tutta questa forza sembra quasi sgretolarsi come un castello di sabbia. Si abbandona alla passione, una passione scoppiata all’improvviso che si tramuta poi in un amore sconfinato destinato ad esaurirsi perché non alimentato.

 

Lulù e l’amore: il rapporto uomo-donna nella relazione di coppia

Oggetto del desiderio è Carlo, a detta di Lulù un uomo insignificante, come tanti altri, questo almeno all’inizio della loro storia. Piano piano però, egli si svela ed appare diverso da tutti gli altri uomini finora incontrati: è sincero, onesto – almeno all’apparenza – tanto che le fa battere il cuore, facendola innamorare perdutamente. Carlo è schivo, un po’ pigro perché non ha voglia – o semplicemente ha paura – di abbandonarsi all’amore, il suo grande problema è di essere totalmente privo di coraggio. Dinanzi ad un sentimento forte fugge, per poi ricomparire e subito fuggire ancora, così per tante e svariate volte che la bella ed affascinante eroina comincia a rassegnarsi all’idea di essere destinata ad un’esistenza infelice perché congenita e forse causata dalla sua esuberante natura di donna. Il comportamento dell’amato genera un senso di vuoto misto a disperazione all’idea di averlo ormai perso, senza in realtà rendersi conto di non averlo mai posseduto e di essere stata vittima di un’illusione: quella di una felicità prima conquistata e poi miseramente svanita.

Dunque, il tema centrale del romanzo è l’amore, un amore ardentemente cercato, un amore che sembra essere finalmente arrivato ma che poi si tramuta in un sentimento di sconforto non perché non ricambiato, ma per una insensata paura a lasciarsi andare, ad abbassare la guardia ed a farsi travolgere dalla tempesta del cuore. La passionale eroina ha un disperato bisogno d’amore, un desiderio viscerale di trovare la felicità nell’altro, con l’altro e grazie all’altro che resta puntualmente disatteso dall’incapacità e dall’immaturità dell’uomo.

Nel romanzo Carlo, pur restando la figura maschile predominante, non è l’unica a comparire. Pian piano che la storia va avanti si materializzano i personaggi di amori passati che hanno aiutato, o meno, Lulù a crescere e diventare la donna che è oggi. Se pur la passione più forte che abbia mai provato nella sua breve ma intensa esistenza sia quella per Carlo, la seducente protagonista ha già incontrato diversi uomini e vissuto amori, o pseudoamori, il cui ricordo genera sentimenti forti e contrastanti. Fanno capolino alcune figure: Manuel, il primo, puro ed innocente amore; Edoardo, una storia inutile e senza prospettive; Giacomo, il tentativo di dimenticare Carlo e dunque simbolo del fallimentare modo di pensare che “chiodo schiacci chiodo”. Perso il suo più grande ed unico amore, Lulù cerca di raggiungere la felicità nelle braccia di Giacomo, ma presto anche questo rapporto si rivela un flop per la poca partecipazione di lui, ancora troppo “scosso” dalla relazione precedente e con qualche scheletro nell’armadio.

 

Lulù e la vita: il suo rapporto con la realtà circostante

Il romanzo non dà solo voce agli “amori” di Lulù, ma racconta la vita della protagonista a trecentosessanta gradi toccando anche la sfera familiare. L’eroina prova sentimenti contrastanti e, soprattutto nel rapporto con i genitori, sente di non essere stata all’altezza delle loro aspettative; se pur a loro riconoscente, non può non rispettare la propria natura e personalità, e da donna forte qual è continua per la propria strada: «mi vedevo non corrispondere allo stereotipo ambito dai miei genitori, ma volevo loro bene… e pur sapendo che le mie ambizioni non sarebbero mai coincise con le loro aspettative, continuavo nella certezza delle mie passioni».

Non manca la descrizione del rapporto di amore-odio con la sua città natale Reggio Calabria, sentimento legato al desiderio ed al piacere di viaggiare per scoprire il diverso, varcare i confini fisici e mentali della piccola realtà in cui la protagonista è immersa: «che paese triste, povero di entusiasmo e di cultura… e non perché io mi senta superiore alla media, ma perché ogni qualvolta esco dalla mia città, mi accorgo di quanti piccoli pensieri questa mia gente si circondi, e vorrei migliorarmi…» – prosegue la protagonista – «desidererei conoscere persone di ogni paese, vivere più emozioni tramite le loro esperienze e cibarmi di ogni spicchio di mondo! Ed ogni volta che non posso, viaggio comunque nei miei sogni con la mia fantasia e mi guardo intorno».

L’autrice riprende poi il filone della storia, riportando l’attenzione sul rapporto uomo-donna e sulla scarsa stima che ormai Lulù, a seguito delle sue vicissitudini amorose, riserva all’altro sesso, poiché «Pochi sono gli uomini capaci di sostenere la forza innata di una donna!» afferma. E conclude in tono sarcastico e provocatorio: «vi saluta una vedova nera dopo aver ucciso i suoi mariti fittizi… adesso chi di voi ha il coraggio di farsi avanti?».

 

Simona Corrente

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno IV, n. 29, gennaio 2010)

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