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Home Page (a cura di Anna Guglielmi) . Anno III, n. 27, Novembre 2009

Zoom immagine L’Africa chiede
equità contro
fame e miseria

di Rosina Madotta
Diffuso da Edizioni creativa,
un diario di viaggio racconta
i mali e le risorse del Congo


Si dice che l’Africa, una volta visitata, non la si scorda più. Lo chiamano “mal d’Africa”. I ricordi dei posti visitati diventano nostalgia, la passione da turista diviene passione da viaggiatore, la curiosità superficiale del “mordi e fuggi” si tramuta in desiderio di comprendere a fondo questa terra e la sua popolazione. L’Africa entra nell’anima insieme alle savane selvagge, ai paesaggi sterminati e arsi dal sole, alle albe e ai tramonti primordiali, ai laghi e alle cascate, ai colori accesi.

Ma la culla dell’umanità, il continente nero, è anche sentieri polverosi, strade sterrate, mercati rumorosi, donne fiere abbigliate elegantemente, nonostante stiano cercando di vendere povere mercanzie, bambini che lottano contro la miseria per avere un futuro, sfruttamento da parte dei paesi del Nord del mondo.

L’Africa è un continente che da troppo tempo aspetta giustizia: giustizia per le vessazioni e gli sfruttamenti subiti nei secoli, giustizia affinché possa beneficiare autonomamente delle sue preziose risorse naturali. Aspetta giustizia e non elemosina.

Giorgio A. Pisano, giovane sacerdote napoletano particolarmente vicino ai giovani e alle famiglie, testimonia questo bisogno impellente del popolo africano tramite il suo diario di viaggio Terra d’Africa, carità no, giustizia sì. Appunti di viaggio nella R. D. del Congo (Edizioni creativa, pp. 104, € 10,00).

 

I mali del continente africano

Partito da Napoli nell’agosto 2007 insieme ad altre undici persone, Padre Pisano – che aveva desiderato fin da bambino d’essere un missionario in Africa – durante tutto il viaggio e la permanenza nella missione ha annotato su un taccuino (dovunque si trovasse) ogni pensiero, impressione, emozione derivanti dai luoghi visitati, dalle persone conosciute e dalla condivisione gioiosa della fede e dei riti religiosi cristiani. Il “mal d’Africa”, la necessità di capire questo continente, l’interesse verso chi aveva già affrontato esperienze missionarie e, ancora, la sensibilità nel percepire le sofferenze dei poveri e degli afflitti, nel sentire il grido di soccorso di coloro che in questo continente vivono situazioni di schiavitù sotto molteplici forme, gli sono sempre appartenuti e nell’esperienza missionaria si sono concretizzati.

In viaggio sull’aereo che porterà lui e i suoi “seguaci” da Roma verso il Congo, il missionario, mentre sorvola Brazaville, osserva dall’alto il paesaggio sottostante e non può fare a meno di notare l’infinità di lamiere adibite a baracche; quindi sottolinea un dato impressionante e significativo per comprendere quanto sia diffusa la miseria in questo continente: ad Addis Abeba, capitale etiope, il 90% degli abitanti vive in baraccopoli, mentre solo il 10% vive in abitazioni vere e proprie.

Nelle strade polverose, nei mercati colorati, in mezzo alla gente – che nonostante le condizioni miserrime conserva compostezza, austerità e dignità – resta colpito soprattutto dai volti dei bambini innocenti, sui quali scorge tutto il disorientamento, la paura e l’incertezza causati da prolungati anni di guerre, carestie e sofferenze. E gli aiuti derivanti dall’Occidente a volte sono inefficaci o, addirittura, dannosi per questi bambini; uno tra tutti: il latte artificiale in polvere viene diluito troppo e con acqua contaminata che provoca intossicazioni, malattie e morte. Padre Pisano definisce questi aiuti dell’“Impero”, cioè dei paesi ricchi del mondo, un inganno.

In Congo e in tutta l’Africa, in effetti, sono violate anche le più elementari norme igieniche sulla depurazione dell’acqua o sulla salubrità degli ambienti. Nella maggior parte degli ospedali Padre Pisano e i suoi collaboratori sono costretti ad appurare le terribili ed estreme condizioni strutturali e sanitarie nelle quali medici e infermieri prestano il loro lavoro quotidianamente: sporcizia e macchie di sangue dappertutto, sui pavimenti e sulle lenzuola, ruggine sui letti e sugli strumenti chirurgici, carenza dei medicinali più basilari.

Ma, nonostante tutto, la popolazione locale non manca di esternare dimostrazioni di gioia e allegria. Padre Pisano racconta di una celebrazione liturgica durata quattro ore, costellata di canti e danze, durante la quale ha respirato un’atmosfera di ascolto di sé e degli altri, di accoglienza del prossimo nella propria vita, di sogni – forse troppo lontani – dei bambini. La vita di questi bambini che non hanno nessun progetto futuro – anzi che lottano per esserci nel futuro – è una festa fatta di piccole cose, piccole gioie immateriali. La didascalia a commento della fotografia di un bambino piccolissimo con addosso i segni della denutrizione recita: «I bambini del Nord del mondo pensano cosa faranno da grandi, quelli del Sud se saranno grandi».

In Africa i valori e le cose veramente importanti assumono un’altra dimensione e un nuovo significato: il tempo è un dono e una grazia, l’operosità di donne, uomini e bambini non è un peso, la serenità è fondamentale nell’affrontare gli imprevisti.

 

C’è una speranza per l’Africa?

Il sacerdote missionario, ripercorrendo l’esperienza africana, la riassume attraverso alcune immagini-simbolo:

«argilla e sabbia, danza e preghiera, cuori e mani alzate, vita e morte...

L’Argilla: [...] I paesaggi più belli che ho potuto contemplare erano costituiti da terra argillosa che mi riporta all’essenzialità della vita. Il colore rossiccio della terra d’argilla, mi ricorda l’impegno profuso da tanti uomini e donne di buona volontà, nella costruzione con le proprie mani del mondo anzi per continuare il mistero della creazione. [...]

La danza: [...] segno di una Comunità che non si lascia morire o abbattere dalle ingiustizie ma che invece, si erge fiera facendo emergere dal ritmo e dai movimenti il mistero di una libertà “slanciata”».

Padre Alex Zanotelli, curatore dell’Introduzione, sottolinea come la Repubblica Democratica del Congo è in Africa una delle zone con la maggiore ricchezza di minerali nel sottosuolo, ma tale ricchezza, in quanto fonte di sfruttamenti e guerre interne, costituisce la sua condanna. «L’Africa è un continente crocefisso – scrive padre Zanotelli – e il Congo è uno dei paesi più martoriati dell’Africa; ha vissuto una guerra dove 4 milioni di congolesi hanno perso la vita».

Uno degli intenti del libro è segnalare la necessità di non ridurre la popolazione africana a ricevere sterili elemosine e pietismi, piuttosto concederle la possibilità di creare le condizioni migliori per un futuro e una ricchezza autonomi dall’intervento di altri continenti.

«Il Congo – così come afferma padre Pisano – si può salvare ma solo con congolesi liberi da interessi personali e da interferenze internazionali che [...], purtroppo a tutt’oggi, sono molte».

 

Rosina Madotta

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno III, n. 27, novembre 2009)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT