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A. XVIII, n. 199, aprile 2024
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Dibattiti ed eventi (a cura di Natalia Bloise)

Quanto sono cambiati i
rapporti e la socialità al
tempo di Facebook e dei
social network nella rete

di Andrea Vulpitta
I vecchi pregiudizi sui single stanno cadendo per cedere il passo ad una
nuova coscienza: essere soli non è più sintomo di debolezza ma di forza


La presentazione di un libro incentrato in parte sullo status di single, e al contempo su uno dei fenomeni più travolgenti, e diremmo invadenti, degli ultimi tempi è per sua natura specifica una presentazione sui generis. Con questo pizzico di curiosità è iniziata presso lo spazio antistante la libreria Ubik, a Cosenza, la serata con protagonista il testo Sex and Fb. Monopensieri di una single ai tempi di Facebook (Perrone editore) alla presenza dell’autrice, Maria Francesca Rotondaro, giornalista, single da due anni e mezzo, che ha sentito il bisogno di esternare sensazioni e pensieri legati non solo al suo status, ma anche al fenomeno Facebook.

 

Bottegascriptamanent in versione par condicio

Considerando la peculiarità del tema e l’inviata donna della nostra testata (vedi articolo di Angela Potente sul n. 23 del luglio 2009), il nostro direttore responsabile (forse anche per spirito di parte) ha chiesto a chi scrive di riportare anche il punto di vista maschile sull’argomento.

L’inizio della serata si è consumato sul solito cliché se la condizione di single sia una scelta o una condizione che si subisce e il dibattito, moderato dal giornalista Rai Calabria Mario Tursi Prato, è sembrato scivolare più su considerazioni diremmo di comodo che sulla realtà della singletudine. Questo perché crediamo che lo status abbia infinite sfaccettature, frutto non solo delle proprie esperienze ma delle innumerevoli situazioni che fanno vivere da single volente o nolente. Ci chiediamo: il compagno o la compagna che ha il partner lontano per motivi magari di lavoro per mesi o anni svolge gioco forza la vita da single: può considerarsi tale?

 

Non ci sono più gli uomini di una volta

Anche se il dibattito è stato all’insegna del pacifismo nei confronti degli uomini, la presenza preponderante di donne negli interventi programmati ha esposto il genere maschile ad una serie di critiche. Sarà anche vero che gli uomini sono cambiati negli anni, che hanno perso non solo le abitudini di una consolidata galanteria, ma è altresì vero che è cambiato, e non di poco, anche il ruolo delle donne.

Oggi, diversamente da tanti anni fa in una coppia, o aspirante tale, è facile che le condizioni economiche o di stabilità professionale siano ribaltate a favore della donna e sia quindi naturale che il conto al ristorante venga pagato dalla partner. Diciamo questo perché al di là delle considerazioni autobiografiche dell’autrice e delle sue riflessioni influenzate, a nostro avviso, dai cliché imperanti oggi sui media (della serie: “lo voglio alto, bello, biondo, occhi azzurri e pure intelligente”), nel corso della serata è emersa una discussione molto ispirata da luoghi comuni che non tengono in giusta considerazione lo stravolgimento dei tempi, i cambiamenti del costume e delle abitudini determinate in maniera preponderante dall’evoluzione del ruolo della donna. Come sottolineato dai partecipanti alla serata, il mestiere di giornalista, ad esempio, sta diventando appannaggio quasi esclusivamente dell’universo femminile. È questa forse la maggiore discordanza che ritrovo nell’articolo già pubblicato da Angela Potente, in quanto, tenuto conto della difficoltà generale per la donna di conciliare lavoro e tempi della vita, è anche vero che negli ultimi anni è cresciuta in maniera evidente la presenza, specie in video, delle giornaliste donne. Il fenomeno (e qui sicuramente chi scrive si attirerà più di una critica) è anche dovuto, a mio avviso, alla rincorsa spasmodica agli indici di ascolto che punta sulla gradevolezza e sul fascino delle figure femminili. E proprio una donna, la giornalista Raffaella Salamina, ha scelto un passo del libro in cui l’autrice racconta come la ricerca del principe azzurro sia paragonabile alla scelta che rimane in pasticceria a tarda ora vale a dire quando i migliori pasticcini sono terminati per cui bisogna scegliere tra gli scarti della clientela. Alti e bassi anche nelle considerazioni del pubblico tra la scelta consapevole dello status di single e la ricerca appunto del principe azzurro.

 

La vita di coppia tra rinunce e maternità

Certo il desiderio di maternità, giunte ai trent’anni, scatta quasi in automatico, forse perché l’orologio biologico ticchetta inesorabile, ma, come sottolineava l’autrice, per fare un figlio, almeno fino ad oggi, bisogna essere in due a volerlo e anche questo aspetto con le conseguenze che può avere sui figli la separazione è uno dei temi che sarebbe stato interessante venisse fuori dal dibattito. Quanto cioè il desiderio di maternità è alla base di scelte sbagliate che poi si ripercuotono sulla crescita serena dei figli? Così come lascia pensare e riflettere la confessione della Salamina che, pur dichiarando di essere felicemente fidanzata, nel vivere da sola con i propri spazi e le proprie abitudini, pensa alla convivenza con la paura di perdere “l’intimità dei suoi silenzi”.

Alla fine, andando via, rimane una considerazione che crediamo sia lo specchio dei tempi: il libro probabilmente non avrebbe visto la luce senza il fenomeno Facebook che, dopo un iniziale boom oggi, tra alti e bassi, ha estimatori e detrattori e misura il ruolo di ognuno dall’avere o meno un numero alto di amici che spesso si conoscono appena solo di nome. Se è vero che chi trova un amico trova un tesoro Facebook è probabilmente il social network dei ricchi… nell’anno 2009.

 

Andrea Vulpitta

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno III, n. 24, agosto 2009)

 

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT