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Anno I, n° 2 - Ottobre 2007
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Filosofia e religioni (a cura di Angela Potente) . Anno I, n° 2 - Ottobre 2007

Zoom immagine Francesco di Paola:
taumaturgo, profeta
e difensore di poveri

di Raffaella Ateniese
Laruffa editore celebra in un suo volume
il quinto centenario della morte del frate


Quando il Signore Dio nostro decise di creare Adamo, per distinguerlo dal resto delle creature disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra» (Gn 1, 26). E così: «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gn 1, 27). Oggi diventa sempre più difficile poter credere che ognuno di noi possa essere come Dio e che negli occhi di tutti si può intravedere il suo sguardo. Diversamente, si può assistere all’incarnazione di tale espressione biblica, quando si parla di un uomo come S. Francesco di Paola. E quest’anno spegne cinquecento candeline dall’anno della sua morte, infatti è la nascita alla vita eterna che ogni cristiano credente dovrebbe festeggiare. Per questo motivo Manuela Tulli, giornalista romana, ha voluto ricordare il santo dedicandogli una dettagliata biografia dal titolo Francesco un nome un destino (Laruffa editore, pp. 166, € 10,00). A Giovanni Paolo II, l’unico pontefice che negli anni Ottanta del ’900 ha visitato il santuario dove il frate Francesco ha trascorso la maggior parte della sua lunga esistenza, piacque definirlo, rivolgendosi alla folla, «uno di voi», per esprimere come la straordinarietà della fede possa essere racchiusa nel corpo di un uomo qualunque, per comunicarne la semplicità e l’umiltà. Eppure questo frate che non ha fama mondiale, ma è riconosciuto e venerato in diverse parti del mondo, fin dall’adolescenza ha dato prova di come l’amore di Dio possa compiere miracoli e prodigi di ogni genere.

 

Le scelte di frate Francesco

Alcuni eventi raccontati dall’autrice sembrano avere un sapore leggendario e magico, e invece sono testimonianze reali che hanno permesso al frate di diventare santo dopo soli dodici anni dalla sua morte, evento rarissimo per quei tempi. Nonostante sia indubbia la volontà di Dio in tutto ciò che ha compiuto, Francesco ricevette dai genitori un’educazione improntata all’importanza della preghiera, fatta di penitenza, di astinenze e digiuni. L’esempio di questa impostazione religiosa ricca di spiritualità ha sicuramente fatto nascere nel fanciullo Francesco la propensione a tali pratiche.

A soli diciannove anni, infatti, fece la scelta di diventare un eremita, ritirandosi in piena solitudine in una grotta di pietra, oggi meta di migliaia di pellegrini. Molte furono le persone che, colpite dallo stile di vita austero e privo di agi, si recavano nell’eremo per dedicarsi alla preghiera e all’adorazione di Dio. Molte di più erano le folle che chiedevano al frate la guarigione del corpo o la soluzione di problemi di diversa natura. S. Francesco non ha mai deluso nessuno: si prendeva cura soprattutto dei poveri e dei più deboli; amava in modo particolare i bambini, tante, infatti, sono state le coppie sterili che imploravano al santo l’intercessione miracolosa per la nascita di un figlio; aveva il dono della profezia, quello di far risorgere essere umani e animali, nonché la capacità di tenere nelle mani la brace senza scottarsi o di rimanere in estasi per giorni. Il libro è ricco di questi eventi che sono raccontati nei dettagli grazie alle informazioni avute dai processi di canonizzazione, in cui vengono citati decine e decine di miracoli che suscitano lo stupore di chi legge e fanno scoprire le meraviglie che ha compiuto questo santo.

 

Alcune curiosità sul santo

Tra i tanti episodi, forse uno dei meno noti descrive come lo sgomento di una giovane coppia per la nascita di un figlio con il viso completamente informe si trasformò presto in gioia grazie all’intervento del santo che con le sue mani modellò sul viso del bambino gli occhi, il naso e la bocca. E prima di compiere un prodigio, Francesco ricordava sempre che era volontà di Dio e lo dimostrava chiedendo alle persone che si rivolgevano a lui una prova di fede: per la guarigione consigliava i famosi “intrugli”, dava delle ricette scientificamente improbabili fatte di erbe comuni, ma anche di pane, uova o frutta che dovevano essere preparate in un modo particolare o applicate direttamente sulle ferite. Come riconosce l’autrice stessa, «è chiaro che si trattava solo di espedienti con i quali la gente era costretta a mettere alla prova tutta la propria fede e poi alla fine era proprio la fede che li aiutava a guarire».

Ma frate Francesco era anche una persona molto determinata. Difensore dei poveri,  altra sua missione fu quella di denunciare soprusi e ingiustizie, disdegnando lo sfarzo e il lusso sfrenato in cui anche la chiesa stessa viveva durante l’Umanesimo e alzando la voce contro i potenti e i nobili del tempo quando questi sfruttavano la povera gente imponendo esose tasse. Denunciava con fermezza il legame morboso e ingannevole che procura l’attaccamento al denaro. La Tulli racconta che la sensazionale traversata dello Stretto di Messina sul mantello fu la conseguenza di un rifiuto di aiuto da parte di un barcaiolo. Frate Francesco, essendo in cammino verso la Sicilia, chiese a un barcaiolo il favore di un passaggio, ma egli rispose che in cambio voleva del denaro. Allora Francesco di fronte a tale richiesta non rispose nulla, ma salendo sopra il suo mantello, attraversò con i due frati che erano con lui lo Stretto di Messina. Furono davvero tanti i testimoni che assistettero allo straordinario evento e si dice anche che il povero barcaiolo, pentitosi per il vile gesto che aveva compiuto, si recava ogni giorno sulla riva dove era avvenuto il miracolo, per piangere di rammarico per non essere stato in grado di riconoscere un santo. Infatti la santità di Francesco consisteva soprattutto nel condividere questa vita terrena con tutti, come del resto aveva già fatto Gesù e la difficoltà dell’uomo è proprio nel non sapere intuire che Dio è con noi sempre.

Ci sarebbero tantissimi altri eventi da raccontare: da quelli più eclatanti a molti che ancora oggi rimangono sconosciuti. È un libro-guida da consultare per poi constatare direttamente la veridicità degli episodi andando al santuario di Paola, in provincia di Cosenza, lì si rimane “a bocca aperta” non solo per l’incantevole posto che non ha perso il fascino dell’antico e prezioso stile gotico, ma anche per la pace “che vi si respira”, e per la gioia di scoprire sempre qualcosa di nuovo.

Il libro della Tulli colpisce non solo per il linguaggio chiaro e semplice con cui descrive gli eventi che vengono narrati in piccoli paragrafi, ognuno con un titolo che ne facilita la lettura, ma anche per la profonda ammirazione che l’autrice nutre per il santo e la certezza di credere in una espressione cara a S. Francesco, più volte ripetuta durante il susseguirsi dei capitoli, e che afferma: «A chi ama Dio tutto è possibile».

 

Raffaella Ateniese

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno I, n. 2, ottobre 2007)

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