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Anno III, n. 21, Maggio 2009
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Problemi e riflessioni (a cura di Francesca Rinaldi) . Anno III, n. 21, Maggio 2009

Zoom immagine Essere sieropositiva
non rinunciando alla
serenità e all'amore
che la vita può dare

di Bruno Cairo
Una giovane artista affronta il destino
in un intenso romanzo edito da Iride


Dedicare un’opera di narrativa ad una malattia, senza cadere nella banalità, non è cosa facile, soprattutto quando si affronta un tema forte qual è l’Aids. Eppure siamo di fronte ad un romanzo breve ma ricco di emozioni, incentrato sulla vita di una giovane artista che per fatalità e leggerezza sarà colpita da questo male incurabile. 

Amore e dolore sono i temi principali del racconto, ma nella storia spiccano, soprattutto, la sensibilità dei personaggi ed il modo in cui gli stessi vivono la quotidianità.

Avevo i capelli biondi (Iride edizioni, pp. 154, € 10,00), di Anna Maria Fabiano, è una storia raccontata con semplicità, la cui narrazione si basa interamente su pensieri e flashback dei protagonisti. Attraverso le loro emozioni e i loro ricordi, infatti, si delinea la breve esistenza di Carola. Una ragazza dai lunghi capelli biondi, piena di vita, che frequenta l’accademia per diventare artista, vivendo come tale. «Mi piaceva essere ordinata, – racconta la protagonista – con vestiti puliti, intonati alla borsa e… rigorosamente diversi da quelli del giorno precedente. […] Mi riempivo di profumi e deodoranti […] volevo ubriacarmi di me stessa e ubriacare gli altri».

 

Carola e gli altri

Carola è una ragazza comune, eppure un’imprudenza, un errore fatale, segna per sempre il suo destino. La passione nei confronti di Sandro, un uomo più grande di lei, è un modo per trasgredire, per sentirsi più matura e vivere da artista. Ma l’uomo nasconde un segreto...  

Carola si trasferisce in una cittadina di provincia con Tania, la sorella, ed Angela, la donna che si è presa cura di entrambe sin dai tempi della loro infanzia. Si sposta in un luogo lontano, dov’è possibile tenere segreta la sua condizione di sieropositività e vivere serenamente. La casa dove trascorre il periodo più gioioso della sua vita è vicino al mare. È qui che la giovane incontra Manlio di cui si innamora perdutamente, ma la felicità dura poco. La malattia comincia il suo inesorabile cammino.

Il romanzo è scritto con chiarezza, privo di fronzoli ed artificiosità. Si legge tutto d’un fiato. L’autrice utilizza i suoi personaggi, i loro pensieri e le loro emozioni come strumento narrativo. I trentasei capitoli dell’opera corrispondono ad altrettanti stati d’animo. Sotto ogni titolo è, infatti, riportato il nome del personaggio. Carola, Tania, Angela, Manlio e Maria si dividono tra ricordi, rimorsi, fragilità, sentimenti diversi e a volte contrastanti. La protagonista è vittima di un male che intacca la sua vitalità ed il suo modo di essere “artista”. 

Tania è razionale. È un medico e conosce le reali condizioni della sorella, pertanto è contraria che lei frequenti Manlio, non vuole che i due ragazzi vivano nell’illusione di un futuro insieme. Anche Angela non è d’accordo riguardo alla loro frequentazione. È una donna, inizialmente, autoritaria e forte, ma la sua figura si addolcisce con l’aggravarsi della malattia di Carola, perché comprende che la presenza di quell’uomo può lenire la sofferenza fisica della giovane.  

Sembra quasi ossessionato. Ha vissuto con lei momenti indimenticabili, l’ha amata veramente, non pensando alla sua condizione di sieropositività, il sentimento che l’uomo ancora prova per lei diventa un freno nel suo rapporto con un’altra donna, Maria. 

Lei  rimane influenzata dal forte legame che li aveva tanto uniti. Cerca, allora, di capire chi fosse la rivale leggendo le lettere che si scriveva con Manlio, pensando così di comprenderlo attraverso ciò che aveva vissuto.

 

«Idee evanescenti» per riflettere

L’autrice del romanzo, la Fabiano, è insegnante di Lettere. Cura progetti di scrittura creativa ed è appassionata di letteratura e poesia. Ha esordito nel 1999 con il romanzo Il colore del mare, elemento a lei molto caro che ricorre spesso anche in Avevo i capelli biondi. La scrittrice esprime con sensibilità le diverse sfaccettature dell’universo femminile e non solo, indaga con cura l’io tormentato dei suoi personaggi. La storia nasce dalla fantasia della scrittrice che immagina tutto avvalendosi di «idee evanescenti, ma durevoli, nello scalfire la temporalità», avendo la capacità di trattare con garbo un tema non facile come l’Aids. Idee che diventano uno spunto di riflessione importante per chi legge, per prendere coscienza della capacità che ognuno di noi ha di accettare chi è diverso da sé. Dal libro emerge un quadro, anche se difficile, di affetto e di armonia, che Tania, Angela e Manlio riescono a creare intorno a Carola. Ovviamente non sono tutte rose e fiori. Gli stessi protagonisti raccontano le loro angosce e scavano dentro di loro per cercare di rispondere ad una domanda che non avrà risposta. La speranza resterà, infine, l’unico appiglio cui aggrapparsi.

 

Bruno Cairo

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno III, n. 21, maggio 2009)

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