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Anno III, n. 21, Maggio 2009
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Home Page (a cura di Tiziana Selvaggi) . Anno III, n. 21, Maggio 2009

Zoom immagine Amore, vita...
Fiori di campo

di Simona Corrente
Per Città del sole,
la colorata lingua
di poeti e narratori


Una realtà arida, asentimentale quella che ci circonda e che pertanto condiziona le nostre scelte, azioni, insomma l’intera vita. Dinanzi ad una simile constatazione manca la forza di rompere gli schemi ma non resta la rassegnazione, al contrario si sviluppa una viva riflessione interiore che sfocia in meditazione sulle problematiche della vita terrena e pone interrogativi sull’esistenza o meno di quella trascendente. Riflettendo ed analizzando se stessi ci si rende conto che il tempo fluisce inesorabile, che la vita non è che un attimo e che troppo spesso ci si concentra su cose futili e vane. Fiori di campo (Città del sole edizioni, pp. 256, € 20,00) è una raccolta di trenta autori, tra poesia e prosa, in cui riemergono detti temi; in questa antologia l’io psichico analizza e scruta il senso della vita. La Prefazione di Fausto Maria Puccini, presidente onorario del Centro culturale “Gino Puccini”, fa da introduzione all’opera che contiene produzioni di numerosi scrittori differenti per etnia e realtà culturali.

 

La scelta del titolo, gli autori ed i temi

Il nome della raccolta è frutto di una scelta accurata, richiama il senso più intimo e profondo dell’intera antologia: così come in un campo possono crescere e coesistere differenti varietà di fiori, in questa antologia si è cercato di ricreare una pluralità mettendo insieme poeti e narratori diversi tra loro sia per tematiche trattate, da quelle più intime e personali a quelle più oggettive, che per esperienza, sensibilità ed interessi. Per meglio comprendere quanto esposto basta citare le parole del prefatore Puccini: «la materia che costituisce il contenuto del libro è varia. La pluralità che si squaderna davanti agli occhi del fruitore offre una visione meravigliosa come quando l’occhio corre su un campo di fiori variopinti che profumano e danno godimento all’anima».

Al classico tema dell’amore, si affianca quello della natura, interpretata in chiave ora benigna portatrice di serenità, ora matrigna annunciatrice di distruzione e morte. Non manca una trattazione poetica della realtà quotidiana, spesso interpretata utilizzando espressioni proprie della lingua parlata e colloquiale.

 

Immergersi nella lettura partendo dalle Poesie

La raccolta si apre con Poesie, la sezione dedicata alla produzione lirica in cui quindici autori italiani (e non) si raccontano nei propri scritti, soffermandosi e meditando su diversi temi. In questa prima parte dell’antologia si collocano Karin Arbib, Rosanna Caniglia, Gianluigi Capitanio, Maria Elvira Ciusa, Olga Stella Cometa, Silvia Filippi, Marisa Giampietro, Floriana La Rosa, Marisa Lodi, Pina Majone Mauro, Livia Naccarato, Anna Maria Poma, Giovanna Previti, Gabriella Salerno Aletta Torod e Anna Maria Sanfile.

Ogni poeta ha contribuito con sette opere di argomento vario, eccetto il veneziano Capitanio, vincitore di numerosi premi culturali oltre che attore e sceneggiatore, il quale ha partecipato con una poesia in più rispetto agli altri. È interessante notare che il tema preponderante negli scritti di detto poeta sia la vita, la sua origine e la sua fine, come mostra appunto ne Il cerchio della vita, ciò che conta e Il suono, le voci, il silenzio.

Molto significativa e profonda, se pur a una prima lettura semplice ed immediata, la poesia Amicizia dell’Arbib, artista e scrittrice nata in Egitto, figlia di madre tedesca e padre italiano. Una poesia che racchiude il senso di un’amicizia non più vissuta giornalmente ma che custodisce gelosamente il ricordo di ciò che è stato.

Errori d'interpunzione della ternana Filippi affronta un tema particolare, ovvero l’impossibilità di raccontare, rappresentare e racchiudere i sentimenti in una ortografia insufficiente; l’autrice richiama a una maggiore onestà danimo tra il detto e il non detto che regola le relazioni umane: un invito alla semplicità e all'onestà dei sentimenti, contro ogni ipocrisia.

Non manca un appello a prendersi poco sul serio per vivere più tranquillamente il presente; in La vita della romana La Rosa, la poetessa impiega la lingua parlata suscitando subito la simpatia del lettore, facendolo sì sorridere ma lanciando un messaggio forte: bisogna vivere il presente. E lo stesso concetto si affronta in un altro componimento sempre della stessa poetessa, Felicità, un vero e proprio invito alla semplicità e alla gioia di vivere e godere del quotidiano.

Il tema del tempo, inafferrabile e passeggero, compare più volte nell’antologia ed appare specialmente in gran parte delle rime della poetessa Poma, la quale in Fuggevole tempo si rivolge al suo interlocutore nel cui sguardo «leggo il fuggir del tempo, afferrarlo vorresti percorrendo itinerari senza sosta». Sempre la stessa autrice in Felicità afferma l’impossibilità di raggiungerla, smascherando l’effimera umana speranza di poterla incatenare a sé.

La poetessa messinese Previti, laureata in Lingue e Letterature straniere, ha contribuito all'antologia attraverso deliziose versioni italiane di opere famose, tra cui spicca Fünf Fugen (Cinque fughe) di Bach trascritte da Mozart. Qui l’amore viene rappresentato con la fuga o meglio la rincorsa dell’amato che – ahimè – non ricambia il sentimento giacché è in realtà innamorato di un altro, «cinque vite in un cerchio d'amore. L'eterna rincorsa...».

 

Proseguire nella lettura per approdare ai Racconti

Alla sezione poesia segue quella dedicata alla prosa, Racconti. Qui troviamo narratori come Teodora Valerica Badiu, Anna Cancellieri, Alessandra Cesselon, Ilaria Fanton, Massimo Lucchetti, Raniero Massi, Enzo Movilia, Maria Movilia, Antonio Olivieri, Lidia Romagnoli, Mirella Rossomando, Pierluigi Serra, Giancarlo Tammaro, Giacomo Tarantola, Giuseppina Laura Tarantola e Maria Luisa Vitali. Tutti hanno contribuito alla raccolta con un loro scritto.

Come per Poesie, anche in questa seconda parte del libro dedicata alla narrativa, più o meno breve, gli autori affrontano i temi dell’amore, la fuggevolezza della vita e lo scorrere del tempo, come si legge ne Il bar delle cornacchie della narratrice pugliese Cancellieri, «se la signora tornasse indietro nel tempo[...] non si torna indietro».

Ne Il mondo di Giulia l’autrice romana Fanton introduce, attraverso il dialogo tra due amiche – Giulia, cieca dalla nascita, e Carmen – uno strumento particolare per avere una propria personale visione del mondo. Attraverso la fantasia e le esperienze vissute, Carmen riesce a raccontare all'amica non vedente persino tutte le sfumature di ogni colore, conferendole alla fine «una visione del mondo anche migliore di quella che abbiamo noi, miseri vedenti. Potrai decidere come vorresti che fossero tutte le cose che ti circondano, senza subirne la reale esistenza».

Di tutt’altro genere i racconti dei calabresi Enzo e Maria Movilia, La signora Momma del primo e Semolino della seconda, permeati dalla realtà e quotidianità tra soprannomi popolari e traffici illeciti a danno di sempliciotti ingenui. In Parole di moda, dell’avvocato Olivieri, è la parola ad essere messa in discussione, una parola che è ormai svuotata del suo significato e vittima di una tendenza, che rende quasi possibile etichettare interi decenni. Scrive l'autore: «abbiamo recentemente archiviato l'attimino che, a cavallo fra gli anni ’90 e il nuovo millennio, era come una salsa che condiva qualunque discorso».

Clochard della pugliese Romagnoli affronta invece il tema dell’insofferenza, del male di vivere, un malessere che provoca disadattamento e nichilismo, che genera in un uomo la necessità di abbandonare la propria quotidianità per rinchiudersi in «disquisizioni sulla cultura filosofica, l'insoddisfazione esistenziale, le false certezze, l'amore per il nulla ».

Questo è naturalmente solo un assaggio di ciò che la raccolta offre al lettore, il quale riuscirà sicuramente a trovare in questa antologia quel “fiore” che, in un vasto campo primaverile, meglio lo rappresenta.

 

Simona Corrente

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno III, n. 21, maggio 2009)

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