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A. XVIII, n. 199, aprile 2024
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Editoria varia (a cura di Anna Guglielmi)

Zoom immagine Una cittadina calabrese
dal nome greco: Dinami.
Origini, storia, aneddoti
e dominazioni straniere

di Bruno Cairo
Dalla Monteleone un saggio storico-bibliografico per ricostruire
nascita e tradizioni di un entroterra ricco di sorgenti d’acqua


Dinami è un paese dell’entroterra vibonese situato alle pendici del Monte Pecoraro, ai piedi dell’Appennino calabro. L’opera che Michele Furci gli dedica vuole essere un tributo alla città natale e non solo. L’autore attinge dalla storiografia passata, rielaborando le fonti per ripercorrere l’iter che ha portato questo luogo a rivestire un ruolo determinante nella cosiddetta Calabria Ulteriore (antica provincia del territorio calabrese, equivalente all’area oggi occupata dalle province di Catanzaro, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia), sino ad arrivare ai giorni nostri con una serie di documenti e dati statistici su fiere cittadine, confraternite religiose, informazioni amministrative riguardanti la località in questione e il territorio circostante.

Dynamis. Tra Hipponion, Medma e Locri Epizephiri. Un paese dal nome greco nella Valle del Mesima (edizioni Monteleone, pp. 224, € 18,00) rientra nella significativa produzione dell’autore, ricca di saggi storici che hanno come filo di ricerca comune la propria terra, a cui lo scrittore è profondamente legato. Località in cui ancora risuona l’eco generato «dalle antiche ma tradizionali attività scaturenti dall’ingegno artigiano», come egli stesso riferisce. Una terra ricca di ulivi, pascoli, famiglie contadine che hanno tramandato le proprie abitudini da una generazione all’altra.

 

Dominazioni e monasteri latini

Il saggio si apre con un profilo storico della Calabria meridionale. L’autore, infatti, prima di inoltrarsi nella trattazione specifica dell’argomento, ha ritenuto opportuno tracciare gli aspetti salienti che caratterizzarono la storia della regione. Gli avvenimenti susseguitisi ebbero un’influenza nell’area su cui vennero costruite antiche città come Crissa, Epizephiri, Hipponion, Kroton, Medma, Metauro, Reghion, Skulletion, che costituirono un cerchio intorno alla valle nella quale sorge Dinami. Per tale motivo Furci vuole capire perché sia nato questo luogo. Le notizie più significanti, cui fa riferimento, partono dal secolo VIII con l’avvento dei coloni greci sulle coste calabre. I primi insediamenti risalgono a tale periodo. La città divenne poi colonia romana (in particolare, nel 192 a.C. Hipponion prese il nome di Vibo Valentia) e, come si evince dai dati storici esaminati, questa dominazione influì molto sulla trasformazione geologica del territorio, per esempio con il disboscamento di alture e il rilancio di alcune coltivazioni.

La storia della Calabria è caratterizzata anche da scenari di violenza a causa delle incursioni di barbari come i Visigoti e i Goti, su cui si inserì un’altra “invasione”: quella del Cristianesimo. La diffusione della religione cristiana prese il sopravvento su quella ortodossa e pagana, anche in seguito all’avvento dei Normanni, che furono instrumentum regni nelle mani del Papato. Vennero istituiti nuovi monasteri o riformati quelli preesistenti, per lo più di origine basiliana: la loro presenza sul territorio non ebbe solo un significato religioso, ma anche economico e socioculturale.

 

Le origini di Dinami

Il lembo di terra che percorre la Valle del Marepotamo fu abitato fin da tempi remoti. La sua vocazione naturale fu favorevole a insediamenti umani. “Dynamis” in greco significa “forza” o “potenza”, tale denominazione fu certamente giusta, in quanto riferita alle innumerevoli sorgenti d’acqua di cui ancor oggi il territorio è ricco. Acqua potabile, fresca e limpida al punto che da sempre venne chiamata “acqua janca”. Posta a un’altitudine di duecentosessanta metri dal livello del mare, Dinami è amena d’inverno e fresca d’estate. In passato l’economia della città fu caratterizzata, oltre alla pesca, dall’approvvigionamento alimentare ottenuto dalla pastorizia e dall’agricoltura. Le case furono costruite con il legname dei boschi, così come le navi.

Da un punto di vista storico la città risentì di quanto le accadeva intorno, essendo circondata dai centri abitati della costa, che dal Tirreno allo Jonio si susseguivano lungo il territorio della Valle del Mesima. Alcuni storici locali ipotizzarono l’insediamento del luogo ad opera dei soldati reduci dalle campagne militari sotto Belisario; il generale bizantino, infatti, fu inviato nella penisola italica intorno al 549-51 per fronteggiare la discesa degli Ostrogoti.

 

Le fonti

Un primo documento, in cui viene citata Dinami, risale all’anno 1063. Dalle informazioni qui riportate si deduce come essa appartenesse alla Diocesi di Gerace. A partire dal 1058, con l’avvento dei Normanni in Calabria, ci furono notevoli cambiamenti negli assetti delle giurisdizioni territoriali, che riguardarono anche le diocesi. Quell’anno segnò la data d’inizio di un periodo, durato almeno sette secoli, in cui gli abitanti di tale località furono certamente di origine normanna. La Valle del Marepotamo rimase sotto il dominio del conte e poi marchese di Arena.

Dinami, con l’abolizione delle circoscrizioni feudali nel 1806, fu elevata a rango di comune libero, con giurisdizione sui casali di Daffinà, di Melicuccà e di Soreto. Oggi le frazioni sono Melicuccà e Monsoreto, sorta quest’ultima tra il 1852 e il 1861.

 

Folklore, religione e politica

Dopo la ricca sezione sulle origini e la ricostruzione delle fonti più antiche, nell’opera di Furci viene presentata una ricomposizione degli avvenimenti folkloristici che riguardano Dinami. In particolare rileviamo il capitolo Origine feste religiose incentrato sul Santuario della Madonna della Catena e quello relativo alla Origine delle fiere sviluppatesi nella Calabria Ulteriore, tra le quali ha speciale risalto quella di Santa Maria delle Grazie nella frazione di Daffinà.

L’opera si chiude con alcuni dati statistici riguardanti le elezioni amministrative dal 1946 ad oggi. Per ogni elezione sono riportate le liste, i candidati, i vincitori e le giunte che si insediarono al Comune.

Un plauso all’autore per aver arricchito il saggio con una ricca bibliografia, che costituisce le fondamenta di quanto ha realizzato.

 

Bruno Cairo

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno III, n. 20, aprile 2009)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT