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A. XVIII, n. 198, marzo 2024
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Dibattiti ed eventi (a cura di Natalia Bloise)

Carmine Abate in tour
attraversa la sua terra
coi suoi “anni veloci”
ultima fatica letteraria

di Margherita Amatruda
Durante la Quinta Settimana regionale delle biblioteche è stato presentato
dal Sistema bibliotecario vibonese l’ultimo romanzo del popolare scrittore


Il 29 novembre a Vibo Valentia, presso il Sistema bibliotecario vibonese, il noto scrittore crotonese Carmine Abate ha presentato il suo ultimo libro, Gli anni veloci nell’ambito della Quinta Settimana regionale delle biblioteche.

A dialogare sul libro insieme all’autore, il direttore della struttura Gilberto Floriani, l’assessore alla Cultura della Provincia di Vibo, Michelangelo Mirabello; Maria Cecilia Tagliabue, critica letteraria e Vito Teti, antropologo e docente dell’Università della Calabria.

Ad accompagnare il pubblico presente in sala alla scoperta de Gli anni veloci lo psicologo Enrico Davide Santori supportato dalla lettura di brani tratti dal libro, intervallati dall’esecuzione di pezzi musicali dei grandi cantautori Lucio Battisti e Rino Gaetano, eseguiti dal vivo grazie alla voce di Paolo Speziali e alla chitarra di Veronica Russo.

Il romanzo di Abate, edito da Mondadori, è ambientato proprio nella sua terra natale, in particolare a Crotone. Qui si svolgono Gli anni veloci, quelli dell’adolescenza di Anna e Nicola, i due protagonisti. Lo scrittore nel testo ha proiettato larga parte della sua esperienza di vita, mostrando un profondo orgoglio per le sue origini. L’importante messaggio che desidera veicolare attraverso il suo scritto è che nella vita per riuscire c’è bisogno di tenacia e di caparbietà. Sono questi gli ingredienti che portano al successo. Lo scrittore ritrova in questa considerazione un monito per la nostra terra, ricca di talenti espressi ed inespressi, ma che non ha ancora raggiunto quella maturità tale da far comprendere che senza volontà e impegno non può esserci alcun risultato concreto e duraturo nel tempo. In quest’ottica, il libro potrebbe intendersi anche come un atto d’amore verso la propria regione d’origine ed uno sprone a cercare di migliorarsi con le proprie forze. Evidentemente soddisfatto il direttore Floriani ha voluto ringraziare il vicepresidente della Regione Calabria, Domenico Cersosimo e il dirigente regionale Giacinto Gaetano perché finalmente, anche grazie al loro impegno «possiamo riconoscerci in una Calabria “normale” che fa cultura. La vasta affluenza e l’attenzione del pubblico alla manifestazione odierna, peraltro, rafforza la mia soddisfazione nel vedere come Abate possa essere oramai pienamente considerato il principale artefice della copertura di quell’inquietante vuoto culturale che si era creato con la scomparsa di Alvaro, di La Cava e di Repaci, e di averlo fatto abbandonando qualsiasi tentazione lamentosa presentando una letteratura calabrese “alta” e di piena normalità».

Un tour impegnativo quello organizzato da Mondadori per Abate che nello stesso giorno ha toccato diverse tappe. Già in mattinata, infatti, aveva partecipato ad un’altra manifestazione al Liceo scientifico “Pitagora” di Rende svoltasi nell’ambito del laboratorio di lettura-scrittura, progetto intrapreso dal liceo già da diversi anni e che sta ottenendo buoni risultati. Alla tavola rotonda sono intervenuti l’assessore alla Cultura Delly Fabiano, Giuseppe Sassano per la libreria Mondadori di Cosenza, il dirigente scolastico del liceo Francesco Provenzale e la docente dello stesso istituto Carmelina Contatore.

Lo scrittore calabrese ha risposto alle moltissime domande postegli dagli studenti rapportandosi con loro in un dialogo intenso ed è rimasto molto soddisfatto tanto da dichiarare con entusiasmo: «Un incontro straordinario, con giovani preparati che hanno letto con passione il libro. Quando incontro ragazzi così ho fiducia nel futuro della Calabria».

Abate ha anche spiegato come nel suo romanzo abbia voluto affrescare un’età e una generazione. In particolare ha voluto mostrare la complessità di un’epoca, “gli anni di piombo” che non sono solo anni di violenza e terrorismo, ma anche anni che «contengono in sé sogni e progresso».

Gli anni veloci sono quelli della gioventù che corre, permeati dell’esigenza di rendere concreti i propri sogni. Nei giorni precedenti Abate era stato anche a Catanzaro e a Cosenza; ultima tappa  invece extracalabrese a Rovereto.

 

Margherita Amatruda

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno III, n. 17. gennaio 2009)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
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