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Anno III, n° 18, Febbraio 2009
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Politica ed Economia (a cura di Maria Franzè) . Anno III, n° 18, Febbraio 2009

Zoom immagine Formazione, comunicazione, tecnologie e il web
di Francesca Molinaro
Un’analisi dei paradigmi odierni di apprendimento in un libro edito
Monolite editrice. Nuovi scenari epistemologici dell’imparare in rete


La società di oggi è pervasa dalle nuove tecnologie: telefonini multimediali, computer, internet, iPod, ecc. Sono usati per lavoro o per svago, ma non tutti sanno che i new media e le tecnologie possono avere anche una forte valenza educativa. Queste ultime, infatti, hanno apportato allo scenario didattico elementi fondamentali per ripensare i modelli di formazione e di acquisizione delle conoscenze. Sono queste le tematiche fondamentali affrontate da Orlando De Pietro, docente di informatica e progettazione e valutazione delle tecnologie educative presso l’Università della Calabria, nel libro Tecnologie della comunicazione educativa (Monolite, pp. 64, € 9,00).

È impossibile negare quanto le nostre vite siano cambiate grazie alla continua innovazione tecnologica all’interno della società odierna. L’elemento dominante sembra sia diventato quello dell’informazione, che fornisce una nuova ricchezza a livello sociale, culturale ed educativo. Le nuove modalità di reperimento delle informazioni, garantite dalle tecnologie della comunicazione e dell’informazione, hanno completamente modificato anche il modo in cui i contenuti sono erogati e quindi come i saperi e le conoscenze sono acquisiti e gestiti.

I tradizionali modelli educativi del passato, in cui l’acquisizione della conoscenza era considerata solo un mero passaggio di nozioni e contenuti (dal docente al discente), vengono messi in discussione per muoversi verso uno scenario in cui lo studente diventa elemento attivo del processo formativo, in cui fondamentale non è il “cosa” imparare ma il “come” imparare, quindi imparare ad apprendere. In questo quadro si inseriscono le tecnologie della comunicazione educativa che, naturalmente, «devono muoversi secondo un’impostazione che salvaguardi un corretto processo di formazione, in cui non sono i media ad essere prevalenti e dominanti, ma le modalità e il come questi vengono utilizzati per favorire e agevolare l’apprendimento».   

 

Il valore della comunicazione

Il chiaro messaggio del libro non è l’acclamazione assoluta delle tecnologie, intese come mezzi “nuovi” per fare formazione, ma il loro utilizzo qualitativo e critico che permette una migliore organizzazione e strutturazione del processo formativo. Il valore aggiunto è dato soprattutto dall’elemento comunicativo, che consente una maggiore interazione fra i discenti e la nascita di ambienti di apprendimento incentrati sulla condivisione, la collaborazione e la cooperazione: «centrale diventa la persona, che costruisce ed acquisisce conoscenze e competenze in una situazione sociale, in cui i soggetti condividono le conoscenze e le competenze». Il processo di comunicazione-interazione, dunque, si effettua su più livelli: fra i soggetti del processo di formazione, fra gli oggetti di conoscenza e fra questi ultimi e i soggetti.

Mediante l’uso delle tecnologie è possibile sfruttare al massimo il canale dell’interattività e creare delle comunità che apprendono collaborando. I discenti devono e vogliono essere attivi nel processo di apprendimento e questo può avvenire solo mediante la comunicazione e l’interazione.

   

 

Dalle tecnologie basate sul web agli ambienti di apprendimento

La nozione di ambiente di apprendimento prevede che la conoscenza si costruisca componendo e mediando insieme diversi significati. Questa costruzione avviene interagendo con il proprio ambiente, per cui deve presentarsi ricco di strumenti e di risorse. Ma questa attività non si svolge in maniera autonoma e solitaria, bensì è parte integrante dell’attività di un gruppo con il quale interagisce e collabora.

L’excursus storico effettuato da De Pietro illustra come le tecnologie non siano sempre state utilizzate allo stesso modo in ambito educativo. Nelle prime fasi storiche delle tecnologie educative (Cbt, apprendimento basato sul computer), infatti, il processo di apprendimento è legato alla «mera auto-istruzione su un dominio di conoscenze statiche, in cui anche se prevalgono processi che vedono l’impiego di elementi caratterizzati dalla multimedialità alla ipermedialità, si assiste ad un tipo di comunicazione uno-ad-uno, ossia tra il soggetto ed il computer». Il protagonismo dell’elemento comunicazione arriva solo con l’avvento delle tecnologie telematiche, in particolare internet e il web, passando dalle tecnologie dell’educazione alle tecnologie della comunicazione educativa (Imct-educationalInformation, media and communication technologies).

In questa nuova fase, dagli anni ’90 in poi, si afferma il Wbt (apprendimento basato sul web). Si passa da un modello unidirezionale uomo-macchina, quello del Cbt, alla condivisione delle risorse tramite il www. La comunicazione diventa bidirezionale grazie anche all’avvento di strumenti di comunicazione sincrona (chat) e asincrona (forum e posta elettronica), garantendo centralità e libertà di movimento ai discenti. Nonostante la forte carica innovativa, questo tipo di tecnologie della comunicazione educativa sono considerate ancora statiche e ci si muove, quindi, verso un web più dinamico. È per questo motivo che nasce la seconda generazione di Wbt, i cosiddetti Cms (sistemi di organizzazione dei contenuti), Lms (sistemi di organizzazione dell’apprendimento), L-cms (sistemi di organizzazione dei contenuti e dell’apprendimento). Con questa nuova evoluzione si parla definitivamente di formazione a distanza di terza generazione, meglio nota come e-learning, ovvero «l’attività didattica/formativa a distanza che utilizza internet quale strumento di interconnessione e di comunicazione».

In questo contesto altamente comunicativo nascono le comunità di apprendimento, in cui un gruppo di persone ha per obiettivo un bene comune, in questo caso l’apprendimento. All’interno della comunità «gli attori costruiscono un progetto formativo e realizzano percorsi integrati di crescita intellettuale, umana, sociale e affettiva». Tutto ciò sottolinea la visione socio-culturale dell’imparare, visione legata al contesto di appartenenza del soggetto ma anche al suo background culturale.

L’analisi di De Pietro si muove anche verso gli scenari futuri, presentando quella che è l’evoluzione delle tecnologie della comunicazione educativa: il web 2.0. Quest’ultimo è orientato a nuove modalità di socializzazione e di comunicazione interattiva dei processi di apprendimento, in cui il soggetto agisce in prima persona nel web, ad esempio i blog, creando le basi per quella che potrebbe diventare la quarta generazione di formazione a distanza.                     

 

Francesca Molinaro

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno III, n. 18, febbraio 2009)

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