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Anno II, n° 11 - Luglio 2008
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Civiltà letteraria (a cura di Anna Guglielmi) . Anno II, n° 11 - Luglio 2008

Zoom immagine Sogno e realtà si tessono in una storia fantastica
di Arianna Calvanese
L’antico legame fra Eros e Tanathos in un testo seducente pubblicato
da Csa. Un romanzo articolato sulle realtà e le possibilità metafisiche


Carlo Napolitano è laureato in Pedagogia e Materie letterarie ed è docente di Lettere e Scienze umane. Studia con passione filosofia, esoterismo e storia delle religioni. Il frutto delle sue ricerche si è concretizzato nella stesura di racconti occulti che cercano di illuminare le zone d’ombra dell’esistenza umana, ponendo l’accento su interrogativi comuni alle maggiori religioni ed analizzando problematiche estremamente attuali. Il protagonista del suo ultimo romanzo, Il volto dell’angelo (Csa edizioni, pp. 80, € 10,00) si reca dai genitori sperando di trarre conforto dalle loro spoglie. All’uscita del cimitero, la sua attenzione ricade su un’incantevole statua marmorea ritraente una donna. Tale visione provoca in lui una profonda commozione che lo spinge a riflettere sulla sua esistenza, sulle teorie filosofiche che con tanto zelo insegna ai suoi studenti di liceo, sulla sua morte sempre più vicina. L’anziano professore convive con un male incurabile a causa del quale conosce la dottoressa Gatti. La donna, dotata di un fascino incredibile e circondata da un alone mistico, sarà al centro delle vicende del protagonista. Egli, durante il suo percorso spirituale, che prende il via dagli studi platonici, indaga sull’immortalità dell’anima.

 

Uno squarcio nel “velo di Maya”

L’anziano professore, in seguito a numerose ricerche, scorge quello che Arthur Schopenhauer chiamava il “velo di Maya”, ossia un antico concetto indiano secondo cui l’illusione, che cela la realtà delle cose nella loro essenza autentica, è nulla anzi ci garantisce che quanto esiste o accade non è soltanto un sogno. È utile ricordare che l’autore, nella stesura del testo, non trae spunto soltanto dalla filosofia del pensatore tedesco ma anche da numerose teorie antropo-religiose che sono da anni oggetto dei suoi studi. Nelle Upanishad antiche è ben spiegato che tempo, spazio e causalità danno origine alle rappresentazioni fenomeniche, cioè a Maya. Consapevoli di ciò, i saggi indù avevano già trovato la via per squarciare il “velo di Maya”. La Maya è il potere divino mediante il quale l’essere supremo (Brahman) può far sorgere e scomparire le cose, da qui il significato di potere “illusionante” tale proposito è utile sottolineare che Maya in sanscrito significa “mondo dell’illusione”. Il volto dell’angelo, oltre ad essere il titolo del romanzo, rappresenta appunto la realtà illusoria in cui, paradossalmente, il protagonista riuscirà a svelare interrogativi che accompagnano l’uomo fin dall’albore dei tempi. Ampio spazio è, inoltre, dedicato alla riflessione sull’amore in sé. Il protagonista soltanto in punto di morte riuscirà a cogliere il significato profondo dell’Eros platonico. Nel Simposio, Platone scrive che l’iniziazione alle cose d’amore procede per gradi, come salendo una scala, sempre più in alto. Muovendo dalla bellezza che si vede in un corpo, si deve passare a vedere la bellezza che si realizza negli altri corpi, per giungere a comprendere l’identità della bellezza in sé che traluce in tutti i corpi. Dalla bellezza dei corpi si deve passare a quella dell’anima, ed imparare ad amare più questa che quella. Si deve, quindi, salire alle forme di bellezza delle attività umane, delle leggi, delle conoscenze, e infine a contemplare il “bello-in-sé”. Il protagonista del romanzo riprende questo concetto citando la celebre canzone Stairway to Heaven, del gruppo britannico Led Zeppelin. «La tua testa ronza ed il ronzio non se ne andrà / nel caso non lo sapessi / Il pifferaio ti sta chiamando, vuole che tu vada da lui. Cara signora, senti il vento soffiare / E lo sapevi / Che la tua scala è fatta di vento che sussurra.[…] C'è un sentimento che provo quando guardo verso Ovest / E la mia anima chiede di partire / Nei miei pensieri non ho mai visto spirali di fumo / Attraverso gli alberi. E le voci di quelli che stanno a guardare». Dunque, il protagonista del libro compie un lungo viaggio di preparazione alla morte in cui scoprirà il significato profondo della vita e dell’amore.

 

La denuncia contro la pedofilia

Non bisogna erroneamente credere che questo romanzo tratti di argomenti puramente metafisici. Infatti, esso denuncia con forza l’orrore degli abusi sessuali sui minori. Il protagonista del libro sventa casualmente un tentato abuso sessuale su Erika, una ragazzina orfana di entrambi i genitori. L’autore pone l’accento sul fatto che proprio la condizione disagiata della piccola l’ha esposta a tale rischio. Il giro di soldi attorno alla pedofilia si basa, principalmente, sullo sfruttamento di bambini che, per condizioni avverse, non sono tutelati come dovrebbero dalla famiglia e cadono spesso nelle grinfie di persone spregiudicate. L’anziano professore rischia la vita per sventare lo stupro di Erika e sottolinea che il pedofilo è normalmente lucido e responsabile delle proprie azioni.

A nostro avviso, e qui ci si consenta una piccola intrusione in un problema che – purtroppo – è assai cogente, bisognerebbe aumentare il controllo, rafforzare le indagini rendendo quindi le pene molto più severe. Sarebbe opportuno, forse, creare, su tutti i mezzi di comunicazione, compreso Internet, una barriera insormontabile alla diffusione del fenomeno e a possibili contatti tra i pedofili. Infatti, generalmente, il pedofilo non agisce mai solo, ma si avvale di organizzazioni complesse che sfruttano la sua perversione per ricavare denaro, a discapito di ingenue creature che portano dentro di sé le laceranti ferite delle atroci violenze ricevute.

Alla luce di tali considerazioni è evidente che classificare Il volto dell’angelo come un romanzo metafisico sarebbe alquanto riduttivo. La bravura dell’autore si manifesta nella peculiare capacità di intrecciare realtà e possibilità in pagine scorrevoli ed avvincenti che lasciano libero spazio alla fantasia del lettore.

 

Arianna Calvanese

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno II, n. 11, luglio 2008)

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