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A. XIX, n. 213, lug. 2025
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Problemi e riflessioni (a cura di La Redazione) . A. XIX, n. 213, lug. 2025

Un romanzo sulla rinascita
e sul potere del dono

di Ilaria Coppolaro
Il testo di Paiella, edito Bertoni, si concentra
a più riprese sull’identità e sulla speranza


In Io non so nulla di te (Bertoni editore, pp. 248, € 15,00), Daniela Paiella ci accompagna dentro un’intimità esistenziale profonda, raccontando una storia che intreccia il mistero del corpo con quello dell’anima. Al centro della vicenda c’è Veronica, una giovane donna trapiantata di cuore che ha deciso di chiamare “Billy” il nuovo battito che la tiene in vita. Intorno a lei si snoda una narrazione fatta di ritorni, ferite antiche, legami imprevedibili e incontri che sanno cambiare il corso delle cose.
Il romanzo si muove tra il quotidiano e l’eccezionale, tra l’ordinario vivere e l’impatto emotivo di un cuore “nuovo”, che dà una seconda possibilità ma anche un carico di interrogativi identitari e spirituali.

Una struttura narrativa corale e ben orchestrata
Il testo non segue una linearità classica, ma è costruito per voci parallele. La narrazione è affidata principalmente a Veronica, ma si alterna a quella di Pierre, uomo anziano spezzato dal dolore della perdita, che rappresenta l’altro lato della medaglia del trapianto, ovvero chi resta dopo il dono.
Questo dualismo narrativo, questa struttura a due voci, crea una tensione drammatica controllata e offre al lettore una molteplicità di sguardi. Non c’è solo chi riceve la vita, ma anche chi l’ha lasciata andare, volontariamente o meno. La scrittura si adatta ai personaggi. È più leggera, ironica e colloquiale con Veronica e più lenta, malinconica e riflessiva con Pierre.
Si avverte chiaramente che ogni capitolo è stato pensato per rispecchiare lo stato d’animo del narratore, un’operazione che richiede consapevolezza autoriale e una buona padronanza stilistica.

Uno stile fluido, ironico e intensamente femminile
La prosa di Paiella è semplice ma mai banale, spesso ironica, capace di dare ritmo anche ai passaggi introspettivi. Veronica è una protagonista credibile e tridimensionale, con le sue contraddizioni, la sua autoironia, il suo bisogno di trovare un senso e una direzione. Alcuni passaggi, soprattutto quelli iniziali, sono costruiti con una freschezza che ricorda la narrativa rosa anglosassone, ma senza mai scivolare nel cliché.
La narrazione è sorretta da un registro che alterna leggerezza e gravità. Le scene di vita quotidiana sono tratteggiate con un tono a tratti comico, mentre i momenti di introspezione e dolore si stagliano in modo netto, pur mantenendo una certa delicatezza.
Questa alternanza di toni contribuisce a tutti gli effetti a formare un racconto autentico e coinvolgente, in cui il lettore si muove con facilità tra i pensieri più profondi di Veronica e gli sprazzi di ironia che alleggeriscono i momenti più intensi. È in frangenti come questi che Paiella dimostra una capacità narrativa che riesce a rendere familiare e riconoscibile un’esperienza unica e delicata come quella discussa, evitando di cadere in sentimentalismi e retorica.
Inoltre, l’intensità femminile della voce narrante si fa sentire con forza, non solo nel raccontare la vulnerabilità e i dubbi di Veronica, ma anche nella sua determinazione a riprendersi la propria vita, a mettere in discussione aspettative e ruoli imposti. Il risultato è una prosa che sa farsi leggera quando serve, ma anche profondamente evocativa, capace di lasciare un segno duraturo nell’immaginario del lettore.

Donazione, identità, femminilità e seconde possibilità.
Il cuore del romanzo è il tema della donazione di organi che viene affrontato con profondità e autenticità. Il cuore di Veronica non è solo un organo, è un simbolo, una presenza viva che solleva domande: «Chi ero prima? Chi sono adesso? Cosa c’è, dentro di me, che mi appartiene davvero?».
Attorno a questo tema centrale ruotano altri motivi rilevanti come: la femminilità consapevole e vulnerabile di Veronica, una giovane donna che tenta di autodeterminarsi in un mondo che le impone ruoli, aspettative e standard. La sua voce è ironica, fragile, ma autentica; il peso della memoria e del passato di Pierre, il contraltare narrativo perfetto. Il suo dolore, lontano dal sentimentalismo, è fatto di rimpianto, immagini, e silenzi; il mistero dell’altro, di Marco, militare enigmatico, figura maschile dell’alterità. Un personaggio volutamente non spiegato fino in fondo, che crea tensione narrativa e possibilità di sviluppo.
Anche soltanto quanto affermato fino a questo momento fa comprendere come il romanzo funzioni molto bene, sia sul piano emotivo, sia su quello tecnico. Tuttavia, alcune riflessioni risultano ridondanti, specie nei primi capitoli, e talvolta i dialoghi interni di Veronica indulgono in un umorismo che rischia di abbassare la tensione emotiva. Il personaggio maschile di Francesco, volutamente poco empatico, avrebbe potuto avere uno sviluppo maggiore per bilanciare la vicenda sentimentale.
Ciononostante, il testo si mantiene saldo fino alla fine, senza sbavature strutturali, con un buon equilibrio tra introspezione e accadimenti, tra ritmo e sospensione.

Un romanzo che fa bene: al cuore, alla mente, alla narrativa italiana
Io non so nulla di te è un libro che, senza clamore, riesce a lasciare un segno e lo fa con delicatezza, attraverso una storia di riscatto, un inno sommesso alla vita che può riprendere anche dopo la frattura, anche dopo il dolore. È un testo che parla alle donne, ma anche agli uomini che sanno ascoltare.
È un romanzo che merita di essere letto perché ha il coraggio di portare nel campo della narrativa un tema spesso dimenticato o ridotto a cronaca sanitaria, quello della donazione di organi come atto d’amore.
Non è un romanzo d’azione, né una storia a effetto, ma è uno di quei libri che ti restano addosso con discrezione, come un respiro trattenuto, o un battito in più.

Ilaria Coppolaro

(www.bottegascriptamanent.it, anno XIX, n. 213, luglio 2025)

Collaboratori di redazione:
Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT