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Problemi e riflessioni (a cura di La Redazione) . A. XV, n. 171, dicembre 2021

Leadership per sé
e per gli altri

di Costanza Parisi
Paolo Ferioli, per Armando, firma due saggi
che verranno presentati alla Fiera di Roma


Il testo di Paolo Ferioli, Leadership applicata verso se stessi (Armando editore, pp. 184), parte della “Scuderia letteraria” di Bottega editoriale, è qualcosa che sicuramente, almeno una volta nella vita, andrebbe letto. Il titolo potrebbe trarre in inganno, pensando che possa indirizzarsi esclusivamente a coloro che vengono definiti “leader”, e che quindi occupano una determinata posizione di responsabilità in un certo settore, ma in realtà è a più ampio raggio. Ferioli si occupa di dispensare suggerimenti e consigli da applicare subito nel proprio lavoro e non solo, anche nella propria vita privata, poiché afferma che un uomo felice è anche un leader migliore. Il tutto diviso in due volumi ben distinti. L’autore, in questo primo volume, si concentra sull’individualità: non importa se chi legge sia un leader o un uomo comune, il testo si rivolge a tutti, prendendo in esame i singoli aspetti che fanno di ogni singola persona un vero leader, in tutti gli aspetti della vita, non solo nell’ambito lavorativo.
Come anche afferma Simone Gibertoni, autore dell’Introduzione del testo, in ogni pagina si trovano concetti fondamentali per lo scopo che il volume si prefigge, che vengono seguiti da pratiche esercitazioni. Questo è sicuramente nuovo e interessante in quanto aiuta il lettore a sviluppare le giuste capacità come manager e come individuo. La traduzione dei concetti approfonditi nel libro con l’applicazione in pratiche esercitazioni, ritiene l’autore, non possono prescindere l’uno dall’altro.
Ferioli si concentra principalmente sulla capacità della persona di accrescere le proprie potenzialità in funzione di una leadership efficiente. Quindi, analizza la visione stessa dell’uomo che deve essere predisposta al successo (senza lasciare che i pensieri negativi offuschino eccessivamente il proprio giudizio); Ferioli prende in esame anche i vari comportamenti che si stanno attuando e che potrebbe essere necessario rinforzare, o anche acquisire completamente, per far sì che si raggiungano effettivamente i risultati.
L’autore si domanda se si è consapevoli di quanto i propri pensieri, negativi o positivi, possano influenzare il proprio lavoro. La mente positiva può essere efficace, ma allo stesso tempo se eccessiva, può far prendere determinate decisioni in maniera affrettata senza dare spazio all’analisi della situazione; una mente negativa, al contrario, sembrerebbe attirare eventi negativi e potrebbe indurre a lasciar perdere delle occasioni. Su questo l’autore, però, propone alcune soluzioni per arginare la negatività. Rivolgendosi al lettore, Ferioli afferma con decisione il fatto che l’essere umano ha un’energia inesauribile, che si ricarica costantemente quando si sta perseguendo la propria strada e ci si sente allineati; è proprio questo che caratterizza un buon leader: la stabilità emotiva, sia che riguardi l’ambito lavorativo, che la propria vita privata.
Ferioli sottolinea l’importanza della consapevolezza di se stessi e della visione del proprio futuro. Bisogna quindi essere “allineati” ossia avere pensieri, sentimenti, emozioni che ci suggeriscono come raggiungere un determinato obiettivo, cercando sempre di essere consapevoli dei propri valori fondanti, delle “leve” che muovono la personale motivazione.
Ferioli, inoltre, pone particolare attenzione all’auto-valorizzazione. Un buon leader deve conoscere le proprie potenzialità e agire in base ai propri punti di forza, per distinguersi con la propria impronta personale e domandandosi in cosa si può essere effettivamente unici e originali.
Un aspetto da non sottovalutare secondo il pensiero di Ferioli è la passione: senza la passione che smuove il lavoro, non si potrebbe avere successo. Bisogna quindi appassionarsi a ciò che si fa, in quanto la passione per il proprio lavoro porta il leader ad essere come un “erogatore di energia positiva per tutti coloro che incontra”. I manager felici sono quelli che sono riusciti a orientare i propri obiettivi in tre direzioni differenti: verso l’azienda, verso l’auto-sviluppo professionale e verso gli obiettivi personali.
È evidente che l’autore tiene estremamente da conto l’importanza dell’individualità, delle caratteristiche personali, della personalità dell’individuo prima ancora del suo essere un leader. Pone sotto questa analisi non solo il leader in quanto personaggio dotato di un determinato potere, ma l’uomo di per sé, che prima di esercitare la sua leadership sugli altri dovrà trovare la propria identità di leader verso se stesso.
Come comportarsi in relazione agli altri
Con Leadership applicata verso gli altri (Armando editore, pp. 296), anch’esso prodotto della “Scuderia letteraria” di Bottega editoriale, prosegue il percorso iniziato dall’autore: in questo secondo volume, si prefigura un’altrettanta analisi accurata della figura del manager in relazione con il mondo circostante, in particolare con i propri collaboratori e colleghi.
Risulta quindi chiaro che l’autore metta in luce il rapporto che l’individuo instaura con l’ambiente lavorativo che lo circonda, a partire dai propri colleghi fino ad arrivare ai vertici dell’azienda in cui opera. Ferioli ritiene che sia fondamentale sapere dove orientare le proprie attenzioni: verso l’alto, quindi verso i vertici del proprio settore, o verso i collaboratori, i propri colleghi. Quando si tratta di influire verso l’alto, l’autore sottolinea quanto sia importante avanzare proposte seguendo i propri pensieri, le proprie idee, senza aver paura di essere “schiacciati” dal capo. È infatti una vera responsabilità del “leader moderno”, poiché a lui, e spesso solo a lui, spetta il compito di intercedere per i suoi collaboratori, di connettere la base con i vertici. Quando si tratta di connettersi con i propri colleghi, o con i propri dipendenti, il dialogo e l’intenzione di creare un rapporto sincero e duraturo sono ciò che permetterà di ottenere notevoli vantaggi: infatti, da uno scambio continuo e sincero con i collaboratori, spesso, il leader riesce anche a imparare, a porsi sullo stesso piano, creando coesione e inducendo nel dipendente voglia costante di apprendere e migliorare.
È estremamente interessante, inoltre, l’analisi che Ferioli fa dei vari stili di leader, a partire dal visionario (colui che ha dei grandi obiettivi per la propria azienda e riesce ad ispirare i suoi dipendenti), al democratico (il quale si confronta con i collaboratori prima di prendere decisioni importanti, responsabilizzando ogni membro del proprio team), passando per il leader coach (il quale è in grado di creare una preziosa connessione tra i bisogni e valori dei suoi collaboratori e la cosiddetta mission aziendale). È quest’ultimo lo stile cui l’autore si riferisce principalmente, dispensando consigli che lui stesso definisce “universali”, come per esempio il fatto di pretendere da se stessi più di quello che gli altri si aspettano, interessarsi al collaboratore e al suo successo e, allo stesso tempo, proteggerlo dal timore e dall’incertezza per il futuro. Risulta quindi indispensabile portare avanti con il collaboratore un rapporto sincero, basato sulla comunicazione, attraverso vari modelli e tipologie di colloqui volti a constatare i problemi, ma anche, e soprattutto, a stimolare l’intraprendenza dei collaboratori, l’autorealizzazione, l’orientamento agli obiettivi, il riconoscimento dei meriti. In questo modo, il collaboratore si sentirà motivato a continuare il lavoro al meglio, sentendosi capito, ascoltato. Dedicare tempo alla valutazione, per entrambi gli interessati (leader e dipendente), favorisce la possibilità di fare progetti, occuparsi di ciò che conta davvero, dare un segnale ufficiale circa il valore del collaboratore. Un ragionamento ulteriore può, e deve, essere fatto per chi lavora in smartworking, soprattutto se in città diverse. Realtà che abbiamo imparato a conoscere decisamente meglio negli ultimi tempi, lo smartworking ha sicuramente modificato il modo che i leader hanno di relazionarsi e di gestire le persone a distanza. È importante però, secondo l’autore, che i leader si armino di nuovi strumenti di gestione, i quali mantengano alta la propria credibilità nel settore. È fondamentale che il leader definisca in modo chiaro obiettivi a breve, medio, lungo termine ed eserciti la propria supervisione sui risultati e su come sono stati raggiunti in modo da potere distribuire feedback precisi pur gestendo persone dislocate in altre sedi. Durante le riunioni o i momenti più difficili, il leader dovrebbe sempre essere in grado di mantenere come priorità il rispetto del lavoro dell’altro, principalmente perché è ciò che rispecchia la vera natura del leader: leader non è solo colui che motiva il collaboratore a svolgere il suo lavoro al meglio, ma colui che riesce a trovare all’interno della persona la forza per spingerla ad auto-motivarsi, a lavorare con la stessa passione e dedizione, raggiungendo quegli obiettivi che, se accuratamente illustrati dal leader, saranno comuni.
I due testi di Ferioli mettono in luce non solo le caratteristiche che un buon leader dovrebbe avere per considerarsi tale, ma anche le capacità che deve acquisire e sviluppare per far sì che gli altri, i dipendenti come anche chiunque lo circondi, lo riconoscano come tale.

Entrambi i volumi verranno presentati alla Fiera di Roma Più Libri Più Liberi in 6 dicembre alle ore 16, presso la Sala Giove. Modererà l’appuntamento il direttore di Bottega editoriale, Fulvio Mazza, introdurrà Claudia Iacometti, editore di Armando editore e relazionerà Guglielmo Colombero, consulente letterario di Bottega editoriale.

Costanza Parisi

(www.bottegascriptamanent.it, anno XV, n. 171, dicembre 2021)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT