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Storia (a cura di La Redazione) . Anno XII, n. 127, aprile 2018

Zoom immagine Omicidio all’università:
un giallo ancora irrisolto

di Elisa Barchetta
La morte di Marta Russo scosse l’Italia:
Mauro Valentini la racconta per Sovera edizioni


Nel mondo editoriale esistono libri di tutti i generi, che spaziano su una miriade di temi diversi, alcuni più leggeri, altri molto complessi. Differenti per tipologia di narrazione o per gli intrecci e – diciamolo pure – ci sono libri divertenti e altri noiosi.
Non è nemmeno arduo imbattersi in storie vere, autobiografiche o meno, ma che certamente danno la sensazione di poter toccare con mano i fatti, le persone, i luoghi…
Poi ci sono alcuni libri, che potremmo definire, “difficili”. “Difficili” per molteplici ragioni. E il libro-inchiesta del giornalista e scrittore Mauro Valentini Marta Russo. Il Mistero della Sapienza (Sovera edizioni, pp. 224, € 15,00), è un libro assolutamente “difficile”: “difficile” per l’argomento trattato; “difficile” per chi, all’epoca dei fatti, ha non solo ascoltato la tragica notizia di una morte ma è stato letteralmente investito da quello che è poi diventato un “caso massmediatico” probabilmente senza precedenti; “difficile” per tutti quelli che negli anni hanno creduto che la giovane Marta Russo avesse ricevuto giustizia. Ma bisogna, come sempre, andare con ordine.

Cosa accadde il 9 maggio 1997
Molti rammenteranno la notizia di quello sparo che la mattina del 9 maggio 1997 ha colpito una studentessa all’università “La Sapienza” di Roma. La ragazza – studentessa di Giurisprudenza – stava passeggiando accanto a un’amica lungo uno dei vialetti dell’ateneo, tra gli edifici di Statistica e Giurisprudenza, quando improvvisamente si è accasciata a terra. Si pensò inizialmente a un malore, anche se l’amica aveva subito avvertito il tonfo di un colpo di pistola (lo aveva riconosciuto immediatamente, Jolanda, perché suo padre, durante i festeggiamenti per l’ultimo dell’anno in campagna, sparava alcuni colpi di pistola in aria).
Marta Russo era stata colpita alla nuca, appena quattro centimetri sopra l’orecchio sinistro, da un proiettile di piccolo calibro che poi si è frantumato nel cranio della giovane.

Ciò che rimane è il viso di Marta
Se qualcuno però ha dimenticato la vicenda, certo non potrà non ricordare quel viso, quegli occhi penetranti, quei capelli biondi… il viso di Marta. Perché di quel tragico avvenimento, ciò che resta impresso nella mente più di tutto è il volto di Marta Russo che, forse per l’assurdità della vicenda, forse per il rimbalzare continuo di notizie con la sua immagine su tutte le televisioni e i giornali… anche a distanza di tanti anni rimane impresso nella memoria.
Perché bisogna ammettere che di tutto il processo, delle testimonianze, delle sentenze dei vari appelli probabilmente pochi ricordano e altrettanto probabilmente poco si ricorda; forse proprio a causa dell’eccessiva esposizione mediatica in cui tutto è stato eviscerato e poi buttato nel calderone dell’inchiesta creando grande confusione piuttosto che chiarezza intorno ai fatti.

I tanti dubbi e l’«innamoramento della tesi»
Presumibilmente è proprio per questa grande confusione che quanto scritto e richiamato da Mauro Valentini non è solo doloroso, ma apre le porte a mille domande, dubbi e incertezze. Perché leggendo le dichiarazioni riportate, le diverse ricostruzioni dei fatti, non è possibile restare indifferenti; non si può non vacillare dalla certezza che i due colpevoli – Scattone e Ferraro – siano i veri assassini e che forse, in realtà, siano solo stati anch’essi delle vittime.
Vittime dell’approssimazione e di quell’«innamoramento della tesi» di cui il giornalista e scrittore Sandro Provvisionato parla nella Prefazione al testo e che lo porta a concludere che «per Marta Russo non è stata fatta giustizia».

Un’inchiesta tra onestà intellettuale e sensibilità umana
Pregevole il modo in cui Valentini affronta questo caso, con decisione e amore per la verità ma anche con una delicatezza e un tatto che si percepiscono in tutto il libro. Il taglio, lo stile, sono ovviamente giornalistici ma l’autore mostra un riguardo tale per la vicenda, per Marta e la sua famiglia e per le persone coinvolte, tale da toccare profondamente chi decide di affrontare la lettura di questo libro.
Sì, perché Marta Russo. Il Mistero della Sapienza è un libro-inchiesta che bisogna decidere consapevolmente di leggere, coscienti di trovarsi di fronte a tanto dolore e a moltissimi “e se…”, “perché…” o “ma…”; consapevoli inoltre che nel corso della lettura si proveranno rabbia, sgomento, tristezza e che alla fine ci si trovi forse davanti all’ennesimo “caso irrisolto” di cui la storia giuridica del nostro Paese è costellata.

Marta continua a vivere, e con lei il suo senso di giustizia
Chiuse quelle 224 pagine il pensiero non può che andare a Marta, ai suoi sogni infranti, a ciò che era e sarebbe potuta diventare… E l’unica cosa che riesce a strappare un sorriso amaro è la consapevolezza del gesto voluto dalla famiglia Russo, che ha scelto di donare gli organi della figlia affinché altri potessero vivere seguendo la volontà espressa un giorno dalla stessa Marta. Ecco… il pensiero che, in qualche modo, Marta abbia continuato a vivere…

Elisa Barchetta

(bottegascriptamanent, anno XII, n. 127, aprile 2018)

Collaboratori di redazione:
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