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Storia (a cura di Letizia Rossi) . A. IX, n. 97, settembre 2015

Zoom immagine La “piccola” storia:
tracce e memoria
di un antico borgo

di Mariarosaria Salerno e Attilio Vaccaro
Da Ferrari, il saggio di Riccardo Berardi:
ne riportiamo Prefazione e Introduzione


Spesso gli studi storici in scuole e università tendono a concentrarsi sui grandi accadimenti mondiali, tendendo a tralasciare le piccole verità locali. Ma la grande storia affonda le sue radici anche nella vita di tutti i giorni, quella che è svolta e continua a svolgersi nei piccoli paesi.
Di questo ci dà magistralmente prova Riccardo Berardi, giovanissimo storico, con il suo testo di esordio La contea di Corigliano. Profilo storico, economico e sociale della Sibaritide (secoli XI-XVI) (Ferrari editore, pp. 560, € 30,00).
L’autore, raccogliendo per buona parte testi e documentazioni dall’archivio di Santa Maria Maggiore di Corigliano, propone un’ampia veduta sulla storia del tardo Medioevo nella Sibaritide, offrendo una piacevole panoramica sulla vita delle sue popolazioni.
Il saggio ha lo scopo, quindi, di mettere in luce la vicende e gli aspetti tipici di quell’epoca in cui la vita quotidiana ruotava intorno alla chiesa, che ha rappresentato per il Meridione un punto di riferimento.
Qui di seguito vi proponiamo la sua Prefazione integrale curata da Mariarosaria Salerno e l’Introduzione curata da Attilio Vaccaro.

Bottega editoriale


Presentazione
Come operatore di cultura, dall’osservatorio universitario registro spesso una scarsa attenzione a personaggi e vicende storiche calabresi, un interesse quasi assente nelle scuole di ogni ordine e grado della Calabria. Negli ultimi tempi, però, l’operosità di molti studiosi ha compiutamente realizzato, con l’ausilio di antiche carte custodite negli archivi privati, un’attività laboriosa di ricerca sulle origini delle comunità, dei luoghi e sui destini legati a essi. Così il ricercatore necessariamente ha dovuto tener conto, con pari attenzione, sia dei grandi quadri di civilizzazione e del loro mutamento, sia della conoscenza di alcuni fondamentali studi bibliografici e storiografici «che consentano – osserva giustamente Cosimo Damiano Fonseca – al di là dell’interesse strettamente erudito, di certo non disprezzabile per questo tipo particolare di lavori, di collocare compiutamente la vicenda locale, e quindi di valutarla, rifuggendo da preoccupazioni eccessivamente riduttive o da esaltazioni marcatamente municipalistiche (segni evidenti le une e le altre di ricorrenti frustrazioni), entro una prospettiva di carattere generale» [1].
Di conseguenza è divenuto fondamentale l’utilizzo delle fonti documentarie e a stampa, forse poco usufruite per il raggiungimento di dati rilevanti per quanto attiene la storia del territorio. Così per entrare nella storia della Calabria medievale, l’attività degli studiosi sia nella ricerca storica locale, sia per quanto riguarda i risvolti costituzionali di più ampio respiro, si è moltiplicata ed estesa di là dei confini della cosiddetta storia municipalistica o regionale. Non si potrà, dunque, fare a meno di citare, laddove esistano i presupposti scientifici, gli studi di tipo territoriale o tematico.
Fonti scritte quali gli atti notarili, procure, registri battesimali, atti sinodali, cartulari, visite pastorali, Platee dei corpi feudali ecc., offrono nuove possibilità di apprendimento soprattutto nel settore della storia civile, sociale e religiosa, laddove si rivendica sempre più l’importanza dello studio degli atti di natura pubblica e privata, senza distinguere un ordine di importanza delle fonti. Sotto questo profilo anche la storia di una città, un centro, un borgo, presenta fatti e avvenimenti di interesse storico che riflettono, come nel nostro caso, un quadro documentario non trascurabile.
A tal proposito lo studio qui riportato di Riccardo Berardi, si avvale di fonti storiche in parte inedite che inquadrano la storia civile ed ecclesiastica riconducibile alla contea di Corigliano in età medievale. Spesso la ricerca delle fonti storiche comporta difficoltà per la dispersione e per la atipicità delle stesse, oltre che per la gelosia incomprensibile di coloro che custodiscono nei propri archivi privati tali generi di documenti e non li rendono pubblici.
Un plauso, dunque, al dott. Berardi, per aver saputo recuperare, animato da giovanile entusiasmo, un materiale documentario sconosciuto ai più. Non manca poi una ricostruzione filologica di cinque Platee della Chiesa matrice di S. Maria della Piazza in Corigliano: quattro del XVI secolo, una del XVII, contenute in un ms. custodito presso l’Archivio di Santa Maria Maggiore di Corigliano (Platea antica dei beni della Parrocchia), dal titolo Praediorum antiquum monumentum Archipresbiteralis Matricisque Ecclesiae S. Mariae Majoris Civitatis Coriolani.
Grazie ad una complessa comparazione paleografica, nonché ai criteri estrinseci e intrinseci del materiale, si è riusciti ad individuare anche all’interno del ms. diversi documenti contenenti censi e atti vari del Seicento.
Si sa quanto sia importante, per ricostruire la storia dei beni feudali della Calabria, l’edizione delle Platee, edizioni che hanno contribuito alla crescita culturale di una regione, ingiustamente considerata in passato povera di fonti documentarie e a torto giudicata periferica per lo studio della storia del Mezzogiorno medievale e moderno [2].

Attilio Vaccaro
Università della Calabria

Prefazione
Il tema della storia locale, e il suo recupero in ogni forma possibile, rappresenta un ambito privilegiato nel quale passato e presente possono interagire, attraverso un filo che lega la memoria di ciò che siamo stati, il presente che oggi viviamo e il futuro in cui ci proiettiamo.
L’interesse nei confronti della storia locale, nato in Italia tra ’800 e ’900, attraverso una linea sottile che va dalle Deputazioni regie, all’Istituto storico italiano, da una parte, e dalle suggestioni storiografiche della scuola storica economico-giuridica o cristiano-sociali, dagli insegnamenti di Federico Chabod, dal Congresso degli anni ‘80 del secolo scorso su Temi e metodi della storia locale [3], dall’altra, via via arriva alle Università, al mondo della ricerca e ai recenti manuali di metodologia della ricerca storica locale, applicata alla valorizzazione culturale del territorio e al turismo.
Oggi gli interessi per la storia economica e sociale, per la religiosità e la spiritualità, per la mentalità e il costume dei più vasti strati della popolazione hanno portato, dunque, alla ribalta la storia locale, che sta meritando sempre più l’attenzione degli accademici. Questo tipo di studi, però, presenta dei vantaggi ma anche delle difficoltà peculiari: è di certo più facile avvicinare la quotidianità e focalizzare nella loro interezza vicende e aspetti relativi alle aree indagate, perché circoscritte. Le difficoltà risiedono però nell’atipicità o nella difficoltà di reperimento della documentazione e, principalmente, nell’esigenza di conciliare le visioni circoscritte con quelle generali, di interesse più ampio: in parole semplici, evitare il rischio di scadere nel “localismo”. Tutte queste suggestioni ed esigenze hanno rappresentato uno stimolo per favorire la nascita in molte Università di corsi di laurea capaci di coniugare le finalità di una ricerca storica di ambito locale metodologicamente corretta con la valorizzazione del territorio, anche in chiave turistica.
Anche l’Università della Calabria si è pienamente inserita in questo panorama, e sin dalla sua istituzione ha introdotto corsi di laurea e studi storici nella propria offerta formativa, con la possibilità di approfondire la storia regionale, accanto a quella più generale.
Le finalità e gli obiettivi di tali corsi di laurea, le metodologie, i contenuti proposti sono stati messi a frutto dal giovane Riccardo Berardi, che con passione ha affrontato in questo libro alcuni aspetti nodali della storia del suo paese, Corigliano Calabro, dall’XI al XVI secolo.
Egli, dopo essersi brillantemente laureato in Scienze Storiche all’Università della Calabria, ha vinto il concorso di Dottorato di ricerca in Scienze Storiche presso l’Università di San Marino, in co-tutela con l’Université de Nantes ed è cultore della materia nel settore di Storia medievale presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria.

Mariarosaria Salerno
Università della Calabria

[1] C.D. Fonseca, La storia della Chiesa medioevale nella ricerca storica locale, in La storia locale. Temi, fonti e metodi della ricerca, a cura di C. Violante, Atti del congresso su Temi, fonti e metodi della ricerca storica locale (Pisa, 9-10 dicembre1980), Il Mulino, Bologna 1982, p. 86.
[2] Per un approfondimento sull’argomento si rimanda a A. Vaccaro, La Platea di Cassano. Storia dei poteri signorili ecclesiastici e laici nella Diocesi di Cassano (secc. XV-XVI), Cittadella, Assisi 2013.
[3] Cfr. La storia locale. Temi, fonti e metodi della ricerca, a cura di C. Violante, Atti del congresso su Temi, fonti e metodi della ricerca storica locale (Pisa, 9-10 dicembre1980), Il Mulino, Bologna 1982.

(www.bottegascriptamanent.it, anno IX, n. 97, settembre 2015)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
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